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Nota sulle spese di trasferta degli amministratori

11-01-2006 / Punti di vista

Precisazione relativa al servizio pubblicato dal Carlino Ferrara nell'edizione del 9 gennaio, in merito alle spese di trasferta degli amministratori. A chiarimento dei dubbi espressi nell'articolo del 9 gennaio, e in risposta all'accusa di scarsa trasparenza, si precisa che l'ammontare complessivo dei costi di trasferta del sindaco e degli assessori sostenuti dall'Amministrazione comunale per il 2005 ammontano a 21.500 euro, comprensivi delle spese di viaggio, vitto e alloggio. A dissipare ogni eventuale ulteriore perplessità relativa alla quantificazione degli indennizzi, serve il richiamo alla normativa vigente. Le prescrizioni, riferite al contratto di lavoro dei dirigenti degli enti locali, sono applicate anche agli amministratori, e non possono sussistere, dunque, margini di discrezionalità nell'attribuzione dei rimborsi. A titolo di esemplificazione, un pasto dà diritto a un risarcimento di 30,55 euro. E il politico restò senza cena... Il Resto del Carlino del 09/01/2006 Qualche mese fa, era stato fra i promotori della richiesta di un taglio agli emolumenti di sindaco, assessori e consiglieri comunali: viste le ristrettezze della finanza pubblica, tutti avrebbero dovuto accettare (e molti in effetti l'hanno fatto) una riduzione del 10% di indennità e 'gettoni'. Ma nei giorni scorsi, lo stesso consigliere comunale di opposizione ha presentato poi la richiesta di rimborso per una cena «istituzionale», del costo di alcune centinaia di euro. Motivando l'istanza con il suo ruolo di rappresentante dei cittadini, tenuto a partecipare (e pagare) pranzi e cene ad amici e semplici conoscenti per le funzioni di carattere politico ed amministrativo: ma la richiesta è stata, con garbata fermezza, respinta dal presidente del Consiglio comunale Romeo Savini. Un'istanza 'irricevibile', come si dice in gergo: perchè la carica di semplice consigliere comunale non dà diritto al rimborso di cene e pranzi «istituzionali», se non nel caso che un intero gruppo consiliare sia costretto a riunirsi in quella sede - piuttosto che in ufficio - per il prolungarsi di riunioni o attività amministrative. E poi, pare, quella cena si sarebbe svolta di sabato sera, una circostanza che poco si concilia con l'attività politica. Anche la più intensa. «Ma io su questo non posso sindacare», afferma Savini trincerandosi dietro la privacy che gli impedisce di rivelare nome e cognome del questuante. In ogni caso, sull'entità dei rimborsi e più in generale delle cosiddette spese di rappresentanza si tornerà probabilmente a discutere - e forse, a battagliare - in occasione del prossimo dibattito sul Bilancio 2006 del Comune. Storicamente, questa è una delle voci in cui la 'trasparenza' nell'amministrazione è più latitante; a parte sporadici casi (come nella scorsa legislatura quello di un altro consigliere che aveva soggiornato in un hotel lussuoso concedendosi anche un brindisi a champagne), è praticamente impossibile conoscere quanto spendono sindaco e assessori per viaggi, pranzi e merende. I capitoli di spesa, sin dai tempi dell'ex sindaco Soffritti, sono argutamente suddivisi in varie poste di bilancio così che - si dice - nemmeno i dirigenti amministrativi conoscono l'ammontare esatto dei costi per i pernottamenti, gli spostamenti, le vettovaglie. Così brilla, come prova di 'etica', il rifiuto per il rimborso da 300 euro appena opposto al consigliere, forse ingenuo e forse sprovveduto. Ma per il resto, il segreto resta rigoroso. s. l.