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CASTELLO ESTENSE - Giovedì 24 gennaio alle 12 la vernice per la stampa. Visitabile da sabato 26 gennaio

"Dipingere gli affetti": in Castello la mostra sulla pittura sacra ferrarese tra '500 e '700

08-01-2019 / Giorno per giorno

Giovedì 24 gennaio 2019 alle 12 si terrà la vernice per la stampa della mostra "L’'arte per l'’arte - Dipingere gli affetti: la pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento" nel Castello Estense (largo Castello 1, Ferrara). La mostra sarà visitabile da sabato 26 gennaio fino a giovedì 26 dicembre 2019 con orario 9.30-17.30 (ingresso consentito fino alle 16.45).
Per ulteriori informazioni e immagini: www.studioesseci.net.

LA SCHEDA a cura di Studio Esseci - Torna al Castello Estense di Ferrara “L’'arte per l'’arte”, il progetto del Comune di Ferrara, promosso in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte, dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città reso inaccessibile dopo il sisma del 2012.
Dopo le opere di De Pisis, Boldini, Previati e Mentessi delle Gallerie d’'Arte Moderna, protagoniste delle prime due esposizioni del progetto l'’Arte per l'’Arte, l'’attenzione si sposta ora verso il periodo dal Cinque al Settecento. Le sale riccamente affrescate dell'’ala sud e dei Camerini del Castello ospiteranno infatti la quadreria di proprietà dell’'ASP, Centro Servizi alla Persona di Ferrara, Masi Torello e Voghiera, depositata presso i Musei di Arte Antica.
Si tratta di un vero e proprio capitale artistico, pressoché sconosciuto eppure di grande rilevanza storica, che l’'esposizione al Castello mira a restituire al grande pubblico. L'’esperienza di visita assumerà i contorni di un viaggio nel tempo affascinante e sorprendente che spazierà dal tramonto del dominio Estense fino al secolo dei Lumi.
Le tappe di questo itinerario ci condurranno al cospetto dei due importanti protagonisti della rivoluzione naturalistica di inizio Seicento: Ippolito Scarsella detto Scarsellino e Carlo Bononi. La soave magnificenza del primo e la dolente bellezza del secondo, caratterizzano la Ferrara di quegli anni facendone uno dei più intriganti centri artistici dell’'epoca. Contestualmente, faremo la conoscenza di personalità cronologicamente precedenti e parallele come, ad esempio, Giuseppe Mazzuoli detto il Bastarolo, il cui il manierismo castigato è fondamentale nella seconda metà del Cinquecento, Gaspare Venturini, pittore molto attivo per i duchi e per committenti religiosi, e l’'enigmatico Giuseppe Caletti, curiosa figura di artista maledetto operante nella prima metà del Seicento. La seconda metà del XVII secolo è caratterizzata dal mitigato universo figurativo di Giuseppe Avanzi, pittore di mediazione che schiuderà il sipario al Settecento dove si imporranno le singolari personalità di Giacomo Parolini e Giuseppe Zola.
Decollazione Giovanni Battista di Scarsellino (Azienda servizi alla persona in deposito presso Musei di arte antica di Ferrara)Ma perché "Dipingere gli affetti"? Per una doppia evocazione simbolica. La prima riguarda il linguaggio: le opere che verranno esposte in Castello si muovono nel solco degli orientamenti successivi al Concilio di Trento che delegavano all'arte il basilare compito di mediare tra il fedele e la religione, tra il visibile e l’invisibile, attraverso forme naturalistiche, emotive e familiari, nelle quali l’uomo del Sei e Settecento si potesse riconoscere. La seconda attiene alla vocazione umanitaria che animava i luoghi in cui esse erano originariamente collocate. Non delle chiese qualsiasi, ma gli altari, le cappelle e gli ambienti di istituti religiosi che ponevano al centro del loro operare l’'aiuto verso gli altri, fossero essi orfani, indigenti, bisognosi o donne in difficoltà. Un insieme di esperienze animato da figure di primo piano della corte Estense, da Alfonso II a Barbara d’Austria, fino a Margherita Gonzaga, ma anche di una fetta consistente della nobiltà e della borghesia cittadina, impegnata nell'attività di carità e solidarietà.
Ed è così che protagonista di questa mostra sarà anche la città di Ferrara, nel tentativo di ricomporre il tessuto connettivo di un'’«araldica della beneficenza» (per usare una felice definizione di Andrea Emiliani) che costituì la manifestazione più tangibile di quella pietas sei e settecentesca animata da empatica affettività e impegno sociale. Un attivismo che portò ad ornare alcuni dei luoghi sacri più rappresentativi, oggi quasi tutti scomparsi o mutati per fattezze o destinazioni d’uso, come i conservatori femminili di Santa Barbara e di Santa Margherita, o l'’Opera Pia della Povertà Generale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, insomma, alla ricerca delle radici moderne di Ferrara. Questo vale non solo sotto il profilo storico-artistico, ma anche dal punto di vista sociale: il fatto che queste opere siano state ereditate dall’'ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara, e che quest'’ultima abbia collaborato e sostenuto la realizzazione del progetto espositivo, rappresenta il filo rosso che collega l'’attività umanitaria degli antichi Istituti caritatevoli, con l’'attuale declinazione delle politiche attive per il welfare della città.
"L’'arte per l’'arte - Dipingere gli affetti: la pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento", Castello Estense, largo Castello 1, Ferrara.

Enti promotori: ASP-Centro Servizi alla Persona di Ferrara, Comune di Ferrara, Fondazione Ferrara Arte
Organizzazione: Fondazione Ferrara Arte; Servizio Castello; Musei di Arte Antica, Sacra e Storico-Scientifici del Comune di Ferrara
Collaborazioni: ASP–Azienda Servizi alla Persona, Ferrara; CFR–Consorzio Futuro in Ricerca; CIAS–Centro Ricerche Inquinamento Fisico Chimico Microbiologico Ambienti Alta Sterilità dell’Università di Ferrara
Curatore: Giovanni Sassu con la collaborazione di Tito Manlio Cerioli e Romeo Pio Cristofori
Progetto di allestimento: Francesco Mascellani
Ufficio Stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi (gestione2@studioesseci.net, tel. 049 663499)
Per info: tel. 0532 299233, castelloestense@comune.fe.it. Prenotazioni: tel. 0532 244949, www.castelloestense.it

Nelle foto - scaricabili in fondo alla pagina - "Martirio di Santa Margherita" e "Decollazione di San Giovanni Battista" di Ippolito Scarsella detto Scarsellino,  1603-5 e 1611 (Azienda servizi alla persona in deposito presso Musei di arte antica di Ferrara)

Immagini scaricabili:

"Martirio di Santa Margherita" di Ippolito Scarsella detto Scarsellino, 1611 (Azienda servizi alla persona in deposito presso Musei di arte antica di Ferrara) "Decollazione di San Giovanni Battista" di Ippolito Scarsella detto Scarsellino, 1603-5 (Azienda servizi alla persona in deposito presso Musei di arte antica di Ferrara)