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"Di chi possiamo fidarci?" La mafia dove meno ce l'aspettiamo

20-11-2017 / A parer mio

Sabato 18 novembre, dalle 10 alle 13, nella Sala della Musica in Via Boccaleone si è tenuto un incontro sul tema della presenza della criminalità organizzata in Emilia Romagna. In particolare si è dibattuto del "Processo Aemlia", attualmente in corso a Regio Emilia, relativo all'infiltrazione dell'organizzazione criminale calabrese della ‘Ndrangheta.
Relatori dell'incontro Sabrina Pignedoli, giornalista de "Il Resto del Carlino", vincitrice Premio Estense 2016, Antonio Monachetti, avvocato e componente dell'Ufficio Legale di "Libera nomi e numeri contro le mafie", Elia Minari coordinatore dell'associazione antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia; hanno coordinato i lavori Federica Pezzoli di Libera Ferrara e Alessandro Zangara capo dell'Ufficio Stampa del Comune di Ferrara.
Attraverso l'intervista di Alessandro Zangara a Sabrina Pignedoli, si è fatto il punto della situazione riguardo a una vicenda di cronaca giudiziaria ritenuta fino a ora inusuale nel nostro territorio, quanto la presenza di attività criminali operate da organizzazioni mafiose.
La vicenda balza agli onori delle cronache con il blitz delle forze dell'ordine avvenuto a Reggio Emilia nel gennaio 2015, benché di sentori ce ne fossero anche prima, come incendi di automobili o nei cantieri. Sabrina Pignedoli ha poi spiegato come lei già dal 2010 avesse iniziato a occuparsi di queste vicende, chiedendosi quali fossero le operazioni antimafia già svolte sul territorio, non soffermandosi al semplice racconto dei fatti, ma portando attenzione sul chi e perché fosse stato colpito.
La giornalista ha affermato come al giorno d'oggi ci sia bisogno di più attenzione, in quanto un comune imprenditore potrebbe essere avvicinato e ‘coinvolto negli affari' delle organizzazioni mafiose diventando sia complice sia vittima. A questo proposito ha riportato una citazione di Antonio Valerio - pentito, processato per azioni mafiose - che riferendosi ai mafiosi li definisce così: "Sono come i leoni, assieme prendono la preda e poi litigano tra di loro per chi è il primo che deve mangiare". Sabrina Pignedoli, anche sollecitata dalle domande del pubblico, ha infine evidenziando la difficoltà dal punto di vista giornalistico nel trattare questi argomenti correttamente e utilmente per la collettività.


Elia Minari - coordinatore dell'associazione Cortocurcuito di Reggio Emilia- ha raccontato la sua attività civica, in collaborazione con altri ragazzi della sua scuola, nel denunciare attività mafiose presenti nel territorio, postando inchieste e video sul web, intervistando i protagonisti. Ha poi illustrato il proprio libro "Guardare la mafia negli occhi", nato dall'interesse di voler mettere a nudo le attività mafiose svolte in Emilia Romagna.
Infine è intervenuto Antonio Monachetti - avvocato dell'associazione Libera - che ha riassunto le fasi del processo Aemilia, consigliando le tecniche più efficaci per affrontare il tema delle mafie: promuovere educazione e informazione nelle scuole, prestare attenzione a come riportare le notizie e partecipare come cittadini ai processi. Ha infine aggiunto un ultimo consiglio: "Non bisogna essere pessimisti, stiamo lavorando per trovare anticorpi e soluzioni a situazioni di illegalità, ma insieme dobbiamo guardare la realtà con occhiali diversi e insieme dobbiamo cambiare le lenti per osservare le cose con maggiore attenzione e trasparenza".


Giulia e Shirli, studentesse del Liceo Carducci di Ferrara nell'ambito del progetto di alternanza Scuola - Lavoro (novembre 2017)

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