Comune di Ferrara

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INCONTRO IN COMUNE - Il sindaco Tagliani e la presidente Zappaterra in merito alla decisione dalla direzione sanitaria regionale

"Siamo contrari a questa riorganizzazione del programma di screening voluta dalla Regione. Intendiamo tutelare le eccellenze del nostro territorio"

17-02-2014 / Giorno per giorno

Il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e la presidente della Provincia Marcella Zappaterra hanno incontrato i giornalisti questa mattina, lunedì 17 febbraio in residenza municipale per esprimere decisa contrarietà alla recente comunicazione della direzione generale della Sanità della Regione Emilia Romagna  relativamente alla riorganizzazione del programma screening regionale per la prevenzione dei tumori al collo dell'utero, che vedrebbe trasferire a Bologna il centro di analisi dei campioni prelevati. 

"E' una decisione che non condividiamo - ha affermato il sindaco Tiziano Tagliani - perchè la storia della ricerca e l'applicazione clinica del PAP test è stata introdotta per la prima volta a Ferrara già a partire dagli Anni '60 grazie al lavoro di importanti ricercatori che hanno poi sviluppato significativamente questo settore portandolo ai vertici. E' ingiusto, immotivato e scorretto non permettere alla città di portare avanti questa ricerca e le esperienze acquisite. Per questo chiediamo al direttore generale della Sanità della Regione Emilia Romagna Tiziano Carradori la motivazione tecnica e scientifica dell'allocazione del servizio presso l'area di Bologna e all'assessore alla Sanità Carlo Lusenti e al presidente Vasco Errani di agire per la revoca della decisione. Con questa azione intendiamo difendere in ogni modo le eccellenze del nostro territorio" 

La presidente Marcella Zappaterra ha ribadito che "questa scelta è inaccettabile sia per le modalità con la quale viene proposta sia per il fatto che la riorganizzazione dei servizi sanitari regionali, nell'ottica dell'Area Vasta, ha un senso solo se vengono valorizzate le eccellenze di ciascuna realtà territoriale".

 

Questo il documento integrale consegnato ai giornalisti nel corso della conferenza stampa 

"Con comunicazione 11.2.2014 il Direttore Generale della Sanità della Regione Emilia Romagna Tiziano Carradori ha comunicato che : "dopo le necessarie consultazioni con i servizi interessati regionali e le Aziende sanitarie della Regione a seguito della decisione di modificare l'intervento di screening per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori del colle dell'utero con adozione di HPV-DNA test si è deciso di collocare il service per lo sviluppo dei test HPV-DNA presso i seguenti servizi

Area Vasta Nord: REGGIO EMILIA

Area Vasta Centro: Sant' Orsola BOLOGNA

ASL ROMAGNA : PIEVESESTINA (FC)

IN PRIMO LUOGO, per tranquillizzare le cittadine di Ferrara, questo non significa che le stesse dovranno "emigrare" a Bologna per il test che da anni a Ferrara viene svolto in forma di screening, ma egualmente la decisione della Direzione Generale Sanitaria dell'Emilia Romagna ha un significato gravemente incidente sulla sanità ferrarese e soprattutto accredita un metodo inaccettabile che penalizza gli sforzi ed i risultati clinici e di ricerca acquisiti in decenni di attività riconosciuta a tutti i livelli anche sovra regionali, questo perchè tutti si aspettavano la Candidatura di Ferrara ad hub dell'HPV test nel programma di screening cervico-vaginale dell' AVEC

 

 

Cenni storici e tradizione

La provincia di Ferrara è stata la prima in Europa ad introdurre uno screening cervicale di massa con Pap-test (1962) grazie all 'iniziativa del Prof. Mario Tortora, che ebbe il merito di introdurre in Italia il test di Papanicolau (PAP test).

L'opera del Prof. Tortora è stata portata avanti negli anni dal Centro di Citodiagnostica dell'
Azienda USL di Ferrara e successivamente dall'Istituto di Anatomia Patologica dell' Azienda
Ospedaliero-Universitaria S.Anna di Ferrara, secondo il protocollo diagnostico-terapeutico dello
screening per la prevenzione dei tumori del collo dell 'utero, introdotto successivamente nella
Regione Emilia-Romagna.

 

Competenze e preparazione scientifica

L'attività dello screening è sempre stata caratterizzata da una formazione e preparazione
capillare del personale a tempo indeterminato addetto a tutti i livelli, che ha sempre seguito, e spesso positivamente influenzato, l'evoluzione tecnico scientifica del programma nel corso dei decenni, anche attraverso numerose iniziative congressuali e di divulgazione scientifica (professori Univ. Ferrara Lanza e Bianchin)i. Dalla fine degli anni '80 tutta l'attività di screening è monitorata dal Registro tumori di popolazione attraverso i necessari parametri di valutazione di impatto. 

 

Nuove Tecnologie

Le Dirigenze aziendali susseguitesi negli anni sono sempre state sensibili all'introduzione di
nuove tecnologie. In conseguenza di ciò la U.O. di Anatomia Patologica è stata la prima in Regione ad introdurre le tecniche di citologia in strato sottile (2003), utilizzando sia la metodica ThinPrep che metodica SurePath. Dal 2004 la U. O. si avvale della lettura automatizzata dei P AP test con lettore automatico Focal Point OS. I numerosi vantaggi di tale metodica comprendono la possibilità di indagini successive sullo stesso campione (HPV test, citologia tradizionale, test ancillari) senza ulteriori richiami delle donne. I tempi di refertazione attuali del 99,71 % entro i 21 gg., rientrano ampiamente entro i requisiti richiesti dai programmi di screening (standard richiesto 2: 90%).

Nel periodo 2006-2013 la nostra U.O. di citodiagnostica ha eseguito circa 10.500 casi di
determinazione di HPV di alto rischio superando ampiamente gli standard minimi della regione
Emilia Romagna (secondo il documento ministeriale "Screening Oncologici" del 2006)

L'expertise accumulato rende pertanto la struttura (in termini di know-how del personale e
risorse tecniche) perfettamente all' altezza della gestione delle attività e complessità previste
dall'imminente "nuovo" modello regionale di screening cervico-vaginale per tutta l'Area Vasta
Emilia Centrale.

 

Idoneità degli ambienti e logistica

Il recente trasferimento presso il nuovo Polo Ospedaliero di Cona ha permesso alla U.O. di
citodiagnostica di disporre di spazi ampi dedicati alle singole metodiche e di ambienti moderni ed
attrezzati con tutte le caratteristiche di idoneità richieste da un laboratorio qualificato a sostenere
l'applicazione del test HPV come test primario nello screening per la prevenzione dei tumori del
collo dell'utero per tutta l'Area Vasta Emilia Centrale della Regione Emilia-Romagna.

 

>> Perché la scelta della Direzione Generale è sbagliata e penalizzante ?

Perché esistono due situazioni organizzative diverse, una ipotetica (Bologna) ed una
reale (Ferrara). Quella ipotetica (Bologna), che quindi allo stato non
è operativa, in termini di "Service per lo sviluppo del test HPV", non corrisponderebbe comunque alle linee guida regionali per quanto riguarda la centralizzazione in un punto unico, e per quanto riguarda le metodiche indicate sarebbero necessari almeno due anni per andare a regime. Quella reale (Ferrara) è in linea con le raccomandazioni regionali sotto entrambi i punti di vista ed è già in essere. A settembre 2013 le attività di pap-test di Bologna sono state spostate dal S. Orsola al Maggiore perché i
tempi di refertazione non erano adeguati.

  1. Parte del lavoro a Bologna utilizza la presenza di personale a contratto,
    mentre Ferrara utilizza personale strutturato.

  2. In base al valore predittivo positivo del test, dati di Bologna comporterebbero, rispetto a quelli di Ferrara, una richiesta di colposcopie
    inappropriate superiore al 50%; se i dati di Bologna sono riferiti a donne già in
    trattamento diventa evidente che non dispongono di dati relativi allo
    screening.

  1. Il sistema Ferrara copre l'80% delle donne eleggibili, quello di Bologna, come
    affermato, il 50%.

  2. Il 3% delle donne servite da Bologna deve ripetere il PAP test perché
    inadeguato, a Ferrara pressoché nessuna.

  3. I tempi di refertazione dei PAP test entro i 21 giorni prescritti, a Bologna sono
    solo il 44 %, a Ferrara il 98%.

 

PERCHE ALLORA BOLOGNA ?

La motivazione non è scritta, ma sono note a tutti le pressioni sulla Regione da parte di ambienti Universitari Bolognesi in ossequio deviato rispetto a quel fondamentale principio secondo il quale gli amministratori, che pure ci mettono la faccia di fronte ai cittadini, DEVONO STARE FUORI DALLA SANITA', appannaggio di manager e tecnici clinici, .

Ma questo principio, sacrosanto in pura teoria, per NOI VALE SOLO SE viene posto a difesa di valori CLINICI, SCIENTICI, ORGANIZZATIVI che puntano al meglio in assoluto, non se diventano mero arbitrio.

 

Il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e La Presidente della conferenza socio sanitaria ferrarese Marcella Zappaterra, Presidente della Provincia

BOCCIANO

Senza appello il lavoro della AREA Vasta Emilia Centro che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato significativo

EVIDENZIANO

La piena collaborazione prestata dalle Istituzioni locali in un momento difficile di riqualificazione della rete sanitaria volta ad ottimizzare i servizi per produrre la massima efficacia alla spesa sanitaria.

La piena collaborazione prestata allorquando in Area Vasta : sia sulla centrale 118, sia sul Centro unico trasfusionale si sono fatte prevalere motivate esigenze organizzative su Bologna e si badi non sono in gioco disagi degli utenti in quanto in una direzione e nell'altra si muoverebbero solo campioni biologici e/ file

INVITANO

Il Direttore Generale della Sanità Regionale dr. Tiziano Carradori a motivare in forma scritta sul piano scientifico e clinico organizzativo la decisione sulla HPV DNA test così da rendere note alla comunità scientifica e sanitaria regionale le ragioni obiettive di tale scelta, che appaiono ai più assolutamente non convincenti.

                                                                   CHIEDONO

All'assessore alla Sanità Carlo Lusenti e al Presidente Vasco Errani di affermare con chiarezza quali siano le linee di indirizzo per scelte di questa portata e conseguentemente affermare come opportuna la revoca della decisione assunta dalla Direzione Regionale Sanitaria perché NON IN LINEA con gli indirizzi della stessa forniti , immotivata, in contrasto con le evidenze cliniche, scientifiche ed organizzative già in atto . 

 

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