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CITTA' SOLIDALE E SICURA - A cura del Centro comunale di Mediazione in collaborazione con associazionismo e residenti

Nasce il progetto "Comunic(a)zione", per la facilitazione linguistica e l'integrazione di giovani stranieri della zona Giardino

24-02-2016 / Giorno per giorno

Si è svolta mercoledì 24 febbraio, nella residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione di "Comunic(a)zione", progetto a cura del Centro di Mediazione del Comune di Ferrara per la facilitazione linguistica e l'integrazione di giovani stranieri della zona Giardino, in collaborazione con associazionismo e residenti.

All'incontro con i giornalisti erano presenti l'assessora alla Sanità/Servizi alla Persona Chiara Sapigni, l'assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Modonesi, il copresidente ANOLF Paolo Baiamonte, Daniela Raddi del CPIA (Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti) e il responsabile Ufficio Sicurezza Urbana Comune di Ferrara Giorgio Benini.

"Partendo dalla realtà del territorio - ha affermato l'assessora Chiara Sapigni - è stato fatto un lavoro di approfondimento concreto di situazioni personali, dei problemi e delle tematiche. Dall'indagine è emersa in particolare che il primo ostacolo all'integrazione è rappresentato dalla scarsa o nulla conoscenza della lingua italiana. Ecco quindi che, attraverso la mediazione sociale degli operatori attivi ora anche in piazzale Castellina, in collaborazione con ANOLF e con CPIA, è nato questo percorso che propone conversazioni e occasioni di comunicazione per fornire ai ragazzi interessati strumenti di conoscenza del contesto, delle persone e dei servizi".
"Ringraziamo Questore e Prefetto per l'attenzione prestata ai cittadini del quartiere Giardino, sottolineando positivamente anche l'intensificazione del presidio messo in campo dalla Polizia Municipale. - ha aggiunto l'assessore Aldo Modonesi - Ma la sicurezza urbana richiede l'assunzione di un ruolo più sfaccettato da parte della Pubblica Amministrazione. Ecco quindi i recenti interventi di nuova illuminazione, di ristrutturazione, di sorveglianza. Il tutto senza dimenticare sia l'importante ruolo svolto dal nostro Centro di Mediazione, sempre attivo e in grado di adeguarsi ai mutamenti dovuti ad un'immigrazione che cambia, sia la disponibilità dei residenti e all'associazionismo che sul territorio lavora."

 

(Comunicato a cura del Centro di Mediazione sociale del Comune di Ferrara)

"Comunic(a)zione" è un progetto promosso dal Centro di Mediazione in collaborazione con ANOLF Ferrara, CPIA e Regione Emilia Romagna; nasce da una serie di riflessioni conseguenti ai sopralluoghi che gli operatori del Centro svolgono periodicamente, nei parchi della zona Stazione (in particolare l'area verde di via Nazario Sauro), frequentati abitualmente da ragazzi di origine nigeriana.
Il "lavoro di strada", parte integrante e significativa del lavoro svolto da Centro di Mediazione, è risultato di primaria importanza al fine di entrare in contatto diretto con alcuni di questi ragazzi, e creare così relazioni di reciproca conoscenza.
Tale progetto si articola in una serie di "passi" che definiscono per punti il lavoro effettuato. Da una prima fase, che possiamo definire di conoscenza basilare (contatto e colloquio), gli operatori del Centro, dopo un'attenta "analisi dei bisogni", hanno stabilito una serie di incontri informali dove si è cercato di approfondire la conoscenza con i ragazzi.
La conversazione di tipo informale è stata scelta tra le diverse modalità di incontro come strumento di consolidamento e miglioramento della lingua italiana. Durante questi incontri i ragazzi, lasciati liberi di esprimersi nei racconti e di prendere confidenza con la lingua, stimolati dagli operatori e dai volontari (sotto la supervisione didattica degli insegnanti del CPIA), interagiscono su tematiche differenti, mirate ad una conoscenza più approfondita del loro tessuto sociale, passato e presente, ed alla creazione di legami di "fiducia" con le persone che vivono sul territorio.
Il secondo passo è stato quello di organizzare incontri di orientamento ai servizi del territorio, cioè ai servizi pubblici (Informagiovani, CSII, centri di formazione professionale) e del privato sociale (Associazione Viale K, Caritas..), per far loro cogliere le occasioni e le possibilità esistenti, spesso da loro non conosciute.
La terza fase, che rappresenta un aspetto di imprescindibile valore e l'anima del progetto stesso, risiede nella possibilità data, a chiunque voglia e viva sul territorio, di partecipare in prima persona alle conversazioni. In particolare, si stanno già coinvolgendo i residenti e le associazioni di italiani e stranieri che vivono il territorio quotidianamente. Così facendo, oltre che permettere a tutti i soggetti coinvolti di approfondire, in maniera non forzata, la conoscenza delle persone che vivono nel quartiere, si tenta di diminuire il cosiddetto gap intergenerazionale e culturale tra i soggetti in questione, fornendo anche informazioni, indicazioni e stimoli utili ad avviare percorsi di reinserimento sociale.
La zona stazione, infatti, risente di problemi relativi alla sicurezza urbana (degrado, spaccio) che allarmano i residenti. Il presente progetto - come importante integrazione del fondamentale lavoro di controllo e repressione svolto dalle Forze dell'Ordine - si colloca nell'ambito delle strategie per promuovere un ordinato svolgimento della vita civile nei contesti urbani al fine di curare la qualità della vita nelle comunità, migliorando le condizioni di vivibilità dei luoghi, la convivenza civile e la coesione sociale.

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