Comune di Ferrara

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SALA STAMPA - Intitolazione venerdì 19 marzo 2010 della sala stampa al giornalista ucciso. Proiezione di Fortapàsc al Boldini con Marco Risi

Una giornata di riflessione dedicata a Giancarlo Siani e alla libertà di informazione

01-03-2010 / Giorno per giorno

 

[DAL MAGGIO 2012 LA SALA STAMPA "GIANCARLO SIANI" OSPITA TEMPORANEMAMENTE IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE - SISMA 20 E 29 MAGGIO 2012] 

 

SALA STAMPA "GIANCARLO SIANI" (aggiornamento gennaio 2011) - E' la 'casa' dei giornalisti ferraresi e non solo, inaugurata il 19 marzo 2010 dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, dal capo Ufficio Stampa del Comune Alessandro Zangara, dai rappresentanti di Fnsi, Odg, Associazione Stampa Ferrara e dal regista "Fortapàsc" Marco Risi.
E' in fase di allestimento il Centro di Documentazione giornalistica a disposizione di tutti utenti della sala stampa (giornalisti, studenti, docenti, associazioni).

UTILIZZO: sala lavoro/riunioni per giornalisti, foto e video operatori che partecipano alle conferenze stampa o seguono l'attività del Comune; ufficio stampa operativo eventi (festival, convegni, ecc.), postazione tirocinanti scuole (secondarie e università)

DOTAZIONE: telefoni, postazioni informatiche con pc ricondizionati "RicicloPc" software open-source e connessione internet (via cavo e wireless), emeroteca (giornali e riviste) e altra documentazione (volumi, dispense) raccolto dall'Ufficio Stampa grazie anche alla collaborazione di enti pubblici e privati (Fnsi, OdG, Uci, …). In programma l'allestimento con proiettore multimediale.
NUMERI: la sala stampa Siani ha ospitato le edizioni 2010 della "Festa del Libro Ebraico" e del "Festival di Internazionale"; attualmente sono catalogate oltre 170 pubblicazioni (periodici, volumi, cartelle stampa, riviste, altri documenti) a disposizione degli utenti.

[A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Ferrara - Per info: Alessandro Zangara tel. 0532-419244]

--------------------- da Cronacacomune.it (marzo 2010) --------------------------

Il Comune di Ferrara - Ufficio Stampa in collaborazione con ASF (Associazione Stampa Ferrara), ASER (Associazione Stampa Emilia Romagna), FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana e il patrocinio di OdG Emilia Romagna, ha organizzato venerdì 19 marzo, una giornata dedicata al tema della LIBERTA' DI INFORMAZIONE e a CHI DIFENDE QUESTO DIRITTO. Nel pomeriggio (ore 15.30) cerimonia in residenza municipale e interventi sul tema. Al Boldini (ore 20.30, ingresso libero) proiezione del film Fortapàsc con la partecipazione in sala del regista Marco Risi.

Questo il programma di VENERDI' 19 MARZO 2010
[da scaricare: intitolazione_sala_stampa_comunefe_19mar10.pdf]

> alle 15.30 - Sala Stampa (piazza Municipio 2 - Ferrara) intitolazione della sala stampa del Comune al giornalista Giancarlo Siani e ai martiri per la libertà di informazione.
Interverranno il sindaco Tiziano Tagliani, l'assessore comunale alla Cultura Massimo Maisto, i rappresentanti di Ass.Stampa Ferrara ed Emilia Romagna, Federazione Nazionale della Stampa

> ore 16 - Sala Arengo (piazza Municipio 2 - Ferrara) conferenza sul tema [Libertà di stampa: il diritto di raccontare i fatti, le tutele]
Interverranno Alberto Spampinato [Ossigeno - Osservatorio nazionale sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate], Gian Pietro Testa [Il giornalismo d'inchiesta: rischi e doveri] e Andrea Botti [La salute dell'informazione in città]

> alle 20.30 - Sala Boldini (via Previati 18 - Ferrara) proiezione del film "Fortapàsc", interverrà in sala il regista Marco Risi.
>> Serata in collaborazione con Arci Ferrara e Libera Ferrara <<

INGRESSO LIBERO

Per comunicazioni e informazioni: Alessandro Zangara - Ufficio Stampa del Comune di Ferrara
[tel. 0532-419244 - cell. 320-4326860, e-mail a.zangara@comune.fe.it ]

FORTAPASC E I GIORNALISTI-IMPIEGATI
di Alberto Spampinato *

E' sempre difficile ricordare nel modo giusto gli eroi civili che hanno perso la vita per grandi ideali. Si corre il rischio di cadere nella retorica o di celebrare sanguinose sconfitte della società civile. Non dimenticherò mai ciò che mi disse, tanti anni fa, Gillo Pontecorvo. Era alle prese con il progetto di un film sull'assassinio del generale Carlo Alberto Della Chiesa. Io lo incoraggiavo, ma lui concluse: "Non farò questo film perché questa storia, comunque si gira, racconta una sconfitta dell'Italia migliore". Io mantenni il dissenso e quel dissenso oggi mi fa apprezzare FortApàsc di Marco Risi, che ha accettato di correre quel rischio e ha vinto la scommessa.
FortApàsc ricorda Giancarlo Siani nel modo giusto: quello indicato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "tutti gli uomini cui il "Giorno della memoria" è dedicato "siano ricordati non solo come vittime, ma come persone, che hanno vissuto, hanno avuto i loro affetti, il loro lavoro, il loro posto nella società, prima di cadere per mano criminale". Don Luigi Ciotti ha indicato la stessa esigenza per tutte le vittime di ingiustizia
Fu ucciso sotto casa il 23 settembre 1985. Marco Risi ci racconta gli ultimi quattro mesi della sua vita. La vita di un ragazzo normale nel quale molti ragazzi di oggi si identificano, perché hanno le stesse passioni, le stesse debolezze, gli stessi sogni, e la stessa passione civile. Non ho mai incontrato Giancarlo, ma dopo questo film mi pare di conoscerlo un po'. Mi ricorda mio fratello Giovanni, giornalista dell'Ora in corsa per l'assunzione come Giancarlo. Era anch'egli alla soglia dei 26 anni, quando fu assassinato, il 27 ottobre 1972 a Ragusa. Come Giancarlo, si ostinava a pubblicare notizie pericolose, che altri giornalisti scartavano o fingevano di non vedere. Per usare la giustificazione citata nel film, erano "giornalisti-impiegati". Giancarlo e Giovanni invece erano "giornalisti-giornalisti" e a 26 anni erano già cronisti valorosi, anche se ci sono voluti tanti anni per riconoscerlo. Queste somiglianze appaiono a chi legge il mio libro "C'erano bei cani ma molto sera", in cui racconto la storia di Giovanni e che ha avuto il massimo riconoscimento che potessi sperare: il Premio Siani 2009.
La straordinaria ed esaltante avventura di Giancarlo non ricorda solo quella di Giovanni. Somiglia a quella degli altri sette giornalisti siciliani che hanno perso la vita nel nostro paese negli ultimi 40 anni sullo steso fronte: il fronte delle notizie scomode. FortApàsc ripropone infatti, ed è uno dei suoi meriti, una questione che meriterebbe maggiore attenzione; che è sotto i nostri occhi ma che, oggi come allora, ci ostiniamo a non vedere: nella civilissima Italia - e non solo in Paesi lontani, in democrazie giovani o incerte, in Turchia o in Russia - con le minacce, con le intimidazioni, e perfino con l'omicidio si cerca di impedire ai giornalisti di fare fino in fondo il loro mestiere, che - sia detto en passant - fino a prova contraria consiste nel dare all'opinione pubblica le notizie, tutte le notizie di rilevante interesse generale, anche quelle che qualcuno vorrebbe nascondere perché non le gradisce; anche quelle che danneggiano gli interessi di personaggi potenti o le collusioni e gli intrecci fra affari, politica e criminalità. Purtroppo non si riesce a far intendere che l'informazione, e quindi la libertà, soffre in Italia di questo orribile male. E intanto ciò che si crede impossibile continua ad accadere intorno a noi.
Sono tantissimi, non si riesce neppure a contarli, i giornalisti presi di mira da affaristi, da criminali, da prepotenti, da potentati che non potrebbero sopravvivere sotto i riflettori dell'informazione critica, sotto la lente di un giornalismo attento, curioso, esercitato con coraggio e passione civile. La lista è molto più lunga di quanto si creda. L'elenco degli uccisi e sotto scorta, da solo, è impressionante. Ed è solo la parte visibile di un dramma sociale più ampio, per la massima parte sommerso e che, spesso, è dramma segreto e privato di chi è stato preso di mira. Perché molti non hanno la voce, la forza, i sostegni necessari per denunciare il sopruso, per farne un fatto pubblico, per ribellarsi. Dobbiamo parlare di queste cose e il film di Marco Risi ci aiuta a farlo. Ci aiuta a far sapere a tutti che nelle terre di mafia - e non solo lì - le minacce ai cronisti producono una enorme, inammissibile limitazione della libertà di informazione. Dobbiamo imparare a pensare ai nostri cronisti di mafia con la stessa apprensione con cui pensiamo ai cronisti di guerra che mandiamo in Iraq, in Afghanistan, in altre zone di guerra. Questo discorso riguarda soprattutto noi giornalisti. Non possiamo nasconderci dietro la battuta che ci sono "giornalisti-giornalisti" e "giornalisti impiegati" senza chiederci se fanno lo stesso mestiere. C'è un gran lavoro da fare. Partiamo dal ricordo dei giornalisti italiani uccisi. Ricostruiamo una per una le loro storie. Alimentiamo con iniziative come questa, l'intitolazione a Giancarlo Siani della sala stampa del Comune di Ferrara, la memoria dell'esempio professionale e civile che hanno dato. E sollecitiamo insieme una riflessione più generale. Dobbiamo farlo. Scorrere il rosario delle vittime è triste, è doloroso, crea imbarazzo, fa nascere sensi di colpa. Ma fa bene alla coscienza civile.
Purtroppo, ancora oggi la società e il giornalismo fanno fatica a riflettere su queste cose. Per suscitare questa riflessione alcuni di noi, insieme alla FNSI e all'Ordine dei Giornalisti, hanno creato l'osservatorio "Ossigeno per la libertà" sui cronisti sotto scorta e le notizie oscurate con la violenza, che nel 2009 ha pubblicato il primo rapporto (è disponibile sui siti www.fnsi.it e www.odg.it ). L'Osservatorio sta muovendo i primi passi. Ha bisogno di sostegno e della collaborazione e della passione civile di tutti coloro che si esaltano e si commuovono vedendo Fortapasc.

* - consigliere nazionale della FNSI, direttore dell'Osservatorio Ossigeno per la libertà

LA SALA STAMPA intitolata a "GIANCARLO SIANI E AI MARTIRI DELLA LIBERTA' DI INFORMAZIONE"
La sala stampa del Comune di Ferrara (piazza Municipio 2) - L'Ufficio Stampa del Comune di Ferrara ha allestito e reso operativa una sala stampa ad uso dei colleghi giornalisti che hanno la necessità di trovare un punto di riferimento logistico per operare al meglio nella raccolta di notizie e informazioni relative alle attività dell'Amministrazione Comunale, da diffondere ai cittadini attraverso le rispettive testate giornalistiche. La sala stampa comunale, dotata di computer connessi a internet e di linee telefoniche, può diventare un luogo particolarmente utile a quei giornalisti collaboratori delle testate giornalistiche locali che, per la natura della loro collaborazione, non hanno la possibilità di disporre di sedi lavorative. Essa rimarrà aperta e utilizzabile in orari di lavoro degli uffici comunali e sarà accessibile liberamente ai giornalisti e collaboratori delle testate giornalistiche compilando semplicemente un modulo e allegando un documento di riconoscimento come prescritto dai regolamenti di utilizzo della rete internet pubblica. Inoltre l'Ufficio Stampa del Comune ha allestito all'interno della sala stampa un apposito spazio che raccoglie documentazione utile per gli operatori dell'informazione e della comunicazione ma anche per gli studenti universitari in formazione (Facoltà di Lettere, Corso di Scienze della Comunicazione, stage). L'Ufficio Stampa del Comune (responsabile Alessandro Zangara) ha proposto all'Amministrazione comunale di intitolare la sala stampa alla memoria del giornalista Giancarlo Siani, ucciso il 23 settembre 1985 da esponenti di organizzazioni criminali, come simbolo di coraggio e generosità, esempio estremo del valore di una professione da tutelare come un bene primario per il diritto all'informazione di tutti i cittadini. La proposta di intitolazione è stata approvata con Orientamento di Giunta comunale del febbraio 2010.


Giancarlo Siani, giornalista, nato a Napoli il 19 settembre 1959, è stato assassinato con ripetuti colpi di pistola sotto casa sua a Napoli il 23 settembre 1985, ucciso barbaramente dalla camorra perché "troppo scomodo". Aveva appena compiuto ventisei anni. Nato in una famiglia agiata napoletana del quartiere del Vomero, frequentò il Liceo Vico partecipando ai movimenti studenteschi del 1977. Iscrittosi all'università, iniziò a collaborare con alcuni periodici napoletani mostrando particolare interesse per le problematiche dell'emarginazione: proprio all'interno delle fasce sociali più disagiate si annidava, infatti, il principale serbatoio di manovalanza della criminalità organizzata.
Scrisse i suoi primi articoli per il periodico "Osservatore della camorra", diretto da Amato Lamberti, appassionandosi ai rapporti e alle gerarchie delle famiglie camorriste che controllavano Torre Annunziata e dintorni. Poi iniziò a lavorare come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano Il Mattino: dipendeva dalla redazione distaccata di Castellammare di Stabia. Pur lavorando come corrispondente, il giornalista frequentava stabilmente la redazione del comune stabiese, preparando il terreno per la stabile assunzione come praticante giornalista. Lavorando per Il Mattino Siani compì le sue importanti indagini sui boss locali, in particolare su Valentino Gionta, che aveva costruito un business basato sul contrabbando di sigarette. Le vigorose denunce del giovane giornalista lo condussero ad essere regolarizzato nella posizione di corrispondente (articolo 12 del contratto di lavoro giornalistico) dal quotidiano nell'arco di un anno. Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da arrivare a scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi di Totò Riina, e il clan Bardellino, esponenti della "Nuova Famiglia", di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso, scomodo e prepotente, per porre fine alla guerra tra famiglie. Ma le rivelazioni, ottenute da Giancarlo grazie ad un suo amico carabiniere e pubblicate il 10 giugno 1985, indussero la camorra a sbarazzarsi di questo scomodo giornalista.
Il 23 settembre 1985, quattro giorni dopo aver compiuto ventisei anni, appena giunto sotto casa sua con la propria Mehari, Giancarlo Siani venne ucciso: l'agguato avvenne alle 20.50 circa in via Vincenzo Romaniello, vicino a casa. Per chiarire i motivi che hanno determinato la morte e identificare mandanti ed esecutori materiali furono necessari 12 anni e 3 pentiti.

In questa pagina è possibile scaricare il file Pdf del libro realizzato dall'Unione Nazionale Cronisti Italiani in occasione della prima Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo (3 maggio 2008 in Campidoglio).

http://www.unionecronisti.it/memoria/libro.html

[A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Ferrara - piazza Municipio 2, 44121 Ferrara
tel. 0532-419244, e-mail a.zangara@comune.fe.it, ufficiostampa@comune.fe.it, sito internet www.cronacacomune.it]

Link, informazioni, documentazione

http://www.giancarlosiani.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_Siani

[Foto su gentile concessione di S.Pesci - Business Press]

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