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"Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara - Comacchio"

15-02-2017 / A parer mio

di Gian Carlo Perego, arcivescovo eletto di Ferrara - Comacchio

Questo il testo della lettera firmata da Gian Carlo Perego, arcivescovo eletto di Ferrara - Comacchio, diffusa in occasione della conferenza stampa tenuta da Mons. Luigi Negri mercoledì 15 febbraio 2017 nella sala del Sinodo della Curia Arcivescovile di Ferrara. 

 

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"Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara-Comacchio"
Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara-Comacchio, di cui la Provvidenza, attraverso la nomina di Papa Francesco, ha voluto che io fossi da oggi pastore e guida. E' curioso che negli ultimi secoli, la Chiesa di Ferrara-Comacchio abbia avuto almeno un pastore cremonese: nel XIX secolo il card. Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850), amico dell'abate Gioberti, e nel XX secolo l'arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), amico di don Mazzolari e padre conciliare. C'è una sorta di legame tra la Chiesa di Cremona e di Ferrara-Comacchio, forse generato dal comune corso del fiume Po e dalle meravigliose oasi naturali, che si mantiene nel tempo, quasi per generare uno scambio, oserei dire, di ragioni della fede e del cuore che caratterizzano la ricca storia di due comunità cristiane. E' in questo flusso di fede e di grazia che mi inserisco oggi come Pastore della Chiesa di Ferrara-Comacchio, perché la mia debolezza possa essere sostenuta, accompagnata, rafforzata nel cammino tra voi e con voi. Tra voi e con voi presbiteri, mi sento parte di una famiglia che è chiamata al servizio ministeriale, con coerenza, nella correzione fraterna, con gioia.

Con voi diaconi mi sento più sicuro nel conoscere la vita delle persone: occhi, orecchie, bocca di una vita sociale che è luogo dell'evangelizzazione. Tra voi e con voi consacrati e consacrate raffinerò il gusto del silenzio e della preghiera insieme all'attenzione agli ultimi, ai piccoli di cui attualizzate il carisma. Tra voi e con voi laici, uomini e donne, leggerò e guarderò alla vita familiare, politica e sociale con gli occhi, le sofferenze, le gioie e le speranze di chi vive la quotidianità di una testimonianza di fede. Tra voi e con voi giovani, alla ricerca di una vocazione, di una storia originale di fede, tra studio e lavoro e non occupazione, cercherò di essere compagno di strada, come Gesù con i discepoli di Emmaus, per saper leggere i ‘segni dei tempi'.

A voi malati assicuro fin da ora una vicinanza nella preghiera. A tutti voi, chiedo un po' di pazienza nei miei confronti, perché sappia entrare in questo cammino di Chiesa che mi consegna, quasi fosse un tesoro da porre in nuove mani, il confratello Arcivescovo Luigi Negri, che ringrazio fin da ora per la sua vicinanza. Saluto l'Arcivescovo emerito Paolo Rabitti, già pastore di questa Chiesa particolare.
Desidero salutare e abbracciare anche questa città di Ferrara, che credo imparerò ad amare come il mio paese di campagna dove sono cresciuto e diventato presbitero, Agnadello, e la mia città di Cremona, dove ho vissuto la prima metà del mio ministero presbiterale prima di passare a Roma, al servizio della Conferenza Episcopale Italiana, in Caritas Italiana e poi alla Fondazione Migrantes. La bellezza artistica di questa città, ereditata dal Rinascimento, accompagnata dalla bellezza naturale, la bellezza umana di relazioni sociali, culturali, religiose rinnovate da nuovi incontri e legami con persone e popoli diversi, con un'attenzione preferenziale per i piccoli, i malati e i poveri, sapranno dare speranza e futuro alla città di Ferrara, di Comacchio e a tutte le nostre comunità del territorio diocesano. Le scelte di libertà, di responsabilità, di partecipazione della Chiesa di Ferrara-Comacchio, abbattendo i muri e nel rispetto dell'autonomia delle cose terrestri, saranno al servizio di questa rinnovata ‘bellezza'.
Maria ha sempre accompagnato la mia vita di ragazzo, come Madonna della Vittoria tra i campi, di seminarista e prete, come Beata Vergine del Sacro Fonte di Caravaggio. Alla Sua materna intercessione mi affido, invocandola con i titoli più cari ai cremonesi e ai ferraresi: Maria, Assunta in cielo, Madonna delle Grazie e in Aula Regia. Ai nostri santi patroni Omobono, Giorgio, Cassiano martire e al beato Giovanni Tavelli da Tossignano chiedo di educarmi al coraggio della carità e della testimonianza di fede. La benedizione di Dio, ricco di misericordia, accompagni il nostro cammino ecclesiale.

Vostro Gian Carlo Perego, Arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio

Roma, 15.2.2017

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BIOGRAFIA (dal sito internet de La Voce di Ferrara Comacchio)
Mons. Giancarlo Perego è nato a Vailate (CR) il 25 novembre 1960.
Ha compiuto gli studi nel Seminario diocesano di Cremona, successivamente ha conseguito la licenza in Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e nel 1996 si è laureato in Teologia nella Pontificia Università Gregoriana.
È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984 ed è incardinato nella Diocesi di Cremona.
Mons. Gian Carlo Perego ha ricoperto i seguenti incarichi:
- Dal 1984 al 1992 è stato Vicario Parrocchiale di S. Giuseppe al Cambonino
- Dal 1993 al 1994 è stato Segretario particolare di S.E. Mons. Giulio Nicolini
- Dal 1997 al 2002 è stato direttore della Caritas Diocesana
- Dal 2002 al 2009 è stato vicedirettore della Caritas Italiana e Responsabile
del Centro studi e Archivio storico di Caritas Italiana
- Dal 2009 è stato Direttore Generale della Fondazione "Migrantes"

È stato, inoltre, Segretario particolare di S. E. Mons. Enrico Assi (1984-1992), Insegnante nel Seminario diocesano di Cremona (1996-2002), Docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Cremona (1996-2002), Assistente Diocesano del MEIC (1997-2002). Dal 2009 è Insegnante di Teologia dogmatica alla LUMSA e nel 2012-2016 è stato Consultore del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
Il 30 aprile 2009 è stato insignito del titolo di Cappellano di Sua Santità.
Ha pubblicato la sua tesi di laurea dal titolo: "Un ministero tutto spirituale. La teologia del ministero ordinato nel giansenismo lombardo tra illuminismo e liberalismo (1755-1955)", Milano 1997. È direttore della rivista "Migrantes" e ha dato alle stampe diversi articoli e scritti di altro genere.

 

 

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