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SETTIMANA PREVENZIONE SISMICA - Gli interventi di mercoledì 11 dicembre alle 17 alla Sala della Musica

Dalla storia dei terremoti a Ferrara alle buone pratiche di riduzione dei danni

10-12-2013 / Giorno per giorno

‘I terremoti abitano qui?': a domandarselo sono gli esperti che mercoledì 11 dicembre alle 17 alla Sala della Musica (via Boccaleone 19) dialogheranno con il pubblico ferrarese nel corso di un nuovo incontro inserito nel programma della Settimana di prevenzione sismica organizzata da Sintec (Società di servizi di ricerca e sviluppo) in collaborazione con il Comune di Ferrara.
Ripercorrendo la storia dei terremoti a Ferrara e le dinamiche dello sviluppo geologico e urbanistico del nostro territorio, i relatori condurranno infine i partecipanti a riflettere sulle buone abitudini che occorrerebbe adottare nelle nostre case per ridurre i danni di un potenziale sisma.

 

Questo il programma degli interventi:

‘I terremoti abitano qui?'
Mercoledì 11 dicembre, ore 17, Sala della Musica

- Un'altra storia di Ferrara. Il progetto di casa sicura dopo il terremoto del 1570
EMANUELA GUIDOBONI, sismologa storica, presidente del Centro euro-mediterraneo Eventi Estremi e Disastri, membro dell'Academia Europaea.

- Tempo di geologia urbana
MARCO STEFANI, geologo, Dipartimento Architettura, UNIFE.

- 10 buone abitudini. Un progetto di partecipazione con gli abitanti del centro storico
IVANA CAMBI, pedagogista, Urban Center, Comune di Ferrara
MARIANGELA BUTTURI, Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza, UNIFE.


LE SCHEDE:

- Un'altra storia di Ferrara. Il progetto di casa sicura dopo il terremoto del 1570 (Emanuela Guidoboni)
I terremoti abitano anche qui, a Ferrara, una città per molto tempo ritenuta non interessata dal rischio sismico. Un'abbondante documentazione storica racconta invece di un territorio ferito da lievi e meno lievi scosse di terremoto che nel 1570 hanno assunto la dimensione di un vero e proprio disastro urbano. Ed è proprio osservando la distruzione seminata a Ferrara da quell'evento, con la metà delle abitazioni danneggiate, che Pirro Ligorio, architetto alla corte del Duca Alfonso, disegna la prima casa antisismica che si conosca nella storia urbanistica dell'Occidente.
Sappiamo però che il suo progetto rimase sepolto tra le carte degli archivi ducali e fu riscoperto soltanto in epoca moderna, quando ormai il patrimonio edilizio e architettonico della nostra città aveva già raggiunto la sua piena maturazione. Ma quale sia stata la reale ricaduta delle intuizioni architettoniche e costruttive di Ligorio negli anni immediatamente seguenti il 1570, cioè gli anni della ricostruzione post-sisma, è materia tutta da investigare e comprendere.
Oggi, dopo quasi 500 anni, e a seguito del sisma dello scorso anno la città estense scopre di nuovo la sua vulnerabilità e il centro storico, patrimonio Unesco, è di fronte ad una grande sfida di messa in sicurezza. Riscoprire il progetto di Ligorio vuole essere un'occasione per riportare in primo piano il valore della tutela e della cura del patrimonio edilizio che caratterizza il cuore antico della nostra città.


- Tempo di geologia urbana (Marco Stefani)
Il tessuto vivente della nostra città è fatto dalle cellule delle nostre case che registrano fedelmente una lunga storia, passata da capanne di legno sulle sponde del grande Po, alle case torri del medioevo, ai palazzi dei cortigiani degli estensi, fino ai miniappartamenti di oggi, in cui viviamo, spesso in famiglie sempre più piccole e che passano più tempo in rete o davanti alla tivù che a parlare con i vicini. Per capire le nostre case occorre quindi capire la lunga, intricata, ma affascinante storia della nostra città. Nello stesso modo, per capire su cosa poggiano le nostre case occorre capire la storia, molto più lunga, di fiumi e pianure, paludi e boschi, in cui si sono deposte le sabbie, i limi, il fango su cui è cresciuta Ferrara.
Per comprendere gli effetti e ridurre il pericolo dei terremoti occorre quindi anche studiare le strutture geologiche, profonde e superficiali, sotto i nostri piedi. Per questo occorre uno sforzo di ricerca, coordinato dall'università e dalle pubbliche amministrazioni.

 

- 10 buone abitudini. Un progetto di partecipazione con gli abitanti del centro storico (Ivana Cambi e Mariangela Butturi)
Ridurre in maniera considerevole i pericoli legati al terremoto è un'opera a cui anche famiglie e cittadini possono offrire contributi piccoli e grandi.
Capire lo stato di sicurezza sismica degli edifici del centro storico non è un percorso facile: non sono stati costruiti secondo gli odierni criteri antisismici e sono stati certamente rimaneggiati più volte nei secoli, in modi che ci sono perlopiù ignoti. Per questo serve l'intervento di professionisti in grado di compiere un'analisi di vulnerabilità, di stabilire cioè quali sono gli elementi di debolezza delle nostre case, per decidere all'occorrenza come intervenire.
La manutenzione costante delle nostre case e la buona conservazione di un edificio rappresentano infatti fattori determinanti per il contenimento dei danni di un potenziale terremoto. Per questo la cura costante, protratta nel tempo, delle case diventa una "buona abitudine" che tutti noi possiamo e dobbiamo adottare. Una "buona abitudine" che ci permette di intervenire e porre rimedio a piccoli problemi che se trascurati possono diventare fonte di pericolo e aumentare il livello di vulnerabilità sismica delle nostre abitazioni. Prestare una cura costante significa anche mantenersi attenti ai problemi e fermare il degrado prima che diventi emergenza.

 

Consulta l'intero programma della Settimana di prevenzione sismica a Ferrara

 

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