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Il Buon Natale nella tradizione dialettale ferrarese con il poeta Luigi Vincenzi

24-12-2014 / A parer mio

di M.Cristina Nascosi Sandri

Un BUON NATALE in poesia dialettale ferrarese da Gigi VINCENZI: maestro dei maestri della nostra grande cultura locale

 

Luigi Vincenzi detto Gigi è stato un grande Maestro della Cultura e Civiltà Ferraresi, quelle autenticamente con la C maiuscola, mancato pochi anni fa.

Aveva un altro simpaticissimo scutmai o nôm de plume che dir si voglia, nella migliore tradizione di casa nostra e di famiglia, TAMBA, di cui andava molto fiero, rimastogli addosso fino alla sua scomparsa, peraltro.

Figlio del 'suo' Po, gli aveva dedicato tante liriche e persino nell'unica opera in prosa scritta, il dramma vagamente guareschiano I residuàt ad guèra, che aveva vinto a fine anni Novanta l'unico concorso in merito svoltosi alla Fiera di Portomaggiore, c'era il Grande Fiume tra i suoi 'protagonisti.

D'altro canto, era nato a Bondeno, territorio di passaggio, di confine dove l'acqua 'la fa da padrona'.

Gigi è stato davvero un grande maestro, anche di scuola.

Aveva insegnato in tutti i comuni della provincia di Ferrara: sue - a ragione e per diritto - tutte le Lingue Ferraresi parlate che per lui, le minime varianti comprese, non avevan segreti.

Dalla sua opera omnia raccolta e pubblicata nel 2003, a cura di chi scrive, Grépul piace trarre, in omaggio ed in ricordo di Gigi, una lirica di speranza, Am par'd santir, una di quelle da lui scritte per la prima nipotina, l'adorata Lucrezia, quando al dì dla guàzza ad San Zuàn del 1998, il 24 giugno, la figlia Sabrina annunciò a lui ed alla moglie, la signora Mirella, che presto sarebbero diventati nonni.

'Sa' di annuncio di Bóna Nóva, l'arrivo imminente del Bambinello - come avrebbe detto un altro grande Autore della Scrittura Ferrarese ed italiana, Flavio Bertelli, conosciuto e 'trasmesso' anche in Rai - e vuol essere l'augurio per un sereno Natale ed un Anno Nuovo foriero di speranze non vane per un futuro migliore, specie per i nostri giovani.

 

Am par'd santir

 

Sì!...L'è sicur!...

E' dré rivar Lucrezia!

Am par 'd santir...

un pistazar 'd pidìn ch'al vién vèrs mi;

am par 'd santir...

il so manìn mulsìn che l'im fa ziéra;

am par 'd santir...

i so caviin ad séda

ch'im fa scarmir intant ch'im fa gatuza.

Déntar da mi as armisia i sentimént...

Am par'd santir...

la sò vuslìna frésca

che cucaiand la ciama sò nunón.

 

Mi pare di sentire

Sì!...E' sicuro!...

Sta arrivando Lucrezia!

Mi pare d'udire...

uno scalpiccìo di piedini che viene verso di me;

mi pare di sentire...

le sue manine soffici che mi accarezzano;

mi pare di sentire...

i suoi capellini di seta

che mi fanno rabbrividire

mentre mi fanno il solletico.

Dentro di me si rimescolano i sentimenti...

Mi par d'udire..

la sua vocina fresca

che 'cucaiando' chiama suo nonno.