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A proposito dell'ospedale S.Anna a Cona

11-12-2012 / Punti di vista

di Francesco Portaluppi *

Continuano a sparare sull'Ospedale di Cona. Ora sarebbe troppo grande e costoso per Ferrara, e per questo motivo ruberebbe risorse ad altri ospedali della provincia. La realtà, però, è che la rete ospedaliera di Ferrara continua a essere troppo frazionata rispetto alle moderne esigenze di avere meno ospedali ma più grandi e con bacini d'utenza più vasti, tali da consentire economie sia di scala che di scopo, oltre a maggior varietà, qualità e sicurezza delle prestazioni. La provincia di Ravenna, con i suoi abitanti (più numerosi dei nostri) e i suoi lidi (come i nostri) ha tre ospedali in tutto (uno ogni 126 mila abitanti), noi ne abbiamo sette (uno ogni 51 mila abitanti). Parma, con i suoi 426 mila abitanti e le sue varie comunità in territori montani isolati, ha 4 ospedali in tutto (uno ogni 106 mila abitanti), e così via. La nostra rete ospedaliera è ancora la più obsoleta e antieconomica dell'intera regione, primato davvero non invidiabile. Una volta a regime, l'ospedale di riferimento provinciale di Cona consentirà finalmente -e in sicurezza- la chiusura degli ospedali (con relativi pronto soccorso) più piccoli e improduttivi della rete provinciale. Una discussione seria dovrebbe allora partire da quanti accessi con codice rosso o giallo, dunque veramente urgenti, arrivano ai pronto soccorso degli ospedali minori, e quanti invece sono bianchi e verdi per i quali una struttura ospedaliera è inutile e sprecata. Dovrebbe confrontare il numero e le tipologie di ricoveri nei vari reparti per vedere se sono adeguati agli standard di economicità, qualità e sicurezza. Dovrebbe valutare quanti dei ricoveri generati nel territorio pertinente a ciascun ospedale sono gestibili con le risorse di quell'ospedale o sono più spesso semplicemente "rimbalzati" verso altre strutture. Dovrebbe tener conto di questi fatti anche chi di mestiere fa il giornalista, per non ritrovarsi a diffondere solo chiacchiere da bar. Sarebbe bene poi non scordare quanto "inumane, umilianti, deprivatizzanti" fossero le condizioni di ricovero nel vecchio Sant'Anna: con la "normalità e umanità negata" di "camere con ben otto pazienti che possono usufruire di un solo bagno", "stanze e spazi che non preservano dagli sguardi dei passanti, personale o familiari di altri pazienti o chiunque sia", dove capitava di "dover svegliare e spostare altri pazienti (gravi) per passare con la salma alle 4 del mattino". I virgolettati sono tutti ripresi dalle pagine dei giornali locali, quando persino i giornalisti gridavano che "a Cona bisogna andarci in fretta". Oggi qualcuno sostiene che da Occhiobello piuttosto che a Cona è preferibile andare a Rovigo per l'autostrada, nonostante il pedaggio, la benzina e 10 km in più (opinione forse condivisibile per una gita fuoriporta, non certo per il ricovero in un ospedale con camere fino a 5 letti e minor varietà di servizi specialistici), e che "dovremmo essere tutti d'accordo" sul fatto che il nuovo Sant'Anna è "a dodici chilometri dal centro di Ferrara". Peccato che a 12 km dal nuovo Sant'Anna ci sia il circolo Serenella di Mizzana, mentre da cinque secoli il centro di Ferrara è occupato dal castello, il cui ingresso nord dista esattamente 9 km dalle porte scorrevoli del pronto soccorso di Cona. Ed è su fatti provati che sarebbe auspicabile confrontarsi, per non dar credito ingiustificato e pericoloso a miopi campanilismi.

 

* Consigliere comunale gruppo PD