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Natale 2017: una nuova storia familiare

22-12-2017 / A parer mio

di Gian Carlo Perego*

È il mio primo Natale tra voi, cari fratelli e sorelle della Chiesa e della Terra di Ferrara-Comacchio. Un Natale che conserva il gusto di paese, "tra le dense nebbie dolcemente scampanante" (Corrado Govoni), ma anche la forza della verità e della realtà dell'Incarnazione, del Dio tra noi. Anche se il Natale è gioia, è festa, è famiglia non possiamo dimenticare in questo Natale che molte campane non suoneranno nelle nostre ancora numerose chiese chiuse dopo il terremoto del 2012: è una ferita che ci fa soffrire, ma che al tempo stesso ci impegna, insieme. Non possiamo dimenticare a Natale i risparmiatori azzerati da un sistema bancario che da luogo di tutela del risparmio è diventato strumento di dilapidazione del frutto del lavoro e del risparmio stesso, complice una politica economica ancora incerta nel costruire un sistema di solidarietà che faccia giustizia di una situazione iniqua. Non possiamo dimenticare a Natale le troppe famiglie di persone sole: anziani, vedove, immigrati, separati e divorziati, ammalati. Entrando nelle città e nei paesi della nostra Diocesi vorrei fermarmi e non dimenticare soprattutto questi luoghi, queste persone, per sognare con loro, nelle loro case un Natale che porti il regalo di una chiesa riaperta, di un conto in banca ricostruito per affrontare con serenità la quotidianità e la vecchiaia, di una compagnia e una prossimità che rassereni. Un sogno che a Natale diventa ricordo, impegno comune, e si allarga oltre i confini della nostra Chiesa e della nostra Terra, raggiungendo Paesi, uomini e donne in cerca di pace, di giustizia, che soffrono perché la loro terra, e non solo la loro persona, è violata: perché "tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio" (Salmo 97).
La Parola di Dio, il suo Amore che si fa carne, uomo, a Natale ci regali la luce e gli occhi per guardare intorno, e riconoscere tra i nostri fratelli e le nostre sorelle chi ha veramente bisogno del nostro sguardo, della nostra mano; per guardare avanti, perché da questa nascita che contempliamo cresca un desiderio di vita nelle nostre città e paesi.
Dio a Natale ci dice, parafrasando ancora le parole della Lettera agli Ebrei, che leggeremo in chiesa: io sarò per te un padre e tu sarai per me un figlio. Non nasce solo un figlio a Natale, ma si genera una storia nuova, una storia d'amore, una storia familiare: la storia evangelica. Questa storia noi vogliamo custodire e annunciare nelle nostre comunità a Natale, perché "acclami il Signore tutta la terra" (Salmo 97). Buon Natale. Auguri.

* Vescovo di Ferrara e Comacchio