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Strage del 2 agosto 1980: ricordo poetico di Alberto Goldoni

02-08-2011 / A parer mio

di M.Cristina Nascosi Sandri

Alberto Goldoni, ricordo poetico della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna

Per Alberto Goldoni la lingua dialettale ferrarese era pane quotidiano, ma con qualche antecedente…
Nato nel 1920, era stato un énfant prodige di casa nostra: a soli 10 anni, infatti, aveva recitato in teatro nella parte di un siciliano nella commedia I collegiali, allestita da Gaspare Denaro, l'allora direttore delle scuole "Alfonso Varano", in via della Ghiara, a Ferrara.
Nel 1934 fece parte della Filodrammatica Dilettanti Ferraresi diretta da Max Tassinari.
Più avanti, nel 1947, si unì al gruppo drammaturgico recitante in lingua italiana Dea Ars di Ferrara, direttore Flavio Bertelli, un eccellente intellettuale, scrittore e drammaturgo ferrarese assurto a fama nazionale di cui varrebbe la pena scrivere personalmente e più diffusamente.
L'incontro 'ufficiale' con la lingua dialettale ferrarese risale al 1948, quando passa alla Filodrammatica Estense di Ferrara - peraltro attiva anche in lingua italiana, grazie alle altre notevoli poliedriche personalità che ne facevan parte - dapprima come attore, poi, per 15 anni, come direttore artistico, con la quale partecipa a molte recite fuori provincia tra riconoscimenti e successi oltre ogni dire, grazie ai lavori drammaturgici di due 'classici' come Augusto Celati e Giovanni Pazzi.
Nel 1974, dopo lo scioglimento della Estense, assieme a Sara Sebastiani Schiappoli, fonda il gruppo La Ròla - l'attuale Teatro Minore, diretto poi da Alberto Belli, cui ora la compagine è intitolata - pure scomparso, a settembre di 10 anni fa.
Di Alberto Goldoni, mancato nello stesso mese, nel 1990, 21 anni fa, ormai, si riporta, a seguire, una pregnante rievocazione lirica di uno dei più orrendi delitti plurimi che la Storia, specie quella del nostro Paese, ricordi, la strage alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto del 1980.
Di raro espressionismo quasi visivo, i termini usati da Goldoni, quanto mai veri: chi, come chi scrive, ebbe la ventura, quel giorno, di vedere passare davanti ai propri occhi per via Indipendenza gli autobus carichi di quei corpi straziati che bianche lenzuola occludevano alla vista pudica dell'ignaro passante, potrà capire e commuoversi ancor più, al ricordo…
 
MASSACR'A BULÓGNA***
(2 AGOSTO 1980)

Diés e vintzinch
dal du d'agóst dl'utànta.
'Na man assassìna
l'à vlèst mustràr la ssò anima négra,
fasénd ssciùpar 'na bómba
in stazzión a Bulógna!

Un ssciòpi treménd
ch'l'a fat vulàr préd e parssón,
fum, pólvar, zzigór, lamént,
vagùn svantrà, tralìzz cuntòrt,
piant ad putìn, url'ad dulór,
màdar dispràdi ch'il zzérca
il ssò critùr
fra 'l silénzzi di mòrt!

Tanti mòrt!

Un massàcar!

Ma da che bus jé't gnu fóra, da che tàna?
Èssar schifós che gnanch il bèssti it vrìa fradèl!
T'a scritt al tò nóm: "Assassìn", col sangv inuzzént,
su chi marciapié che 'n àtim prima
jéra pistà da zént cunténta
ad partir pri dì'd fèsta!

La tò man criminal l'à firmà a Bulógna,
inquó,
l'òdi dla zént unèsta.