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AMBIENTE E TERRITORIO - Nota congiunta Arpae e Comune del 9 ottobre 2018

Inquinamento Quadrante est di Ferrara: dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato dà ragione ad Arpae e Comune

09-10-2018 / Giorno per giorno

Il Consiglio di Stato, in data 8 ottobre 2018, ha confermato la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Bologna del 15 febbraio 2017, respingendo l'appello della società Solvay s.a..Il ricorso presentato da Solvay, contro Arpae Emilia-Romagna ed Comune di Ferrara, si riferiva all'ordinanza con la quale si intimava alla società la bonifica ambientale dell´area ex cave SEF, nel cosiddetto "Quadrante est" di Ferrara. Con questa nuova sentenza i giudici hanno quindi dato ragione ad Arpae e Comune di Ferrara, ritenendo la Solvay responsabile della contaminazione del "Quadrante est" che dovrà quindi procedere alla bonifica dell'area.
"Questa decisione rappresenta un motivo di particolare soddisfazione per i cittadini di Ferrara in quanto, al di là del risultato economico che ne conseguirà, a copertura degli oneri di bonifica presenti e futuri, dimostra la fondatezza e la determinazione del Comune di Ferrara nel perseguire nei fatti e non a parole  la qualità dell´ambiente urbano in un confronto aperto ma non subalterno alle ragioni della impresa. Con buona pace di coloro che periodicamente si ergono a paladini di cause fantasiose ed ipotesi destinate solo a distrarre la pubblica opinione dalle questioni reali" - ha dichiarato con soddisfazione il Sindaco di FerraraTiziano Tagliani.
"Una sentenza molto importante per la tutela dell'Ambiente - ha dichiarato  con soddisfazione il direttore generale di Arpae Giuseppe Bortone - che conferma l'efficacia della sinergia tra azioni tecnico scientifiche e giuridiche". 
Nell'Area "Quadrante est" erano presenti due siti che erano stati destinati a ricevere rifiuti urbani; il Comune in quell'area aveva rilevato la presenza di sostanze inquinanti che, a seguito di indagini tecniche accurate, aveva appurato potessero derivare da scarti di lavorazione del vicino impianto Solvay. Le sostanze contaminanti rinvenute infatti erano riconducibili alla produzione di clorometani e pvc, avvenuta unicamente presso lo stabilimento Solvay di Ferrara (a sua volta oggetto di bonifica), tra l´inizio degli anni Cinquanta e i primi anni Ottanta.Le indagini e le verifiche effettuate da Arpae e dal Comune di Ferrara hanno portato l'Agenzia ad individuare Solvay quale responsabile della contaminazione e soggetto tenuto alla bonifica del sito. Il Consiglio di Stato ha confermato la bontà della tesi sostenuta dalle Amministrazioni, contro le quali si è anche schierata anche Federchimica.I giudici hanno accertato che l'area delle ex cave SEF non era destinata a ricevere in via generale rifiuti industriali; che il conferimento in discarica degli scarti di lavorazione industriale era stato effettuato da Solvay senza alcuna autorizzazione o comunicazione all'Amministrazione comunale; che esiste un nesso di causalità tra il soggetto che versa in discarica rifiuti non ammessi e la contaminazione di cui diviene e resta responsabile; che effettivamente le sostanze contaminanti rinvenute in quell'area erano presenti anche nel sito ove un tempo sorgeva l'impianto Solvay di Ferrara e non in altri dell'area industriale ferrarese.Oltre a ribadire, come aveva già fatto il TAR, che la dimostrazione del nesso di causalità si fonda sul criterio del "più probabile che non", il Consiglio di Stato ha affermato che in questa materia le disposizioni del decreto legislativo n. 152/2006 si applicano anche alle contaminazioni cosiddette "storiche" che vengono richiamate espressamente: ciò che infatti assume rilievo in questi casi è la perdurante condizione di contaminazione dei luoghi cui, attraverso la bonifica, si deve porre rimedio nell'attualità.Il Consiglio di Stato, ha infine condannato la Solvay a rifondere ad Arpae e Comune, difesi dai rispettivi uffici legali, le spese processuali.Arpae e Comune di Ferrara

(Fonte: Arpae e Comune di Ferrara)