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DALLE BARBATELLE FERRARESI IMPORTATE IN TERRA SARDA A UN'AZIENDA DI OLTRE 20MILIONI DI EURO DI FATTURATO, LA STORIA DELLA CANTINA SANTA MARIA LA PALMA DI ALGHERO

20-10-2023 / Punti di vista

IL PRESIDENTE (IL PADRE ERA DI RO) MARIO PERETTO: "RAPPRESENTIAMO L'INTEGRAZIONE TERRITORIALE". AL TOP PER VENDITE DI VERMENTINO DOC. E ORA ANCHE IL ‘VINO SUBACQUEO', MATURATO A 40 METRI SOTT'ACQUA

Ferrara, 20 ott - A metà anni ‘30 del novecento importavano barbatelle dal territorio ferrarese, oggi fatturano oltre 20 milioni di euro, con 300 soci, 65 dipendenti e con il vino doc più venduto in Italia come singola etichetta, il celebre Vermentino ‘Aragosta'.

Dalla Sardegna, e nello specifico dalla città di fondazione Fertilia (frazione di Alghero) un'altra storia di emigranti di successo incrocia il territorio ferrarese.

È quella della cantina Santa Maria La Palma, visitata dal sindaco Alan Fabbri nel corso del suo recente viaggio di incontro con la comunità d'oltremare di antica origine ferrarese (trasferitasi qui dagli anni ‘30 esportando il proprio know-how nelle bonifiche).

L'azienda è oggi un grande segno dell'integrazione tra genti avvenuta nel territorio di Fertilia: tra i soci infatti si trovano nuclei e cognomi di origine ferrarese, veneta, istriana, fiumana, giuliana, dalmata, algherese. Anche il presidente Mario Peretto ha origini ferraresi, il padre infatti era di Ro.

Era giunto nell'attuale territorio di Fertilia nel 1938. Aveva otto anni. In quegli anni quella porzione di territorio sardo era al centro delle bonifiche e nelle terre ‘strappate' alle acque si costruivano i nuovi insediamenti, ‘importando' anche vitigni ferraresi.

Da quell'esperienza, e anche dalla conoscenza vitivinicola portata da molti fondatori, è poi nata - a partire dal 1959 - la cantina Santa Maria La Palma che nel tempo ha dato spazio ai vitigni della tradizione sarda, scoprendo ben presto nel Cannonau e nel Vermentino le colture autoctone più importanti per la propria produzione.

Oggi i soci conferiscono da un'area di 800 ettari. Come avevano fin dagli inizi intuito le famiglie fondatrici, l'area è perfetta per la produzione, innanzitutto per le temperature miti. L'esposizione ai venti che giungono dalla costa ha creato un ambiente favorevole alla produzione di vini di qualità, forte espressione del loro territorio.

Oggi l'azienda - spiega Peretto - esprime tutte le sue anime originarie e rappresenta l'integrazione tra genti e territori. Siamo - dice - il principale produttore di Vermentino di Sardegna di tutto il mondo e copriamo il 25 per cento della produzione sarda. L' ‘Aragosta', assai diffusa e nota perché raffigura proprio un astice, è il vino doc più venduto in Italia come singola etichetta.

Da qualche tempo la cantina Santa Maria La Palma ha inoltre ‘coniato' un vino originale, che porta con sé la ‘lavorazione' del mare: l'Akenta (termine che rimanda alla formula benaugurale sarda "akentannos", letteralmente "a cento anni") in versione sub, ossia immersa a 40 metri in punti geolocalizzati in modo da consentire un lento affinamento che - grazie alle particolari condizioni che genera l'acqua marina (assenza di luce, movimento delle correnti, temperatura) - gli conferisce caratteristiche che lo avvicinano ai metodi classici.

La produzione è limitata a ottomila bottiglie, immediatamente riconoscibili perché hanno concrezioni marine sulla superficie. E il termine del periodo di ‘maturazione' subacquea si è trasformato in una festa, tradizionalmente celebrata a metà luglio: nell''Akenta day' le barche recuperano il vino e se ne degusta la qualità, tra musica, tipicità sarde e l'immancabile formula "Akentannos", l'augurio di lunga vita.

Ferrara Riansce

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