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Sulla chiusura della caffetteria del Castello Estense

08-07-2017 / Punti di vista

In riferimento all'articolo pubblicato in questi giorni da una testata giornalistica locale, che riportava considerazioni fortemente critiche del consigliere comunale Matteo Fornasini in merito alla chiusura della caffetteria presso il Castello Estense, ritengo opportuno fornire alcune precisazioni, allegando a questa nota il testo della delibera di Giunta nella quale è puntualmente descritto l'iter sinora seguito, in termini di atti, documenti e corrispondenza intercorsa.

Innanzitutto la chiusura è avvenuta sulla base di una decisione unilaterale del gestore, Orsatti Group, e motivata da forti criticità economiche della gestione. Queste criticità, come lo stesso gestore ha affermato in una lettera inviata all'Amministrazione, sono anche la causa dello stato di morosità del medesimo. Rispetto a questa morosità, il Comune si è immediatamente attivato nei modi previsti dalle disposizioni di legge e dal contratto vigente; con solleciti, in un primo tempo, e poi attivando l'istituto della "messa in mora" del debitore. La transazione approvata dalla Giunta (e prima ancora dai revisori dei conti del Comune), è lo strumento grazie al quale il Comune recupera il dovuto senza "tagliare le gambe" ad un imprenditore in evidente difficoltà. Al tempo stesso, quella transazione scioglie anticipatamente il contratto (che altrimenti sarebbe durato altri due anni), mettendo il Comune nella capacità giuridica di inserire anche la caffetteria nel bando - che sarà pubblicato a breve - per la concessione dei servizi strumentali ed aggiuntivi del Castello Estense. Non solo, ma il bando prevederà che la caffetteria sia riportata all'interno del percorso museale del Castello. Questo è un aspetto molto importante, perché mentre l'attuale collocazione (nel cortile del Castello, e quindi fuori dal percorso espositivo) la espone alla concorrenza dei numerosi e qualificati esercizi pubblici che operano nelle immediate vicinanze, il posizionamento nel percorso museale la renderà punto di passaggio obbligato per i visitatori del Castello (168.000 nel 2016), oltre che per coloro che visitatori non sono ma che continueranno ugualmente ad avere la possibilità di accedere alla caffetteria. Garantire a qualunque costo l'apertura dell'attuale caffetteria e sull'attuale collocazione, nel corso dei pochi mesi che ci separano dall'aggiudicazione della nuova concessione, potrebbe avvenire - per agire nel rispetto delle norme che disciplinano la pubblica amministrazione - solo pubblicando appositamente un bando, o quanto meno una manifestazione d'interesse. Abbiamo ritenuto che nessun imprenditore serio si sarebbe fatto avanti, per assumere una gestione di brevissima durata, e che quindi un eventuale bando sarebbe stato solo una perdita di tempo. Ci sembra di aver fatto una valutazione ispirata al più elementare buon senso, ma se il consigliere Fornasini conosce qualche ditta (possibilmente seria e referenziata) disposta a fare un 'cattivo affare', siamo qui. Intanto vorrei rassicurarlo: con tutto il rispetto per le sue convinzioni e percezioni personali, e dato atto che la temporanea chiusura della caffetteria dispiace anche a noi (ma ne siamo le vittime, non i responsabili), i dati oggettivi (numero di visitatori e gradimento - rilevato da puntuali indagini di customer satisfaction - in aumento rispetto ad un già lusinghiero 2016) ci rappresentano un Castello in ottima salute.

 

Giovanni Lenzerini, dirigente Settore Attività culturali del Comune di Ferrara

 

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