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Riflessioni sul tema della sicurezza e sulla zona Giardino

19-08-2017 / Punti di vista

di T..Tagliani, A.Modonesi e C. Sapigni

" La lunga e calda estate italiana, come era prevedibile, non ci ha dato tregua sul tema "immigrazione" e sui suoi correlati pertinenti : accoglienza, integrazione, degrado, criminalità. Anzi , ci ha consegnato un inasprirsi delle posizioni determinate da una linea più rigida del Ministro dell'interno Minniti, da un progressivo deterioramento del clima politico che favorisce atteggiamenti più viscerali che razionali, ma anche da un obiettivo radicamento di condotte illegali alimentate di fatto da una assenza di politiche efficaci sulla "post accoglienza" e da una cronica debolezza del controllo del territorio da parte di forze dell'ordine insufficienti e chiamate ad una emergenza dopo l'altra: prima Igor, poi la criminalità organizzata in Puglia, oggi il terrorismo. 
Continuiamo a pensare che il cercare di coniugare sicurezza urbana e integrazione, tutela del territorio e mediazione, decoro urbano ed accoglienza, sia l'approccio culturalmente e socialmente più alto. Soprattutto quello più coerente con la missione degli enti locali, consapevoli che la stagione dei "sindaci sceriffo", naufragata sotto la scure della leggi e delle sentenze, ormai non guadagna neppure una riga di cronaca.
Eppure ci abbiamo provato: con ordinanze contingibili  ed urgenti prima, con la le modifiche ai regolamenti di polizia urbana poi, ad adeguare  i nostri strumenti a quello che era un compito di ordine pubblico. Non si dica che siamo arrivati tardi visto che il primo appello lo abbiamo rivolto alla ministra Cancellieri, il secondo al vice ministro Bubbico,  il terzo al Prefetto Gabrielli, mentre altri - e vado indietro all'inizio del nostro mandato - aprivano spazi al grattacielo per le elezioni amministrative.... per chiuderli subito dopo.

In questi anni abbiamo organizzato incontri, iniziative, feste, manifestazioni; abbiamo animato piazze e aree verdi; abbiamo spostato o creato nuovi mercati; abbiamo aperto giardini e nuovi spazi; abbiamo fatto attività di mediazione sociale e culturale coinvolgendo residenti e comunità di immigrati; abbiamo una unità di strada che ogni settimana è al lavoro nel quartiere; abbiamo lavorato nelle scuole; abbiamo emesso ordinanze, sanzionato e chiuso locali; abbiamo potenziato la pubblica illuminazione e raddoppiato la videosorveglianza; abbiamo arredato aree verdi e campi sportivi; abbiamo spostato la sede della polizia municipale e avviato l'unità cinofila. Abbiamo, in sintesi, fatto tantissimo,  e  tutto quello che ci era richiesto da Questura, Prefettura e residenti. I dati ci dicono che i reati sono in calo a Ferrara ma alla GAD di fatto il clima   non si è modificato, anzi. Il senso di abbandono, di lontananza delle istituzioni e di rabbia è cresciuto tra le persone fino a manifestazioni di odio ed intolleranza. Non serve molto osservare in proposito che recenti gravissimi fatti di sangue in città non hanno riguardato immigrati e che spaccio e prostituzione ci riguardano non solo sul lato della "offerta" che ci "offende", ma anche sul lato della "domanda" che ci dovrebbe preoccupare altrettanto   

Doveroso chiedersi il perché.  A nostro avviso ci sono tre fattori: 

- il primo, una insufficiente azione, coordinata, continua e pervasiva, delle forze dell'ordine, che in questi anni hanno operato con pattugliamenti e azioni spot, magari anche eclatanti, piuttosto che con una presenza continua sul territorio. Ne conosciamo in parte le ragioni che abbiamo condiviso più volte con il Questore e con i sindacati di polizia, ma ci pare anche  doveroso richiedere ed  aspettarci un cambio di marcia. Ferrara è tra le città che possono accedere alle F.I.R. (forze di intervento rapido), questo significa che c'e la possibilità di azioni disarticolanti la rete di criminalità che costituisce la evoluzione di una situazione che è cambiata da un anno a questa parte e che denunciammo già la scorsa estate. Lo spaccio nel centro città si combatte con una azione convinta a partire dalle aree del grattacielo e di piazza Castellina nelle quali "risiede" la organizzazione dello spaccio. In quell'area abbiamo installato decine di telecamere che, volendolo,  potrebbero ottimizzare le azioni di contrasto. Certo anche la magistratura è chiamata a comprendere che vanno utilizzate,  prima ancora delle misure speciali,  le aggravanti comuni e le altre ordinarie forme di protezione sociale  per assicurare il lavoro delle Forze dell'ordine.   


- il secondo, una politica nazionale nella gestione dei flussi dei richiedenti asilo che non ha ancora compreso che l'accoglienza senza la integrazione è insostenibile nel lungo periodo. Non è accoglienza quella che costringe per due anni, senza alcun controllo o gestione, dei ragazzi a bighellonare per parchi, o a chiedere l'elemosina fuori dai supermercati, o a prostituirsi. Non è accoglienza quella che non dà opportunità di impiegare costruttivamente il proprio tempo e fa sì che a centinaia si ritrovino, nelle aree verdi del quartiere Giardino (venendo anche da altri Comuni), mentre noi abbiamo convinto il Prefetto a escludere la Gad dalle zone di accoglienza. Occorrono strumenti normativi che consentano il lavoro, non il mero volontariato, attività di utilità sociale e di integrazione linguistica e culturale per tutti, maggiori strumenti anche per chi accoglie che deve essere più responsabilizzato.     

- Il terzo infine  una strumentalizzazione politica e mediatica pervasiva e sistematica Paradossalmente oggi la GAD ( e c'è una GAD in ogni città capoluogo ed in regione ci sono città con indici più alti  di criminalità basti pensare a Bologna e Rimini) è indispensabile proprio alla Lega che  fa breccia trasversalmente alle forse politiche, con la semplificazione di problemi complessi, l' indisponibilità ad ascoltare, il rifiuto di ogni progettualità in nome di una ipotesi di  respingimento che neanche il muro di Trump ha realizzato ( e si trattava di un muro non di un mare): ma che porta anche al venir meno dei principi di diritto internazionale e di civiltà, al chiudersi dell'Europa che, anche qui con un paradosso, mentre chiude le frontiere, nulla può contro certo terrorismo  che colpisce egualmente.    

Noi però non gettiamo la spugna: nei prossimi giorni daremo più strumenti e mezzi alla Polizia Municipale,  consapevoli del sacrificio che stiamo loro chiedendo e delle difficoltà di chi lavora con "regole di ingaggio" e formazione ben diversa da quelle delle Forze dell'ordine.  Chiederemo a "Fe Tua" di affiancare, durante i servizi del verde e della sosta, personale di sicurezza privata nelle aree a rischio. Continueremo ad investire anche nel contrasto amministrativo di quelle attività, commerciali o meno,  che violano la regole. Proseguiremo ad investire anche nella mediazione e nei progetti di utilità sociale, in attesa che qualcosa si muova. Con insistenza chiederemo al Governo, ancora e ancora, che siano messi a disposizione uomini e mezzi. Dobbiamo  consentire  ai ferraresi di essere orgogliosi della loro civile disponibilità ad accogliere e non alla gogna per la paura di perdere la propria identità. 

 

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara
Aldo Modonesi, assessore alla sicurezza urbana
Chiara Sapigni, assessore servizi alla persona


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Testo diffuso dalla Portavoce del Sindaco di Ferrara