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MUSEO NAZIONALE DELL'EBRAISMO - Fino al 27 settembre in via Piangipane 81 a Ferrara

"Lo spazio delle domande": in mostra al Meis il cibo, i negozi e il rito nuziale della comunità ebraica

31-03-2017 / Giorno per giorno

E' dedicata all'esperienza ebraica in rapporto alla città la mostra dal titolo "Lo Spazio delle Domande" che sarà inaugurata al Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della shoah-Meis mercoledì 5 aprile alle 16 in via Piangipane 81, a Ferrara. La mostra, che rimarrà aperta fino al 27 settembre e che comprende anche un percorso, nel giardino del museo, sull'alimentazione ebraica, è stata presentata nella mattinata di oggi, venerdì 31 marzo, nella residenza municipale con i contributi del sindaco del Comune di Ferrara Tiziano Tagliani, della direttrice del Meis Simonetta Della Seta e del rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara Rav Luciano Caro.
La mostra e il giardino sono aperti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, fino a mercoledì 27 settembre. Giorni di chiusura: 11 aprile, 15 agosto e 21 settembre. 

LA SCHEDA a cura del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della shoah-Meis
Che cos'è per te l'ebraismo? Come lo celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo? Sono alcuni degli interrogativi che "Lo Spazio delle Domande", la nuova mostra del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della shoah-Meis, pone al visitatore, stimolandolo a trovare le risposte in modo originale e interattivo. Il percorso, che si inaugura mercoledì 5 aprile, alle 16, vuole avvicinare il pubblico al sistema-cardine - interrogarsi, cercare e sperimentare le risposte, appunto - della complessa e fiorente cultura ebraica: inscindibile dalle proprie radici e dalla memoria, che nutre, elabora e ricostruisce incessantemente, ma anche, e con ostinazione, viva e rivolta al futuro. Rigorosamente disciplinata, come dimostrano i numerosi precetti che regolano l'esistenza di ogni giorno e perfino il rapporto col cibo, ma altrettanto attenta ad approfondire il sapere, a onorare la libertà individuale e collettiva, a celebrare con pienezza i momenti più festosi, privati e pubblici.

Promosso dal Meis, con la collaborazione della Comunità Ebraica di Ferrara, l'allestimento si snoda dalla palazzina di via Piangipane 81, a Ferrara, al giardino sul retro e permette di ascoltare le interviste - inedite - realizzate dal regista Ruggero Gabbai a sette ferraresi sulla loro identità ebraica, di conoscere i tempi, le immagini e i suoni del matrimonio ebraico, grazie al lavoro di ricerca di Enrico Fink (tra i massimi interpreti della musica ebraica italiana), di interagire in una strada di botteghe e abitazioni ebraiche, ricostruita in scala, e con i burattini, di fare un gioco all'aperto sui dettami dell'alimentazione ebraica e l'uso delle spezie bibliche.

Alcune risposte alle domande le forniscono proprio i sette intervistati: Marcella Ravenna e Jose Bonfiglioli, Marcello Sacerdoti e Baruch Lampronti, il rabbino capo di Ferrara Rav Luciano Caro, e il presidente della Comunità Ebraica cittadina, Andrea Pesaro, affiancato dal nipote Alessandro, raccontano ampi brani del loro vissuto e il significato che attribuiscono all'ebraismo e alle sue tradizioni. Chi spiegando le ragioni di una scelta ebraica tardiva, chi soffermandosi sul legame controverso con gli scritti di Giorgio Bassani, chi intonando canti sacri e suonando lo shofar (il corno di montone usato in occasione di certe feste solenni), chi condividendo la propria storia di immigrazione, chi parlando con la saggezza degli anni e degli studi, e chi con la freschezza dell'infanzia, tra sogni da bambino e l'età adulta che incombe, all'avvicinarsi del Bar Mitzvah (la cerimonia di passaggio alla maturità).

La mostra è, poi, scandita da una selezione di oggetti ebraici - usati per i riti collettivi o nel quotidiano e provenienti dalla collezione del Museo Ebraico della Comunità Ebraica di Ferrara e da quella privata di Andrea Pesaro -, che nelle tre sale dell'esposizione illuminano specifici aspetti della vita ebraica.

Al centro della prima sala è la comunità, dove ci si confronta e si cresce insieme, mentre protagonista della successiva è il matrimonio, con la foto di un rito nuziale ebraico officiato nel 1934 nel Tempio di Via Mazzini, la chuppah (il baldacchino per gli sposi), gli anelli, un talled (scialle di preghiera) ottocentesco e un tappeto sonoro a tema: dalle sette benedizioni (Sheva Brachot) alla marcia nuziale di Baruch Abbà ("Benedetto chi viene"), fino agli antichi canti sinagogali ferraresi, con le melodie del coro femminile della Comunità ebraica di Ferrara (l'unica, in Italia, ad averne mai avuto uno). Nella terza sala, infine, la scena curata dalla Fondazione famiglia Sarzi di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) - in prima linea nella lotta partigiana e nome di spicco, da generazioni, del Teatro di Figura - riproduce e fa rivivere le vie del quartiere ebraico, con la Sinagoga e i negozi degli ebrei. Ecco, allora, tra gli altri, la cartoleria e profumeria Finzi, la gastronomia Nuta (Assunta Benvenuta Ascoli), che preparava salami d'oca, caviale di storione e altre specialità kasher come le buricche (pasta ripiena di carne lessa di vitellone o manzo, pollo o fegatini) e la bongola, rivisitazione della salama da sugo ferrarese. Ed ecco gli abitanti di quei luoghi, sotto forma di burattini (Nuta, il cliente, il medico e talmudista ferrarese Isacco Lampronti, etc.) che il pubblico - specie i più piccoli - può liberamente muovere e far dialogare, immaginando per ognuno un'avventura.

Lo Spazio delle Domande prosegue nel giardino e qui, con un approccio ludico, si focalizza su cosa mangiano gli ebrei. Piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana(gli aromi utilizzati per l'Havdalah, la preghiera di fine Shabbat) disegnano quattro diversi itinerari, ciascuno associato a un alimento: uova, pesce, carne e latte. Dopo aver letto i pannelli esplicativi della kasherut (la normativa ebraica sul cibo), i visitatori si trovano davanti adelle biforcazioni e devono decidere qual è la strada giusta da imboccare. Attraverso odori e sapori, scoprono così quanto la cultura ebraica sia differente, ma anche affine, alla loro.

Ingresso: 7 € il biglietto intero e 4 € il ridotto (titolari di MyFE Card e studenti universitari); entrano gratis i minori di 18 anni, gli insegnanti accompagnatori, i portatori di handicap con accompagnatore, i giornalisti e le guide turistiche con tesserino, i membri Icom, i militari in divisa.

Per info: Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della shoah-MEIS, Ufficio stampa, Daniela Modonesi, ufficio.stampa@meisweb.it, www.meisweb.it,cell. 333 2537218, tel.  0532 769137

 

Immagini scaricabili:

Il negozio della Nuta - Mostra del Meis "Lo spazio delle domande" Foto d'epoca della profumeria Finzi - Mostra del Meis "Lo spazio delle domande" Locandina della mostra del Meis "Lo spazio delle domande" Il presidente della Comunità ebraica di Ferrara Andrea Pesaro con il nipote Alessandro Baruch Lampronti tra i testimoni delle interviste in mostra al Meis Marcella Ravenna,  docente di Psicologia sociale all’Università di Ferrara, tra i testimoni delle interviste in mostra al Meis conf st 31 marzo 2017 meis 1 31mar2017_meis2.jpg