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MUSEO RISORGIMENTO E RESISTENZA - Fino al 29 ottobre esposizione a ingresso libero in corso Ercole I d'Este

In mostra "La tragedia dimenticata. Gli italiani di Crimea"

04-10-2017 / Giorno per giorno

Sabato 7 ottobre 2017 alle 17 al Museo del Risorgimento e della Resistenza, in corso Ercole I d'Este 19 a Ferrara, si terrà l'inaugurazione della mostra dedicata a "La tragedia dimenticata. Gli italiani di Crimea". La responsabile del museo Antonella Guarnieri introdurrà gli interventi del giornalista Rai Stefano Mensurati, curatore della mostra, e del vicesindaco e assessore comunale alla Cultura Massimo Maisto. A seguire saranno presentati i risultati della ricerca sui soldati dell'Armir di Ferrara e provincia (finanziata da Assopopolari), che vennero fatti prigionieri dall'Armata Rossa e finiti ai lavori forzati nel gulag kazako di Karaganda.

COMUNICATO a cura degli organizzatori
Sabato 7 ottobre, a Ferrara, doppio evento legato alle tristi vicende degli italiani detenuti nei Gulag dell'ex Unione Sovietica.
Alle 17, al Museo del Risorgimento e della Resistenza, in corso Ercole I d'Este 19, verrà presentata la mostra fotografica che racconta la storia degli italiani di Crimea, una piccola minoranza emigrata nell'Ottocento per lo più dalla Puglia, che dopo decenni di pace e di prosperità fu sistematicamente perseguitata dal comunismo.
Dapprima la collettivizzazione degli Anni Venti, con il sequestro di tutte le proprietà, e le successive carestie; poi le purghe staliniane, con decine di loro che furono ingiustamente accusati di attività controrivoluzionaria, processati e fucilati; infine, il 29 gennaio del 1942, il rastrellamento casa per casa di tutte le famiglie di origine italiana e il loro trasferimento nei Gulag del Kazakhstan, dove i circa 1500 deportati furono decimati dal freddo, dalla fame, dalle malattie e dai lavori forzati.
Per ciò che riguarda gli studi ferraresi, la storica Delfina Tromboni, per anni responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza, aveva trattato il fenomeno dell'emigrazione sia politica sia economica nella ex Unione Sovietica e dell'internamento nei gulag degli italiani durante le purghe staliniane, in un saggio del 2010, inserito nel volume "Storie di esilio, di fuga e di deportazione", edito dalla Tresogni di Ferrara, che raccoglieva gli atti di un convegno patrocinato, in quello stesso anno, dal Comune di Ferrara.
Una deportazione ignorata dai libri di storia, perpetrata ai danni di una comunità la cui unica colpa era quella di essere di origine italiana e per questo facile obiettivo di una rappresaglia per l'invasione dell'Unione Sovietica da parte dell'Armir. Negli anni Cinquanta il mesto ritorno in Crimea di un'ottantina di sopravvissuti, che dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica hanno costituito l'associazione Cerkio, per non dimenticare e per riallacciare i legami con la madrepatria dei loro nonni.
Nel 2015 Vladimir Putin ha riconosciuto agli italiani di Crimea lo status di minoranza perseguitata e deportata, un traguardo importantissimo sia per ristabilire la verità storica sia per avere accesso a un indennizzo per le case perdute al momento della deportazione. Fra i documenti necessari per avviare la pratica, un certificato che dimostri la detenzione nei Gulag kazaki.
Con il finanziamento determinante di Assopopolari, l'Associazione delle Banche Popolari Italiane, nell'agosto dello scorso anno è così partita per Karaganda - sede del più grande Gulag (ora in territorio kazako) di tutta l'ex Unione Sovietica - una missione di tre ricercatori con lo scopo di ritrovare i documenti mancanti.
La grande sorpresa è stata che accanto a decine di nominativi di italiani di Crimea, nello stesso archivio del lager n. 99 è stata trovata traccia del passaggio di circa 900 militari italiani dell'Armir, creduti morti in combattimento durante la Campagna di Russia o nel corso della disastrosa ritirata. In realtà erano stati catturati dall'Armata Rossa e in spregio a tutte le convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra, come del resto accadde ai prigionieri sovietici e, in seguito, dopo l'8 settembre anche ai militari italiani che si rifiutarono di combattere con i nazi-fascisti, furono mandati ai lavori forzati nelle miniere, nelle cave di pietra e in agricoltura.
Sabato 7 ottobre sarà così l'occasione per presentare anche il risultato di questa clamorosa ricerca, che per quanto riguarda Ferrara e provincia conta 9 prigionieri di guerra (59 per l'intera regione Emilia Romagna). Una ricerca che è poi continuata anche in Italia, e infatti sono stati invitati i sindaci dei Comuni di origine e i parenti dei militari di Ferrara e Provincia ai quali verrà consegnata la scheda di prigionia del loro congiunto fotografata nell'archivio del Gulag.
Il potenziale di questa ricerca è enorme, considerato che finora è stata esaminata solo una piccola parte delle schede conservate nei Gulag: da un primo confronto coi diversi archivi sparsi in tutto il territorio dell'ex Unione Sovietica appare chiaro che almeno 20mila dei circa 90mila dispersi della Campagna di Russia non erano morti ma furono catturati e mandati ai lavori forzati. Molti di loro sono stati liberati alla fine degli anni Quaranta e hanno potuto fare ritorno in Italia, ma molti altri sono morti nei Gulag e un'indagine capillare potrebbe sicuramente chiarire il loro destino e dare una risposta a tante famiglie che dopo anni di silenzio da parte delle istituzioni italiane hanno ormai perso ogni speranza.

La mostra "La tragedia dimenticata. Gli italiani di Crimea", a ingresso libero, sarà visitabile da sabato 7 ottobre a domenica 29 ottobre 2017, dal martedì alla domenica ore 9.30-13 e 15-18.

Per info: biglietteria del Museo del Risorgimento e della Resistenza, mail biglietteriamrr@comune.fe.it, tel. e fax 0532 244922

 

 

Immagini scaricabili:

Mostra "La tragedia dimenticata. Gli italiani di Crimea" al Museo del Risorgimento e della Resistenza, Ferrara