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Sulla mensa scolastica di San Bartolomeo

11-09-2007 / Punti di vista

di Loredana Bondi

In merito alla vicenda della mensa scolastica di San Bartolomeo di cui si è occupata in questi giorni la stampa locale, va chiarito che soluzioni proposte dai genitori in alternativa al servizio di refezione comunale sono praticabili purché siano rispettate le stesse norme alle quali si attiene l'Amministrazione Comunale per quanto concerne qualità dei cibi, salubrità e sicurezza dei locali che ospitano la mensa. Le norme riguardano la scelta di alimenti biologici e a lotta integrata (legge regionale), la supervisione dei dietetici da parte dei servizi di Pediatria di Comunità e di Igiene e Salute Pubblica, oltre che il controllo di esperti che effettuano verifiche periodiche e sistematiche sulla qualità igienico-sanitaria di locali e alimenti. Le disposizioni del ministero della Pubblica Istruzione prevedono anche che la scuola offra i locali e la presenza di personale scolastico per garantire la cura e la vigilanza dei minori in questa significativa fase dell'attività quotidiana.
Va precisato, altresì, che, in un contesto pubblico come la scuola, il rispetto per le scelte personali o di gruppi di genitori, non esime l'ente locale dal dovere di fornire il servizio di refezione qualora ci siano altri genitori che lo richiedono per i loro figli.
Concretamente, quindi, un servizio di refezione alternativo può sostituire quello erogato dal Comune solo se è richiesto e voluto da tutti. Diversamente il servizio alternativo deve integrarsi con quello comunale. In questo caso, però, è indispensabile che la Direzione scolastica possa concedere spazi idonei, sicuri, vigilati e separati fra loro, per evitare inopportune situazioni di promiscuità che la normativa non consente. Nel caso di San Bartolomeo il problema nasce proprio dalla mancanza di locali pubblici adeguati ad ospitare sia la refezione offerta dal Comune, sia la mensa alternativa richiesta da una parte dei genitori.
D.ssa Loredana Bondi
Dirigente del servizio Istruzione