Comune di Ferrara

giovedì, 25 aprile 2024.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Una serata ferrarese su Tiziano Terzani, uomo di pace

Una serata ferrarese su Tiziano Terzani, uomo di pace

15-10-2013 / A parer mio

di Debora Peca

Alcuni libri hanno il potere di cambiare profondamente il lettore e le sue convinzioni; in molti casi riescono addirittura a renderle ancora più forti. I capitoli non sono più solo una lettura passiva ma divengono veri e propri incontri con l'autore. E' quello che mi è accaduto qualche anno fa leggendo "La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani, giornalista corrispondente di guerra, viaggiatore e uomo di pace. Ieri sera (13 ottobre 2013) ho avuto occasione come gli altri spettatori presenti alla Sala Estense, di "incontrare" di nuovo Terzani, scomparso nel 2004, attraverso uno spettacolo a lui dedicato "Un indovino ci disse".

Quella del giornalista è stata una vita spesa a testimoniare attraverso le parole e la macchina fotografica, l'illogicità della guerra, le sue quotidiane e aberranti conseguenze sulla popolazione civile. Lo spettacolo è ispirato ad un'opera importante di Terzani dal titolo "Un indovino mi disse...", nata a seguito dell'incontro con un indovino nel 1976, il quale gli predice la morte nel 1993 qualora avesse preso l'aereo. Non dimentica questa predizione e, arrivato quell'anno, decide di attraversare l'Asia intera intraprendendo un viaggio che lo cambierà per sempre. Un viaggio che lo vedrà spostarsi esclusivamente per terra e per mare.

Domenica 13 ottobre alla Sala Estense ha avuto luogo una serata dedicata a Terzani nell'ambito della Chiamata alle Arti, promossa dal Comitato "Un indovino ci disse", che ha l'intento di raccogliere fondi per la realizzazione di un film documentario sulla vita di Terzani. Parte di quanto raccolto per la realizzazione del film verrà poi devoluto a sostegno della attività del Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah in Afghanistan, intitolato a Tiziano Terzani: un centro in cui il 60% dei pazienti ricoverati è curato per ferite di guerra causate da bombe e mine antiuomo e dove un terzo dei pazienti ha meno di 14 anni.

Una serata intensa e piena di emozioni, con le immagini del viaggio di Terzani nel '93 e l'ultima intervista del giornalista poco prima della sua scomparsa.
Un uomo che, nel corso dei suoi viaggi e attraverso il suo lavoro, è stato dapprima semplice corrispondente di guerra, infine autentico messaggero di pace, consapevole di quanto le scelte scellerate della politica in tema di guerra, abbiano in realtà generato altri conflitti: "Nessuna guerra fa finire un'altra guerra".

Il nostro sguardo di spettatori durante la visione è stato attraversato da immagini belliche, in una sequenza veloce come quelle schegge che solo la guerra conosce; è stato attraversato dalle immagini del reporter Terzani gentilmente concesse dalla famiglia. Intanto ascoltavamo come in una sorta di reading teatrale i brani dell' opera del giornalista interpretati dal gruppo teatrale Officina Ferrarese A_ctuar. Senza quasi rendercene conto la serata di domenica sera nella sua impostazione ci costringeva ad attivare tutti i nostri sensi e ad imprimere ancor di più in noi il concetto dell'urgenza della pace, che il regista Mario Zanot è riuscito a esprimere egregiamente.
La serata oltre alle immagini e letture ha offerto intermezzi musicali cantati dal gruppo i "Carichi sospesi", brani di forte impatto come "Blowin' in the wind" e "Imagine" .
Una serata emozionante proposta dal Gruppo Emergency di Ferrara e patrocinata dall' Amministrazione Comunale. Il regista e autore Mario Zanot ci ha accompagnato in un'emozionante passeggiata accanto a Terzani, un viandante di pace che non ha avuto dopo la sua morte la valorizzazione che meritava, la sua figura non era nota al grande pubblico. Il cinema e la televisione dovrebbero invece ricordare maggiormente la grandezza del suo lavoro e del suo pensiero, in un momento in cui è quanto mai necessario schierarsi contro qualsiasi conflitto, che porta inevitabilmente con sé scie di sangue, povertà e desiderio di scappare dalla propria terra, talvolta con conseguenze tristemente note, come quelle di Lampedusa dei nostri giorni.

Immagini scaricabili: