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MUSEO RISORGIMENTO E RESISTENZA - Inaugurazione giovedì 4 ottobre alle 18.30. Visitabile fino a domenica 21 ottobre

In mostra ‘Peppino Impastato, una storia collettiva'

02-10-2018 / Giorno per giorno

È in programma per giovedì 4 ottobre alle 18.30 l'inaugurazione, al Museo civico del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (corso Ercole I d'Este 19, Ferrara), della mostra: "Io non ritratto. Peppino Impastato, una storia collettiva. Compagne, compagni, amici e familiari di Peppino ritratti oggi dai fotografi dell'associazione Asadin", organizzata nell'ambito del Festival di Internazionale a Ferrara.

Saranno presenti Pino Manzella, pittore, fotografo e compagno di Peppino Impastato; Caterina Blunda, presidente dell'Associazione AsaDin e curatrice della mostra; il fotografo Massimo Russo Tramontana ed Evelin Costa che ha curato il libro, assieme al fotografo Luca Greco e alla referente del museo Antonella Guarnieri.

La mostra sarà visitabile fino al 21 ottobre 2018, da martedì a domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18 (lunedì chiuso).

 

LA SCHEDA a cura degli organizzatori:

Giovedì 4 Ottobre 2018 alle 18.30 sarà inaugurata la mostra fotografica "Io non RITRATTO, Peppino Impastato, una storia collettiva - Compagne, compagni, amici e familiari di Peppino ritratti oggi dai fotografi dell'Associazione AsaDin", al Museo del Risorgimento e della Resistenza, corso Ercole I d'Este 19, Ferrara.

Mostra curata dall'Associazione Asadin con il contributo di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Associazione Peppino Impastato, Centro Siciliano Documentazione Giuseppe Impastato.

La mostra sarà visitabile dal 5 al 21 ottobre 2018, da martedì a domenica ore 9.30-13 e 15-18, chiuso il lunedì.

Più di cinquanta ritratti di compagni, compagne, amici e familiari di Peppino Impastato. Una narrazione scandita in tre periodi principali della storia di Peppino, quello che va dalle lotte intorno al '68 fino al '75, quello dalla fondazione del Circolo Musica e Cultura e Radio AUT fino all'assassinio di Peppino e quello successivo alla sua morte, la storia processuale e di impegno per la memoria. Tanti visi di persone, che in maniera diversa e in tempi diversi, hanno deciso di mettersi in gioco dando un contributo e avendo una parte importante in questa storia, una storia collettiva. La mostra è curata dall'associazione Asadin con il contributo dell'Associazione Peppino Impastato e di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Dalla mostra è stato realizzato un catalogo edito da Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

Fotografi: Salvatore Alongi, Alessandro Badalamenti, Caterina Blunda, Toti Bommarito, Giovanna Biondo, Giovanni Cavataio, Antonio Costa, Marcello Impastato, Mara Manzella, Pino Manzella, Gaspare Palazzolo, Nicola Palazzolo, Salvatore Pecoraro, Marcello Puglisi, Daniela Riedlova, Massimo Russo Tramontana, Vincenzo Zangara.

"Io non RITRATTO. Peppino Impastato, una storia collettiva" è un progetto fotografico dell'Associazione AsaDin, nato dall'esigenza di raccontare una storia di coraggio. La storia di Peppino Impastato e dei suoi compagni, compagne, amici e familiari, quelli che ne condivisero la vita e l'impegno, quelli che hanno portato avanti la battaglia di giustizia e verità dopo il suo assassinio e quelli che non hanno smesso mai di sentirsene parte. Fare il Ritratto di chi non ritratta, dare volto ai protagonisti di una vicenda collettiva per raccogliere quanto importante per loro e per lo stesso Peppino fosse l'idea del "Noi" in anni, quelli tra il '68 ed il '78, in cui i giovani irrompevano nella storia riconoscendosi come tali e facendosi carico di costruire un mondo migliore. Peppino e i suoi compagni con un rapporto di nutrimento reciproco facevano aggregazione, guidando e alimentando la voglia di cambiamento di tanti giovani del territorio.

Nel realizzare questo progetto ci siamo accorti ancora di più di quanto questa sia una storia complessa, ricca e vitale, con tanti aspetti ancora da far emergere. Una storia che ha rischiato di essere negata da un depistaggio, alla quale sono serviti 24 anni di processo prima di ottenere giustizia.

Partendo dalla verità processuale che ha dimostrato che Peppino è stato ucciso dalla mafia contro cui lottava insieme ai suoi compagni, si scopre che in quella esperienza c'era molto di più, ad esempio che il punto di partenza non era l'antimafia. La mafia era uno degli ostacoli, uno dei poteri con cui scontrarsi per chi voleva cambiare il mondo. Questi giovani coraggiosamente cercavano di farlo in Sicilia, a Cinisi, in anni in cui la mafia controllava capillarmente il territorio ed era difficile uscire fuori dagli schemi patriarcali e tradizionali.

Incontrando chi ha condiviso la storia di Peppino in quello che è stato più di un semplice percorso fotografico, abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare tanti racconti sparpagliati e frammentati, ma significativi, di scoprire la ricchezza di un patrimonio umano con le proprie contraddizioni e col proprio vissuto, un mosaico ancora da ricostruire, fatto di tessere da ritrovare e ricomporre. Storie di uomini e donne che hanno rafforzato in noi l'idea di ritrarli oggi.

Diciassette soci Asadin hanno realizzato più di quaranta ritratti di compagni, compagne, amici e familiari di Peppino Impastato, a cui sono state aggiunte fotografie di archivio di chi adesso purtroppo non c'è più, ma ha fatto parte di questa storia. Nel realizzare gli scatti abbiamo compreso quanto questo sia un progetto in progress, perché tante sono state le persone che hanno circondato Peppino in vita, che hanno continuato il suo percorso anche dopo la sua morte e che non smettono di incarnarne le idee o di ricordarlo.

E' una narrazione scandita in tre periodi principali della storia di Peppino, quello che va dalle lotte intorno al '68 fino ad arrivare alla fine del '75, quello dalla fondazione del Circolo Musica e Cultura e poi Radio AUT, fino all'assassinio di Peppino e quello successivo alla sua morte, la storia processuale e di impegno per la memoria. Alcune delle persone ritratte hanno partecipato ad uno solo di questi periodi, altri hanno attraversato trasversalmente tutte queste fasi. Alcuni hanno condiviso la lotta politica, altri la battaglia culturale, altri l'amicizia, il bisogno di aggregazione giovanile, i sentimenti familiari, alcuni non avendolo conosciuto o conosciuto pochissimo ne hanno portato avanti la memoria. Molti, andando avanti nella propria vita, a volte con difficoltà nell'aver dovuto affrontare il trauma della perdita di una persona così importante e la paura per le conseguenze di una storia condivisa che li vedeva a rischio, non hanno più continuato un impegno costante, altri si, ma tutti non hanno dimenticato e non hanno mai ritrattato.

La scelta è stata di ritrarli oggi e nelle loro diversità, per uscire fuori da un'omologazione, dall'essere massificati in una definizione che li vede come "compagni, amici e familiari" e non rappresentati nelle loro individualità. Tanti visi per raccontare altrettante vite, per raccontare persone completamente diverse l'una dall'altra, che in maniera differente e in tempi diversi hanno comunque deciso di mettersi in gioco in prima persona, dando un contributo e avendo una parte importante in questa storia, una storia collettiva che ancora oggi continua proiettandosi in nuovi volti ed in nuove generazioni."

Evelin Costa e Massimo Russo Tramontana

 

L'Associazione culturale Asadin viene fondata nel 2007 a Cinisi (PA) da un gruppo di fotografi al fine di promuovere e diffondere la cultura fotografica e dell'immagine in generale. L'associazione a spiccata connotazione fotografica, persegue finalità culturali di più ampio respiro, la sua attività si caratterizza per l'impegno verso tematiche rivolte alla salvaguardia del territorio, all'affermazione dei diritti umani e dell'equità sociale. Numerosi i progetti e le mostre che l'associazione ha realizzato in questi anni.

 

Immagine scaricabile: la locandina della mostra

Immagini scaricabili:

mostra Impastato locandina.jpg