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La segnalazione: Orlando Furioso secondo la princeps del 1516 a cura di Marco Dorigatti

03-09-2007 / A parer mio

di Giuseppe Muscardini

L'impresa editoriale nasce da una precisa convinzione del curatore: il poema maggiore di Ludovico Ariosto, che ebbe nel 1516 un vastissimo riscontro di pubblico, è stato successivamente trascurato dalla critica del tempo in attesa dell'edizione definitiva del 1532. Su quest'ultima edizione, uscita dai torchi di Lorenzo Rosso da Valenza e costata all'Ariosto anni di rettifiche e revisioni, i critici hanno da sempre puntato la lente. Fatto è che le varianti fra l'editio princeps del 1516 e quella del 1532, collazionate su diversi esemplari conservati in Biblioteche italiane e straniere o posseduti da privati, rivelano un assetto diverso, sia nell'impianto che nella lingua del poema.
Ecco dunque spiegato il lungo impegno di Marco Dorigatti, al quale si deve questa prestigiosissima edizione dell'Orlando Furioso secondo la princeps del 1516. Il ringraziamento al curatore si legge a chiare lettere nella premessa di Gianni Venturi, direttore dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara, che a nome delle autorità cittadine, Amministrazione Comunale, Provinciale, Ministero della Pubblica Istruzione, Cassa di Risparmio di Ferrara e Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, rende giusto onore a Marco Dorigatti, definito con linguaggio cavalleresco eroe dell'impresa. È sufficiente sfogliare le pagine del volume per comprendere quanto rigore filologico e quanta attenzione alle fonti abbia prestato il curatore nelle centotrenta pagine che precedono i canti. Gli esemplari della editio princeps su cui Dorigatti ha condotto le sue ricerche sono trattati, confrontati e descritti per evidenziare la legittima apprensione di Ludovico Ariosto quando raggiungeva le tipografie per apportare nuove rettifiche alle sue ottave dopo i ripensamenti notturni, o per controllare di persona che tutto fosse conforme all'impostazione del manoscritto autografo del poema, precedentemente consegnato all'editore per la stampa.
La lussuosa veste dell'Orlando Furioso uscita da Olschki su finissima carta, con la coperta in tela e i fregi in oro, riporta in luce l'editio princeps con una ricercatezza editoriale appositamente voluta per sottolinearne le valenze poetiche, il linguaggio, lo snodo narrativo; va qui ricordato che l'edizione definitiva contiene l'aggiunta di sei canti rispetto alla princeps, e che le varianti fra l'una e l'altra assommano a trecento. La "risciacquatura", come si può definire sotto l'aspetto formale l'intervento dell'Ariosto sul suo poema, lascia nel curatore di questa raffinata edizione la persuasione che il Furioso del 1516 presenti peculiarità poetiche e stilistiche interessanti, rese ancor più palesi dalla scelta di una grafia e caratteri tipografici restituiti qui come riprova di eleganza formale. Si può parlare, assieme al curatore, di "due Orlandi", intesi non come rimaneggiamento dello stesso poema, con varianti e aggiunte, ma di due opere vere e proprie, tanto più apprezzabili nella trama e nella lingua quanto più sono messe in chiaro le differenze che intercorrono. Quelle differenze corrispondono a sedici anni di vita dell'Ariosto. Sedici anni contrassegnati da fatti ed eventi determinanti, da rifiuti ed attese, da successi e angherie, da scelte di vita consapevoli come quella di sposarsi segretamente con Alessandra Benucci, o di trascorrere gli ultimi anni nella parva domus di Contrada del Mirasole assieme al figlio Virginio. A correggere il Furioso.

L. ARIOSTO, Orlando Furioso secondo la princeps del 1516, edizione critica a cura di Marco Dorigatti, Firenze, Olschki, 2006