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La versione restaurata di 'Blow up' di Antonioni chiude il Festival 2017 del Cinema Ritrovato di Bologna

04-07-2017 / A parer mio

di M.Cristina Nascosi

Dopo aver celebrato i cinquant'anni del suo Grand Prix (così si chiamava all'epoca la Palma d'Oro), allo scorso Festival della stessa Cannes, ieri (2lug2017) la versione restaurata di Blow up di Michelangelo Antonioni ha chiuso in grande stile l'edizione 2017 del Festival del Cinema Ritrovato di Bologna.
Un 'giusto' rientro, visto che il restauro è stato fatto proprio dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con l'Istituto Luce - Cinecittà e Criterion, oltreché con la Warner Bros e Park Circus. Il restauro è stato realizzato nei laboratori di Criterion a New York e L'Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, con la supervisione di uno dei Maestri della Luce oggi in Italia, il direttore della fotografia Luca Bigazzi che ha 'lavorato' sull'opera del grande ed indimenticabile Carlo Di Palma, collaboratore, tra gli altri di Woody Allen.

Quello che rappresenta il decimo lungometraggio di Michelangelo Antonioni gli era stato ispirato dalla lettura di un racconto dello scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, Julio Cortazar, Le bave del diavolo - come lo stesso regista scriveva:

"(...)  Non mi interessava tanto la vicenda, quanto il meccanismo delle fotografie. La scartai e scrissi una sceneggiatura originale, nella quale il meccanismo assumeva un peso ed un significato diversi. Con me collaborarono Tonino Guerra e, per i dialoghi inglesi, Edward Bond. Un breve soggiorno a Londra insieme a Monica (la Vitti in quel periodo stava girando Modesty Blaise, di Joseph Losey) mi affascinò talmente che decisi di spostare l'azione dalla Parigi di Cortazar alla Londra della nuova musica e della nuova arte che proprio allora stavano prendendo piede".

Antonioni, sempre attento ed antesignano anche per le colonne sonore dei suoi film, scelse per Blow up il grande compositore, tastierista e attore statunitense  Herbie Hancock che, a sua volta, chiamò a collaborare molti dei protagonisti della scena jazz ma anche band rock dell'epoca come gli Yardbirds, presenti in un cameo passato alla storia come.... se stessi, nella pellicola.

Interamente girato nella emergente Swinging London, interpretato da un giovane David Hemmings a fianco di una quasi sconosciuta Vanessa Redgrave, Jane Birkin, la modella Veruschka  - prima di Dalì - e Sarah Miles, Blow up rimane, anche stilisticamente, una pietra miliare per grandi autori che vennero 'dopo' Antonioni: basti citare Peter Greenaway con il suo I misteri del giardino di Compton House, del 1982 - come lui stesso ha ricordato all'ultimo Biografilm Festival dove è stato premiato e dove ha anticipato una prossima sorpresa, da par suo, per la Città di Ferrara.

Immagini scaricabili:

BLOW UP di M. ANTONIONI.jpg