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Sul Palaspecchi e la delibera di Consiglio comunale

08-04-2017 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani *

Lunedì 10 aprile il Consiglio Comunale discuterà e voterà una delibera molto importante per Ferrara, perché costituisce una tappa determinante per la soluzione di un problema che da decenni affligge la nostra città: la riqualificazione del comparto "Palaspecchi" di proprietà della soc. Ferrara 2007 del gruppo Parsitalia, che nel 2002 lo ha acquistato tramite asta pubblica. La proprietà del Palaspecchi, ripeto, è dunque completamente privata.
I fatti, in estrema sintesi: nel 2011 la società ha sottoscritto un accordo con il Comune di Ferrara per l'approvazione del piano di recupero del comparto, previa variante urbanistica approvata senza un solo voto contrario dal Consiglio Comunale. Con quell'accordo, integrato poi nel 2013 e nel 2015 da una convenzione, la società si impegnava a ristrutturare e cedere al Comune uno degli edifici, da destinare a delegazione comunale e sede della Polizia Municipale, e relativa area di parcheggio, portando a garanzia una fidejussione da circa 6,8 milioni di euro sulla base della stima effettuata dall'Agenzia del Territorio, che scadrà - se lunedì il Consiglio non approverà la delibera - alla fine del prossimo mese di maggio. La convenzione del 2015, in particolare, prevedeva un significativo intervento di realizzazione di edilizia residenziale sociale, a cura di un Fondo immobiliare da costituire appositamente, il fondo "Ferrara Social Housing".
L'oggetto della delibera di lunedì prossimo è la modifica delle convenzioni già sottoscritte, prevedendo la cessione immediata al Comune dell'immobile destinato a "delegazione comunale" e del relativo parcheggio e il contestuale versamento del contributo di circa 4 milioni di euro, finalizzato a finanziare i necessari lavori di ristrutturazione. Solo a seguito della cessione dell'immobile e del contestuale versamento del contributo verrà svincolata la fidejussione prestata a garanzia.
Perché questa delibera è cosi importante? Perché è condizione indispensabile affinché si realizzi l'unico concreto progetto di riqualificazione dell'area, da oltre trent'anni abbandonata al degrado.
Il Fondo Immobiliare dovrà realizzare circa 260 alloggi di edilizia residenziale sociale per studenti, single, giovani coppie, insomma persone che non hanno i requisiti di indigenza per vedersi assegnata una "casa popolare", ma che non possono permettersi di affittare o acquistare un alloggio affrontando i costi del libero mercato, sul modello già sperimentato di via Gustavo Bianchi. Inoltre, sull'area non ceduta al Fondo, la proprietà realizzerà edilizia residenziale, commerciale e direzionale di pregio, e verde pubblico. Il Fondo sarà partecipato in primo luogo da Cassa Depositi e Prestiti (che apporterà la gran parte della dotazione finanziaria, circa 32 milioni di euro su un intervento complessivo di circa 40 milioni); dalla società proprietaria, che conferirà al Fondo gran parte degli immobili e 1 milione di euro, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni; dall'impresa costruttrice Vittadello Intercantieri che investirà circa 2,2 milioni; e infine ACER, che parteciperà al progetto e che vedrà poi remunerata la sua attività quale amministratore condominiale e gestore degli alloggi realizzati .
Questa, ripeto, è l'unica concreta chance di riqualificazione che in 30 anni si offre oggi alla città. Tutti i soggetti in campo hanno già formalizzato la loro volontà, manchiamo solo noi.
La Lega Nord ha già annunciato ricorso all'Agenzia delle Entrate e alla Corte dei Conti, profetizzando il fallimento dell'intera operazione. Non mi meraviglia, visto che questa forza politica non ha fatto altro che tentare di boicottarla, con azioni caratterizzate da platealità e ostentazione muscolare, che non hanno avuto alcuna efficacia nel risolvere i problemi ma che al tempo stesso non hanno certo contribuito a creare, tra i partner potenziali dell'operazione di riqualificazione (a cominciare da quello istituzionale, cioè appunto la Cassa Depositi e Prestiti), il necessario clima di serenità.
Forse anche altre forze politiche si accoderanno alla Lega in quella che sembra la moda di questi anni, cioè quella di sostituire il dibattito politico - che è faticoso, perché comporta, oltre al sacrosanto diritto di criticare, anche il dovere di avanzare controproposte credibili e fattibili - con le denunce; e temo che buona parte dell'opposizione, se non tutta, chiederà di sospendere, di rinviare, insomma di decidere di non decidere. Cosa significherebbe? Significherebbe che non facciamo nessuna nuova convenzione, escutiamo la fideiussione e intaschiamo 6,8 milioni, con i quali il Comando dei Vigili lo facciamo da qualche altra parte, magari cementificando aree vergini invece di riqualificare quelle degradate. E dopo? Dopo il Palaspecchi rimane così come lo conosciamo da più di 30 anni, un enorme bubbone alle porte della città! La Società proprietaria andrebbe in dissesto, non si costituirebbe alcun fondo immobiliare e il problema del Palaspecchi lo lasceremmo da risolvere ai nostri figli e nipoti, per la soddisfazione di chi fa strumentalizzazione politica parlando alla pancia della gente senza curarsi delle conseguenze e per la gioia di chi al fallimento del progetto ha collegato un proprio interesse privato. Sarebbe comodo, in fondo: si tratta in fin dei conti di un'area privata, non è né mai stata del Comune neppure in parte, la maniera migliore per non correre rischi è sempre stata quella di tenere le mani in tasca, oppure in aria, in segno di resa. Ma se questo è l'atteggiamento che piace ai ferraresi (ma io non credo), allora è meglio che si cerchino un altro sindaco.
Non ho preoccupazioni sull'esito del voto di lunedì, e daremo a Corte dei Conti, all'Agenzia delle Entrate e chi altri lo vorrà, se ci verrà richiesto, tutte le necessarie delucidazioni, non c'è nulla da nascondere, anzi.
A questo punto, però, dopo aver caparbiamente perseguito una soluzione, mi interessa sapere cosa pensa la città, la società civile, le associazioni di cittadini, le organizzazioni economiche e dei lavoratori, insomma tutti coloro che concorrono ad intercettare - e a formare - la pubblica opinione, compresi naturalmente i giornalisti. In altre parole, sono perfettamente consapevole che la responsabilità politica di questa scelta pesa completamente sulle spalle mie e della mia maggioranza, e non potrebbe essere diversamente, anche se non ci sentiamo eredi di quella stagione che il Palaspecchi tollerò; ma mi piacerebbe sapere se chi in questa città ha - a diverso titolo - voce in capitolo, su questo passaggio cruciale sceglie di starsene alla finestra per vedere come va a finire e dare magari un colpo al cerchio e uno alla botte, oppure ritiene di esprimere una netta posizione.

 

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara