Risposta a varie lettere e interventi ospitati dalla stampa locale. Quello delle biciclette acquistate dal Comune di Ferrara per i propri dipendenti sembra diventato il caso dell'estate. Ma se si affronta la questione con razionalità, e non con emotività o demagogia, le ragioni di dissenso, manifestate attraverso la stampa cittadina, appaiono infondate. I fatti, depurati dalle imprecisioni lette e ripetute qua e là: il Comune ha comperato 210 bici spendendo circa 24mila euro e beneficiando di un contributo di pari importo, vincolato a tale operazione, da parte del ministero dell'Ambiente. Le biciclette non sono state regalate ai dipendenti, ma date "in comodato", ossia prestate, con precisi vincoli di utilizzo per gli spostamenti fra casa e ufficio e per quelli connessi alle esigenze di servizio. In questo modo l'Amministrazione comunale ritiene di contribuire a incentivare la mobilità ecosostenibile, cioè quella effettuata con mezzi non inquinanti; cerca di favorire una minore occupazione degli ambiti parcheggi del centro storico; ritiene di stimolare anche altre aziende a valutare una scelta che appare positiva. Considerando che la vita media di una bicicletta può essere stimata in dieci anni, l'onere economico sostenuto - elemento sul quale si appuntano molte critiche - equivale a un impegno di 2.400 euro l'anno, meno di cinque milioni di vecchie lire. L'investimento è dunque assai esiguo, pur considerando le attuali ristrettezze finanziarie, mentre rilevante è il beneficio. ufficio stampa