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URBAN CENTER - Il 9 aprile alle 17,30 incontro con i cittadini in via Boccaleone

Case meno vulnerabili al danno sismico: la parola agli esperti

05-04-2013 / Giorno per giorno

In che modo i cittadini possono migliorare le condizioni di sicurezza delle proprie abitazioni? E' questo il principale quesito a cui tenteranno di dare risposta i sei esperti protagonisti del secondo incontro del percorso di prevenzione sismica promosso dall'Urban Center del Comune di Ferrara. L'appuntamento, in programma martedì 9 aprile alle 17,30 nella sala della Musica di via Boccaleone 19, è aperto gratuitamente alla partecipazione di tutti i cittadini ferraresi interessati e prenderà le mosse dalle considerazioni emerse durante l'incontro d'apertura del 26 marzo scorso. A quel primo invito sono stati circa una trentina i cittadini che hanno risposto, mettendosi in gioco nell'elaborazione di un modello innovativo di prevenzione al danno sismico, applicabile al centro storico e ad altre parti della città, oltre che di possibile ispirazione per altre realtà italiane, grazie al sostegno dell'Enea, Centro di Ricerca Nazionale partner del progetto. Facilitati da un gruppo di esperti, i partecipanti hanno raccontato le esperienze vissute il 20 maggio di un anno fa e si sono confrontati sulle priorità da affrontare. Su quest'ultimo tema la parola passerà ora agli specialisti invitati all'incontro del 9 aprile. In particolare, Marco Bondesan e Marco Stefani, geologi esperti del territorio ferrarese, spiegheranno in che modo la conoscenza geologica e del territorio sia fondamentale prima di pensare a qualsiasi forma di intervento; Vincenzo Mallardo, ingegnere strutturista, e Alessandro Martelli, ingegnere, ex Direttore Enea di Bologna, approfondiranno il tema delle tecniche di costruzione antisismiche; mentre Roberto Riccelli e Roberto Fantinati, tecnici della Protezione Civile di Ferrara interverranno sui metodi di controllo e gestione del rischio e dell'emergenza. Le loro considerazioni e risposte permetteranno ai partecipanti del percorso di raccogliere le proposte operative da affrontare insieme agli operatori economici e sociali e ai rappresentanti istituzionali presenti al terzo e al quarto appuntamento (7 e 16 maggio).
Sostenuto da fondi della Regione Emilia Romagna, per la promozione delle politiche di partecipazione dei cittadini, il progetto vede il sostegno di diversi partner, tra cui, oltre all'Enea, la Società Naturalisti Ferraresi, l'Università di Ferrara con la sua Facoltà di Architettura e il Master in Comunicazione del rischio, la Protezione civile, l'emittente televisiva Telestense e il Laboratorio giapponese per il coinvolgimento della popolazione sul tema del rischio sismico ‘Shigeru Satoh Laboratory'.
Ad accompagnare e dar conto delle varie tappe del percorso è il blog ‘Battiamo il sisma'
(http://prevenzionesismica.wordpress.com), con link dall'home page del Comune (www.comune.fe.it), sul quale è possibile consultare il programma dettagliato degli appuntamenti e gli aggiornamenti sull'andamento del progetto, oltre agli interventi degli esperti.
Per le iscrizioni all'incontro di martedì 9 aprile scrivere a laboratoriourbano@comune.fe.it o telefonare all'Urban Center del Comune di Ferrara: 0532 419297 - 419568.


LA SCHEDA a cura degli organizzatori
'Ti racconto la mia esperienza', sintesi del primo incontro dei laboratori di prevenzione al danno sismico

Il primo incontro del 26 marzo si è aperto con una rapida raccolta di suggestioni e immagini riferite all'evento sismico, un momento particolarmente emozionante che ci ha mostrato in tutta la sua semplicità, come davanti a questi fatti, anche se non ci si conosce non si fa fatica a parlare di se stessi, perché il terremoto è innanzitutto un fatto emotivo.
L'attività centrale è consistita nel raccogliere una serie di racconti sull'esperienza vissuta da parte degli abitanti, chiedendo loro di spiegare cosa è successo alla propria abitazione e al vicinato, e cosa si è fatto per provvedere o cosa si dovrebbe ancora fare, di ricordare cosa ha alimentato la loro sensazione di sicurezza ed insicurezza durante l'emergenza e di immaginare come si comporterebbero oggi.
Le diverse narrazioni sono state poi suddivise, dagli abitanti stessi con l'ausilio dei facilitatori, in tre ambiti di riflessione: la "conoscenza necessaria", gli "interventi possibili" e i "comportamenti da adottare".
Premessa del percorso è infatti la consapevolezza che il sapere, non solo tecnico, sia un fattore imprescindibile per la comprensione degli interventi necessari. Interventi che dovrebbero essere intesi non soltanto in termini di ristrutturazioni e ricostruzioni, ma anche nella loro dimensione micro: riflettendo sull'importanza di piccoli gesti quotidiani e del prendersi cura in un'ottica di manutenzione ordinaria della propria abitazione. Senza dimenticare infine il campo dei comportamenti, immaginando possibili abitudini che potrebbero nascere in un'ottica preventiva e non soltanto emergenziale.
Le riflessioni più inaspettate sono emerse proprio da quest'ultimo ambito, si è andati ben al di là della conferma che durante una scossa è necessario non scendere le scale e mettersi sotto un architrave. Pensando ai "comportamenti", quasi tutti i partecipanti sono tornati a rivivere le emozioni e le reazioni istintive dopo la scossa, si è scoperto così che in quel momento, è come se le persone si fossero divise in due categorie: "chi ha avuto bisogno di aiuto" e "chi ha aiutato", mostrando come di fronte all'emergenza a far la differenza non sia tanto la capacità fisica di scappare ma la propria dose di autocontrollo.
Lavorare sull'autocontrollo potrebbe voler dire immaginare abitudini e piccole azioni quotidiane in grado di educare la nostra mente alla prevenzione in modo da vivere e vedere i nostri spazi con una consapevolezza diversa?
Rimanendo sempre nel campo delle piccoli-grandi azioni che si possono fare tutti i giorni senza prevedere grandi impegni economici, si è riflettuto sulle attenzioni che si possono adottare per migliorare la sicurezza del proprio ambiente di vita (ad es: alleggerire i solai, tenere libere le vie di fuga, avere ben presente i punti più fragili dell'abitazione e dell'aggregato urbano) e sul reale impatto ed efficacia che queste possono avere in un'ottica complessiva.
Diversi gli aspetti toccati in relazione agli interventi di ristrutturazione e miglioramento. I partecipanti si sono chiesti ad esempio: se esistono delle certificazioni antisismiche per le abitazioni e cosa si può fare per incidere sulla sicurezza degli edifici vicini che mettono a rischio la propria incolumità.
Alla base di ogni scelta di intervento rimane però, in maniera indubbia, la conoscenza: una conoscenza che deve essere integrata e interdisciplinare, e quindi non soltanto rivolta alla propria abitazione ma all'edificio nel suo complesso, al tessuto urbano nel quale l'edifico si trova e alla storia della città e del territorio. Senza questa premessa, parlare di interventi può essere non soltanto inutile ma addirittura dannoso.
Questa è soltanto una breve sintesi dei contenuti raccolti che verranno presentati agli specialisti del prossimo appuntamento al quale auspichiamo la presenza anche di nuove persone che non hanno partecipato all'incontro precedente e che vivono in aree diverse dal centro storico.
Il percorso di Ferrara è il primo caso in Italia di coinvolgimento partecipato della comunità nella gestione del rischio sismico, questo non assicura la qualità di ciò che si fa, ma ci pone davanti ad un quadro di possibilità. Si può fare prevenzione sismica nel nostro Paese? L'Urban Center del Comune di Ferrara ci sta provando partendo da chi vive il proprio territorio tutti i giorni.

 

Immagini scaricabili:

laboratori prevenzione sismica