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IL SINDACO INCONTRA LE ANTICHE FAMIGLIE FERRARESI DI SARDEGNA. L'ACCOGLIENZA: "EMOZIONE UNICA". IL DIRETTORE DEL MUSEO DEL RICORDO: "MOMENTO STORICO"

18-10-2023 / Punti di vista

SONO UNA VENTINA DI NUCLEI DEI 56 ARRIVATI NEGLI ANNI '30. PARTITI CIRCA 80 ANNI FA, HANNO FONDATO FERTILIA (ALGHERO).
ELODIA VINCENZI, 95 ANNI, ORIGINARIA DI VIGARANO, È LA PIÙ LONGEVA TESTIMONE DIRETTA: "HO UNITO I CAPPELLETTI AL PORCETTO"

Ferrara, 18 ott - Partiti dal territorio ferrarese alla volta della Sardegna per esportare l'esperienza delle bonifiche, Ferrara ritrova il legame con i suoi antichi conterranei.

Un legame sancito dalla visita del sindaco della città estense Alan Fabbri, in questi giorni a Fertilia, città sarda nata negli anni '30 dal lavoro di tanti ferraresi, veneti, istriani, che hanno 'strappato' la terra alle acque.

"Un momento storico mai accaduto prima", l'ha definito Mauro Manca, direttore dell'ecomuseo Egea, luogo realizzato con le donazioni di documenti, foto, testimonianze dei nuclei familiari fondatori e posto lungo la dorsale che conduce a Capo Caccia.

Tra i partecipanti all' incontro i discendenti delle 56 famiglie che bonificarono il territorio. Oggi sono una ventina i nuclei rimasti, portano cognomi tipici come Bellodi, Castaldelli, Farinelli, Finetti, Gavioli, Gnani, Govoni, Pozzati, Rosa.

Tra loro c'è anche una testimone diretta di quel lungo viaggio dalle terre di origine alla Sardegna: Elodia Vincenzi, 95 anni, nata a Vigarano l'11 febbraio 1928. Partì alla volta di Fertilia nel 1939, aveva 11 anni.

"Ho imparato a sposare i cappelletti con il porcetto", scherza oggi, ricordando il marito, sardo, Carlo Moro, a fianco del figlio Novello Moro. Vincenzi è la più longeva testimone diretta, ma la memoria di quel viaggio verso la Sardegna si è tramandata in tanti eredi di famiglie storiche: il padre di Ermes Pozzati, classe 1948, qui giunse già nel 1922.

Anche Lucia Gnani è la seconda generazione (suo padre Giannetto Gnani era ferrarese): nata nella terra dei Quattro Mori, ha fatto la terza elementare a Gualdo ed è innamorata del territorio estense, l'ultima volta è tornata di recente, a Voghiera per la fiera dell'aglio al Castello del Belriguardo.

Un altro Gnani, Corrado, 68 anni, papà di Masi Torello e madre di Codigoro, pur non essendo mai stato a Ferrara ne conosce il dialetto alla perfezione, tanto da aggiudicarsi il primo premio a un giocoso quiz lanciato dal sindaco sul vernacolo.

"Qui si respirano radici vive. Qui il legame identitario con la terra dei loro padri è straordinario - ha detto Fabbri, presente con l' assessore Marco Gulinelli -. Un fatto affascinante ed emozionante", ha sottolineato il primo cittadino, ringraziando i ferraresi d'oltremare per "l'affetto e l'accoglienza", e il vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna, Paolo Govoni, per aver creato questa connessione tra terre amiche, nel segno delle comuni radici.

Fabbri ha inoltre annunciato un prossimo invio dei libretti realizzati per le scuole sulla storia ferrarese, illustrati da Alberto Lunghini, per "portare la conoscenza delle nostre radici anche qui".

Scambi che il presidente del consiglio regionale Michele Pais ha definito "azioni culturali che rafforzano la pace", perché "Fertilia è stata ed è un grande modello di felice convivenza e integrazione tra genti differenti, un esempio per il mondo".

Dopo 90 anni circa dalla fondazione di Fertilia, una delegazione, con la partnership della Rai, ha percorso il ‘viaggio sulle orme dei padri': 750 miglia tra mare e terra per ritrovare i luoghi delle origini, recentemente concluso. Due mesi e dieci giorni di navigazione.

Quel viaggio ha ‘toccato' anche Ferrara a fine agosto, prima dell'approdo a Trieste. Anima di questa impresa è stato il comandante Giulio Marongiu, esule da Pola, che ha compiuto 85 anni in viaggio.

Un particolare omaggio è stato riservato proprio a lui: da circa 75 anni non tornava nella sua terra di origine: "L'emozione è stata incredibile - racconta -. Ho trovato anche i miei nipoti Umberto e Marco, e Beatrice, di 20, 23 e 12 anni, mi hanno fatto una sorpresa, anticipandomi a destinazione per accogliermi, sono rimasto a bocca aperta. Una banda di bambini cantavano le canzoni istriane al nostro arrivo. Troppo bello. Vogliamo tornare. Questa volta in auto. Siamo già pronti".

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