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Dal 4 al 7 settembre la quarta edizione della festa medievale

La 'Giostra del Monaco' fra sport, cultura e turismo

01-09-2008 / Giorno per giorno

Il momento di maggiore rilievo è affidato alla voce e alla classe dell'attore ferrarese Arnoldo Foà, che sabato 6 settembre a partire dalle 21 reciterà brani dell'Orlando Furioso e della Divina Commedia. Ma sono molti altri gli spunti d'interesse del ricco calendario stilato dalla Contrada di San Giacomo che, dal 4 al 7 settembre, propone per il quarto anno consecutivo fra i giardini e le mura di viale IV Novembre la rievocazione storica "Nelle Terre di Castel Tedaldo - La Giostra del Monaco".
L'appuntamento è promosso dal "Consorzio Terre e Castelli Estensi" del quale la contrada ferrarese fa parte insieme alle associazioni di Este (Padova) e Grottazzolina (Ascoli Piceno) e che saranno presenti a Ferrara con le loro rappresentative. La Giostra è così denominata per rievocare la vittoria sul comune ed eterno rivale di Azzo VII (primo signore di Ferrara, Este e Grottazzolina) Ezzelino III da Romano, il figlio del "monaco" citato anche da Dante nel cantico dell'Inferno. In aprile Este e in agosto Grottazzolina propongono analoghe manifestazioni con la partecipazione della Contrada di San Giacomo.
"Apriamo la quarta edizione non di una sagra ma di una vera e propria rievocazione storica di importanti avvenimenti che hanno coinvolto in passato le nostre comunità. - ha affermato oggi nel corso della presentazione dell'iniziativa il presidente della contrada San Giacomo Alessandro Feggi - Si tratta di un progetto ampio, dai toni culturali, sportivi e turistici, affidato esclusivamente al volontariato e che coinvolge attivamente giovani del territorio e le loro famiglie. Una formula che - ha ribadito - oltre ad essere il segno dell'impegno della nostra contrada nella ricerca storica, grazie al consorzio con le altre città, la grande sinergia messa in atto con i tre assessorati comunali ferraresi della Cultura, del Turismo e dello Sport, con le Circoscrizioni e con le stesse Regioni, è il segnale preciso che il Palio non si vive solo maggio, ma tutto l'anno".
"Grazie alla passione e alla professionalità di tanti contradaioli - ha ricordato l'assessore Aldo Modonesi anche a nome dei colleghi Massimo Maisto e Davide Stabellini - un'avventura partita quasi per scommessa si è rafforzata fino a diventare un appuntamento di grande rilievo che raduna eccellenze artigianali ed enogastronomiche, volano di un piccolo ma importante circuito economico, ed è importante momento culturale, turistico e sportivo."
"L'iniziativa - ha affermato il presidente della circoscrizione Giardino Arianuova Doro Girolamo Calò - svolge un importante presidio su una zona a rischio del nostro territorio. Un ruolo che l'associazione potrà sviluppare per tutto il corso dell'anno appena sarà reso agibile il campetto da tennis da utilizzare anche per gli allenamenti degli sbandieratori e delle chiarine".
La manifestazione ferrarese coinvolge gente di contrada, cittadini ed ospiti delle località consorziate, in una festa che è ormai appuntamento fisso e tradizionale. Si potrà visitare un vero "campo", con tende realizzate secondo disegni e fatture dell'epoca, all'interno del quale si svolgeranno tutte le occupazioni e le attività tipiche del tempo con il coinvolgimento di veri e propri maestri artigiani. Durante la festa sono poi previste diverse iniziative culturali (letture di brani dei poeti di corte e la presenza appunto dell'attore ferrarese Arnoldo Foà; lo spettacolo inaugurale 'Vediamoci all'inferno' curato da Cinzia Demi con musiche del maestro Farolfi; l'esibizione del Gruppo danza dell'Aquila Bianca) e insieme sportive. Da non dimenticare la parata dei Capitani d'Arme del borgo di San Giacomo, tenzoni con Maestri balestrieri ed arcieri, l'esibizione dei somarelli, il Matrimonio Tedaldo, la Giostra del Monaco con l'esibizione di abilità equestri e il tiro alla fune a tre squadre.
L'iniziativa, che si avvale del patrocinio delle regioni Emilia Romagna, Veneto e Marche, vede la presenza al mercatino di prodotti tipici delle tre realtà di Ferrara, di Este e di Grottazzolina.
Per accedere alle 'libagioni' occorre utilizzare gli 'scudi' di Azzo Novello, le monete ufficiali della festa, che si possono facilmente ottenere nei "Banchi del cambio" posti all'ingresso della manifestazione.

GIOSTRA DEL MONACO - L'ORIGINALE "NOBIL TENZONE"
Unica giostra storica equestre con mazza ferrata, deve la sua singolare denominazione all'eterno nemico della guelfa casata d'Este: il ghibellino Ezzelino II da Romano (padre dell'Ezzelino III sconfitto nella battaglia di Cassano d'Adda) che venne soprannominato "monaco", poiché in tarda età decise di ritirarsi a vita conventuale.
I cavalieri rappresentanti le tre città dell'Aquila Bianca (Este - Ferrara - Grottazzolina) dopo la presentazione e l'accreditamento dell'Araldo, devono colpire con la mazza ferrata il bersaglio, costituito da tre scudi in gesso di diversa grandezza, posti a circa tre metri d'altezza su una speciale "forca", recanti al centro l'effige imperiale di Federico II, ovvero l'Aquila nera.
Ad ogni bersaglio colpito i maestri di campo attribuiscono un punteggio; maggiore per lo scudo più piccolo e minore per gli scudi più grandi. Sono cinque le tornate a disposizione di ogni cavaliere per gli assalti al bersaglio, il cui vincitore viene proclamato Paladino Estense.
AZZO VII E LA BATTAGLIA DI CASSANO D'ADDA
Uno degli eventi storici che rese celebre la figura di Azzo VII d'Este, guelfo e paladino della chiesa, fu la battaglia di Cassano d'Adda avvenuta nel settembre del 1259. Azzo Novello, così denominato per aver ereditato in giovane età il casato d'Este, governò Ferrara con il titolo di podestà, ma di fatto con l'autorità di un principe; sempre presente ovunque si trattasse di combattere gli imperiali, partecipò alla testa delle milizie guelfe all'offensiva contro il feroce Ezzelino III da Romano, conclusasi con la sconfitta di quest'ultimo a Cassano nei pressi del ponte sul fiume Adda. Avvenimento che mutò i destini non solo della storia della famiglia estense e dei suoi domini ma anche dell'Italia intera, visto che la disfatta delle truppe ghibelline e la morte di Ezzelino da Romano pose fine al progetto imperiale di fare della penisola italica un unico regno. Ed è proprio da questo evento che i ferraresi, per celebrare le gesta dell'estense, istituirono la consuetudine delle corse al Palio.
(Testi a cura degli organizzatori)

(Testo di Arnoldo Foà) "La mia simpatia per Ludovico Ariosto non dipende solo dal suo amore per Ferrara e dalla sua permanenza nella città dove sono nato e che stimo e ammiro maggiormente fra le città d'Italia.
Ma mi ha sempre colpito di Ariosto il suo spirito e la sua considerazione per l'umanità, che è molto simile alla mia.
Se fossi vissuto alla sua epoca, ed avendolo potuto incontrare, gli avrei dimostrato la mia ammirazione e simpatia. Per questo ho preparato una scelta di letture dall'Orlando Furioso che testimoniano non solo la grandezza dello scrittore, ma anche la sua umanità. Comincerò con una serie di letture tratte dagli inizi di alcuni canti, in cui Ariosto esprime i suoi pensieri e i suoi sentimenti sui casi degli uomini.
Di seguito una selezione da alcuni tra i canti più famosi, in cui si parla della pazzia di Orlando e della sua condizione spaventosa dopo la perdita del senno (Canto 23); di Astolfo, cavaliere inglese e paladino di Francia, che entrato in possesso dell'Ippogrifo, arrivato al colmo del Paradiso Terrestre, si incontra con San Giovanni Evangelista che lo porta sulla luna per riprendere il senno di Orlando (Canto 34); di come Astolfo, aiutato da Brandimarte, Dudon e Oliviero, restituisce il senno ad Orlando (Canto 39). Ma prima anche un brano dal 1° Canto, in cui Ariosto pone tutti i temi del poema, e la sua devozione ai Duchi di Ferrara.
Ludovico Ariosto è uno dei più grandi autori e letterati italiani di tutti i tempi, e non può essere dimenticato, come lo è oggi. La sua poesia elegante e immaginifica, ricca di citazioni storiche e mitologiche, è sempre viva e importante nella sua rappresentazione di umane debolezze e miserie come di grandi imprese e grandi spiriti". Arnoldo Foà