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L'Amore, i Diritti, la CirinnĂ  e le scuse della politica

26-02-2016 / Punti di vista

di Leonardo Fiorentini *

Intervento sul voto di ieri al Senato che ha stralciato stepchild adoption e obbligo di fedeltà dal ddl Cirinnà sulle Unioni Civili.

Oggi la politica, tutta la politica, deve chiedere scusa. Deve chiedere perdono a quei milioni di persone che credevano nella possibilità che questo paese potesse finalmente uscire dalla nebbia democristiana e dotarsi di norme che garantissero il diritto all'amore per tutti. Lo si era già intuito quando si era ricorsi all'espediente costituzionale delle "formazioni sociali specifiche" per definire quelle che sono semplicemente e naturalmente famiglie. Ma purtroppo dopo il voto di ieri sul DDL Cirinnà ne abbiamo la certezza.

Un "dibattito da ubriachi" (cit. M. Cacciari) ha portato all'approvazione in Senato di una legge che sancisce l'unica cosa che non doveva, ovvero l'esistenza di famiglie di serie A e di serie B. E non basta uscirsene con roboanti dichiarazioni "ha vinto l'amore" (cit. M. Renzi) quando ieri l'hashtag #contronatura lanciato involontariamente da Angelino Alfano ha eclissato #petaloso. Non parliamo poi dello stralcio del dovere della fedeltà, degno solo di una maggioranza che accetta il voto di fiducia di Angelino Alfano, Denis Verdini e Beatrice Lorenzin. Del resto l'improvviso passaggio dalla libertà di coscienza concessa ai cattodem al voto fiducia al governo, stavolta imposto a coloro che erano a favore della stepchild adoption ormai stralciata, è degno del miglior Gattopardo. Ma la cosa davvero disarmante, direi offensiva per l'intelligenza collettiva, è essere stati poi costretti a essere spettatori dello scaricabarile incrociato fra incapaci governanti e inutili oppositori, con tanto di sms spiatellati in pubblico. Bisticci infantili che non sarebbero consentiti neppure all'asilo dove va mio figlio.

Ecco, mio figlio. Il mio è un figlio di serie A. In primis perchè nato da questa parte del mondo, senza il bisogno di fuggire da miseria, fame e guerre rischiando la vita su un barcone solo perchè qualcuno si è inventato dei confini invalicabili dalle persone. E poi perchè è nato in una famiglia, secondo la vulgata della destra reazionaria di questo paese, tradizionale: avrà garantiti tutti i diritti, non solo quelli patrimoniali, ma soprattutto quel diritto all'amore evocato ieri da quella faccia di bronzo che è il nostro Presidente del Consiglio. Ha diritto all'amore di due genitori, di tutti i nonni, degli zii e dei cugini della sua famiglia naturale. Altri figli no. La loro famiglia naturale, ripeto naturale secondo costituzione, non sarà riconosciuta dallo Stato, ovvero dalla società in cui noi tutti viviamo. Non avranno il diritto ad entrambi i genitori, all'affetto di tutti i nonni, gli zii i cugini se non per sentenza di un magistrato illuminato.

Non so se altri si sentiranno in dovere di farlo, ma proprio a loro, ai bambini che stanno subendo questa vile aggressione ai loro diritti e ai loro amori, vanno le mie più profonde scuse per quello che la politica, rigorosamente con la p minuscola, non è riuscita a fare. Me compreso. Con una sola promessa: ci riproveremo.

 

* - consigliere comunale Gruppo SEL