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La riunione di Commissione consiliare sulla crisi del Polo Chimico Industriale

27-05-2013 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

La riunione della Commissione di ieri (venerdì 24 maggio, ndr) sul petrolchimico era stata richiesta da Ppf nella precedente conferenza dei capigruppo ed il sindaco ha dato la sua disponibilità. E' stata utile. A quanto hanno riferito Tagliani e sindacati non ci sarebbero pericoli immediati per il petrolchimico, a parte la vertenza Basell. Pare che le preoccupazioni debbano riguardare i prossimi 5-10 anni, a causa della crisi del cracking di Marghera. Non ne siamo per niente convinti. Qualcosa sta accadendo e gli oltre 2 mila lavoratori impegnati nel petrolchimico farebbero bene a mobilitarsi prima di arrivare a situazioni tipo Berco. Sono almeno 10 anni che il problema dell'abbandono del sito da parte di alcune grandi aziende è latente e viene affrontato con "regali" a Eni e Basell (accordi di programma privi di garanzie reali, turbogas, piani particolareggiati tesi a valorizzare le aree). Scelte che hanno prodotto risultati deludenti. I sindacati (e il Comune) preferiscono tavoli ristretti al coinvolgimento della città. Ora invece, a nostro parere, occorre mobilitare l'intera popolazione per garantire il futuro al sito produttivo più importante di Ferrara. Berco docet.

Sateriale, Bratti (presente in commissione, ma silente), Tagliani, il Pd, i sindacati, avevano promesso che la centrale avrebbe favorito occupazione e nuovi investimenti. Non è accaduto. Oggi si scopre che Eni fa pagare troppo cara l'energia ceduta agli impianti, contando sul monopolio di fornitura all'interno del sito. Incredibile ma vero: non c'è possibilità per le aziende del petrolchimico di approvvigionarsi dalla rete. Impreparazione di chi ha fatto gli accordi? Inadeguatezza degli attori locali a trattare con le multinazionali? I risultati sono davanti agli occhi di tutti: prospettive zero per il sito, occupati che calano, nessun progetto concreto di rilancio e riconversione del petrolchimico, bonifiche ferme o a passo di lumaca, licenziamenti incombenti, energia per le aziende più cara del 15-30% rispetto ai prezzi di mercato.

Sosteniamo da anni che il semaforo verde alla turbogas ha sottratto investimenti agli impianti. Eni, tramite partecipate farà profitti colossali con la centrale e forse gli impianti li porterà altrove. Vorremmo sbagliarci e credere all'investimento Versalis negli elastomeri (revamping dell'EPDM), citato più volte in riunione. L'azienda avrebbe già chiesto la conferenza dei servizi. L'investimento sarebbe ingente e certamente darebbe una svolta. Ma attenzione, questa volta si faccia partecipare la città. I ferraresi (non solo i sindacati, i consiglieri Pd del petrolchimico o Tagliani) devono sapere: 1) cosa verrà prodotto; 2) con quali e impianti e processi produttivi; 3) con quali impatti ambientali, sanitari e sistemi per ridurli; 4) con quali rischi per i lavoratori ed i cittadini; 5) con quale organizzazione della produzione (make or buy); 6) con quale effettiva ricaduta economica nel territorio (nuova occupazione, nuovo fatturato per le imprese locali); 7) con quali materie prime, trasportate come; 8) con quali vincoli di approvvigionamento dal cracking di Marghera; 9) con quali garanzie se i patti venissero disattesi da Eni. Non si facciano gli stessi errori del passato, salvo poi attribuire, a chi lo fa presente, un atteggiamento ostile verso il petrolchimico, solo per sottrarsi al confronto sui pessimi risultati ottenuti. E' fuor di dubbio che con gli accordi di programma si è lavorato male per la città, per i dipendenti, per il futuro. Vogliamo riprovarci?


* - consigliere comunale Progetto per Ferrara