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Sull'Ordine del giorno relativo alla selezione del direttore generale della Holding Ferrara Servizi

29-06-2015 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani *

Vanno innanzitutto rettificate almeno alcune delle numerose imprecisioni presenti nell'ordine del giorno oggi in discussione in Consiglio comunale, così come nelle interpellanze e nelle dichiarazioni alla stampa che si sono susseguite in questi ultimi giorni; nella speranza che tali imprecisioni siano dovute più ad una incompleta conoscenza dei fatti e del contesto, che non alla volontà di esercitare una mera strumentalizzazione all'insegna di una demagogia tanto facile e "alla moda" quanto poco costruttiva. Tuttavia, non posso non rilevare come le modalità, la tempistica e le formule adottate in quest'ordine del giorno non appaiano esattamente funzionali a garantire il massimo grado di serenità al giudizio che dovrà esprimere una commissione che dovrà presto insediarsi. Confido che l'autorevolezza dei suoi componenti sia uno scudo sufficiente ad ogni possibile elemento di turbativa.

Holding Ferrara Servizi ha istituito il ruolo del Direttore Generale già dall'aprile del 2008, per motivi la cui necessità risulta evidente, anzi ovvia, a chiunque voglia considerare le cose con un minimo di imparzialità e buon senso, e sui quali mi soffermerò tra poco.

Lo statuto di Holding - approvato dal consiglio comunale nel dicembre del 2006 - non disciplina la figura del direttore generale per il semplice e unico motivo che questi - a differenza dell'organo amministrativo, dell'assemblea dei soci o del collegio sindacale - non è un organo della società. Ha altre ed importanti funzioni, ma non è un organo, e quindi lo Statuto non se ne occupa. Ciò non toglie che la società possa decidere di dotarsene, cosa che Holding ha fatto.

Non è assolutamente vero che sino ad un anno fa il ruolo di direttore generale di Holding era svolto formalmente da un dirigente della pianta organica comunale, e non si capisce da dove sia stata desunta questa informazione. E' invece vera una cosa: il fatto che, per qualche tempo e sino ad un anno fa, sia stato possibile concentrare sull'Amministratore Unico di Holding anche le funzioni di direttore generale, è dovuto a circostanza particolari e oggi non più esistenti. All'inizio del 2011, l'allora direttore generale di Holding, su mia richiesta, si mise in aspettativa, per divenire uno dei miei più stretti collaboratori in Comune, coerentemente con una logica che ha visto progressivamente concentrarsi sui livelli apicali dell'Ente responsabilità maggiori e più diversificate di quanto non avvenisse in passato. L'assunzione in capo all'amministratore di Holding anche delle funzioni di direttore generale è stata possibile grazie all'encomiabile impegno profuso e anche in virtù di una programmazione strategica sull'evoluzione del gruppo nel corso del primo mandato del Sindaco definita in modo puntuale entro i primi mesi del 2010. Ma, ripeto, si è trattato di una circostanza che già dall'anno scorso è stata considerata come non più ulteriormente sostenibile, in ragione dei nuovi impegni che attendono la società. E infatti già l'anno scorso la società si è nuovamente dotata di un direttore. La temporaneità di quell'incarico era unicamente motivata dalla necessità di svolgere comunque un procedimento selettivo, a seguito del quale individuare il direttore da incaricare per i prossimi quattro anni, procedimento che l'attuale amministratore ha avviato nei tempi necessari.

E' bene però ricordare, sia pure sinteticamente, che cosa è Holding, cosa ha significato la sua presenza e che cosa potrà significare nei prossimi anni, se vogliamo che i cittadini abbiano qualche elemento in più per valutare se vale la pena o meno investire qualche decina di migliaia di euro nella presenza di un direttore generale.

Qualche dato: nel 2008, i consiglieri di amministrazione insediati nelle varie società del gruppo erano 21, oggi sono 3. Il loro costo è passato da quasi 400.000 euro a 120.000. I dirigenti erano 9, oggi sono 6, attuale direttore generale di Holding compreso e comprese anche le Farmacie Comunali che nel 2008 non facevano parte del gruppo. Analoga dinamica è avvenuta per quanto riguarda i quadri intermedi e altre categorie di lavoratori, con una differenza sul costo complessivo del personale di € 710.000 in meno rispetto al 2008. E, si badi bene, adottando un'accorta politica di relazioni sindacali che ha permesso razionalizzazioni così importanti senza che si manifestassero mai tensioni significative con i lavoratori (sono più di 260) e con i loro rappresentanti, e con un grado di contenzioso assolutamente fisiologico e comunque sempre risolto positivamente per il gruppo.

Sono importanti questi numeri? Certamente, ma ancora più importanti sono gli altri risultati conseguiti mentre si tagliavano alcune centinaia di migliaia di euro di spesa. Dal 2008 ad oggi, si è raccolto un gruppo di aziende che erano, per usare un paragone, come tanti piccoli principati indipendenti, l'uno assolutamente slegato dall'altro, e li si è condotti a sistema: consolidato fiscale, finanza di gruppo, omogeneità del quadro regolamentare e negli adempimenti, compattezza del gruppo dirigente, coerenza nel livello di comprensione, condivisione ed esecuzione del mandato ricevuto dall'Amministrazione comunale. Traduco: ad oggi, oltre 36 milioni di valore annuo della produzione; quasi 16 milioni - dal 2008 al 2015 - trasferiti al Comune tra dividendi (poco meno di 10 milioni) e costi sostenuti in nome e per conto del Comune (quasi 6 milioni tra canoni, manutenzioni, segnaletica, ecc), oltre naturalmente agli investimenti realizzati nell'ambito dell'attività caratteristica, ma che si traducono comunque in un incremento del patrimonio di tutti i cittadini. Un patrimonio netto di gruppo che - nonostante le risorse periodicamente trasferite al Comune - è aumentato nel frattempo di quasi 7 milioni. Il tutto in un quadro di sostanziale invarianza (anzi, in alcuni casi di vero e proprio calo in termini reali) delle tariffe praticate all'utenza per i diversi servizi erogati dalle società del gruppo.

Per esigenze di brevità, si può solo accennare ad alcune delle operazioni straordinarie e delle criticità affrontate e risolte nel corso di questi anni: dall'ambito della cultura, dove per il tramite dell'allora controllata Ferrara Arte è stato possibile dare - in modo strutturale - un assetto sano e puntualmente controllabile alla situazione economico-finanziaria di Ferrara Musica (e forse senza quell'intervento oggi non potremmo più vantare una stagione di concerti che continua a proiettare il nome di Ferrara a livello internazionale, e non avremmo nemmeno potuto intitolare al maestro Abbado il nostro teatro); alla soluzione tempestiva ed efficace di problemi logistici del Comune, con l'acquisizione degli uffici in via Maverna; agli interventi in emergenza, subito dopo il sisma, nella messa in sicurezza della Certosa monumentale; ma soprattutto, in un contesto che ha visto il proliferare - a volte caotico - di normative non sempre tra loro coerenti ma tutte accomunate dall'attenzione giustificata che il legislatore ha posto sui fenomeni di inefficienza o dissesto che troppo spesso caratterizzano l'ambito delle partecipazioni societarie pubbliche, un'opera pressoché continua di armonizzazione, adeguamento e controllo che ci consentono di considerare il gruppo Holding come un esempio virtuoso e un modello da imitare nell'ambito delle società pubbliche.

Veniamo alle competenze: all'organo amministrativo - sia esso un CdA oppure un amministratore unico, come nella situazione attuale - spettano tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Al direttore attualmente spetta: la responsabilità di Datore di Lavoro, ai sensi del Dlgs. 81/2008 (sicurezza sul lavoro), con tutto ciò che ne consegue in termini di rischi ed adempimenti; la responsabilità dell'osservanza delle disposizioni del codice dei contratti, in tutte le esecuzioni di forniture e lavori; il coordinamento dei dirigenti operativi che - comandati da Holding e subordinati al direttore generale - svolgono la loro attività nelle singole aziende, il che significa che il direttore generale - nel concreto - svolge sia un'attività di supporto tecnico-operativo sull'attività delle controllate, sia di controllo sull'esecuzione degli indirizzi determinati dal Comune; il coordinamento della parte datoriale, in sede di delegazione trattante e in generale nei rapporti con i sindacati; inoltre, la responsabilità su tutte le funzioni trasversali - cioè quelle funzioni la cui implementazione riveste un significato fondamentale nel sostanziare la stessa ragion d'essere di Holding - dalla finanza di gruppo al controllo di gestione, dalla predisposizione del bilancio consolidato di gruppo al monitoraggio cadenzato dei risultati di gestione del gruppo e di ciascuna controllata., dalla responsabilità della prevenzione della corruzione ai sensi della l. 190/2012 alle responsabilità per la trasparenza ai sensi del Dlgs. 33/2013.

Dico sinceramente ciò che penso: se le polemiche sollevate in questi giorni avessero come unico e genuino proposito quello di contribuire alle valutazioni su quale strategia aziendale e di governance è più opportuno adottare, la domanda se per una Holding con le caratteristiche che ho appena tratteggiato sia necessario - di norma - avere tanto un organo amministrativo quanto un direttore non si porrebbe neppure. Ma è evidente che a questo dibattito sono sottese finalità politiche (con la "p" minuscola) di tutt'altra natura, altrimenti non si spiegherebbero proposte e considerazioni che appaiono volutamente demagogiche e provocatorie. Mandiamo un dirigente del Comune a fare il direttore di Holding: benissimo, e chi è che fa il lavoro che quel dirigente ha svolto sinora in Comune? Destiniamo il risparmio di uno stipendio in meno alla riduzione della pressione fiscale: di quanti millesimi di euro pro capite di pressione fiscale in meno beneficeranno i ferraresi? L'anno scorso, quando riuscimmo a tagliare di due milioni l'addizionale IRPEF, qualcuno disse che era una presa in giro. Un taglio di 80.000 euro come lo vogliamo definire? Siamo sicuri che, per buttare pochi spiccioli e molto fumo in faccia agli elettori, per solleticare il voyerismo mediatico su quanto guadagna Tizio, Caio o Sempronio, valga la pena mettere a repentaglio la tenuta e l'assetto di un gruppo aziendale che ha una rilevanza determinante per l'esecuzione delle politiche dell'Ente, in tanti servizi essenziali per la vita della nostra comunità? E poi, nessuno l'anno scorso fece alcun rilievo, e infatti sotto il profilo giuridico allora come oggi non vi sono problemi. Era stato assunto l'impegno di un incarico a termine e di fare una selezione: l'impegno viene mantenuto, c'è da stupirsi che ciò che era considerato legittimo nel 2014 non lo sia più nel 2015.

Io credo che questa sia una china pericolosa per tutti; se si spinge avanti questa logica ancora di pochi passi si rafforzerà sempre di più nei cittadini la percezione che anche il tempo dedicato all'esercizio della democrazia è uno spreco, che è uno spreco la democrazia stessa, che i consigli comunali sono inutili.

Noi invece pensiamo che la democrazia sia innanzitutto assunzione di responsabilità. E quindi affermiamo chiaramente che in primo luogo prendiamo atto della decisione dell'amministratore unico di indire una selezione, che non la commentiamo per il rispetto dovuto alla sua autonomia, ma che approfittiamo di questa circostanza per rinnovargli pubblicamente - qualora ce ne fosse stato bisogno - la nostra stima. Ma c'è dell'altro: anticipo che stiamo seriamente valutando - e questa, invece, è una decisione che compete in via esclusiva al Socio Unico Comune di Ferrara - l'opportunità di rafforzare ulteriormente il vertice amministrativo di Holding, se ciò fosse necessario per affrontare adeguatamente gli scenari e le sfide aperte dei prossimi anni, e adottare le idonee strategie. Su quegli scenari, su quelle sfide, su quelle strategie i consiglieri comunali - tanto in commissione che in seduta plenaria - saranno chiamati a confrontarsi. Mi permetto di formulare un auspicio, che non si aspetti quell'occasione, ma che si cominci già da oggi a "volare più alto", a mettere da parte faziosità, demagogia e attacchi personali mascherati - più o meno velatamente - da questioni di principio, e che maggioranza e opposizione ragionino insieme - ciascuno dalla propria posizione - sui temi fondamentali: quali siano le strategie più idonee a garantire un livello adeguato di servizi, e quali priorità - in un contesto in cui la stretta alla finanza locale impone anche scelte difficili - vogliamo darci; come fare in modo che le sfide poste dalla modernità non costituiscano per Ferrara un rischio di arretramento rispetto ad altre realtà vicine e competitive, ma anzi un'occasione per progredire. Il risultato più importante sarebbe - a mio parere - che tutti, maggioranza e opposizione, convenissero su un punto: il bisogno più urgente, la necessità più genuina della nostra città è che in Consiglio comunale si torni a fare davvero Politica. Con la P maiuscola.

 

* Sindaco del Comune di Ferrara