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Nel giardino di Schifanoia una libera interpretazione del 'barone rampante'

11-09-2013 / A parer mio

di Debora Peca

I libri a mio avviso sono come certi piatti della buona cucina: hanno sapori diversi a seconda delle varianti che entrano in gioco. Vi è mai capitato per esempio di rileggere a 40 anni un libro letto al liceo? E' una sensazione stranissima poiché con altri occhi si colgono particolari nuovi che allora non avevamo notato.
Di recente mi è capitato di rileggere "Il Barone rampante" di Italo Calvino. E' la storia di Cosimo un dodicenne che decide di abbandonare le convenzioni sociali, gli obblighi e le aspettative della sua famiglia per vivere su un albero, fino alla vecchiaia; qui vivrà anni pieni di scoperte ed avventure in cui diverrà spietatamente se stesso, abbandonando un percorso prestabilito.
La scorsa domenica, ho avuto inoltre l'occasione di vedere la compagnia Officina Ferrarese Actuar in una libera interpretazione delle vicende del "Barone", dal titolo "L'irrinunciabile sogno di Cosimo Rondò".
Lo spettacolo, che ha riscosso reazioni entusiastiche da parte di un pubblico di adulti e ragazzi, si è avvalso del prezioso contributo del regista uruguaiano Santiago Bentancor Romero e del regista argentino Carlos Branca.
La rilettura recente del romanzo da parte mia e l'occasione di uno spettacolo teatrale nella splendida cornice del giardino di Palazzo Schifanoia, mi hanno portato a riscoprire quest'opera con gli occhi dell'adulto, a cogliere la dolcezza, lo spessore e le numerose chiavi di lettura del libro che da sedicenne avevo classificato come un romanzetto da ragazzini ma che oggi ha tutt'altro sapore.
Così, da spettatore ho colto le fasi della vita di tutti noi, il desiderio di realizzare i sogni e le aspirazioni nonostante le convenzioni e gli ostacoli che questo comporta.
Un'interpretazione intensa, di cuore, difficile da dimenticare, all'ombra di un salice altrettanto autentico.


"L'amore per questo suo elemento arboreo seppe farlo diventare, com'è di tutti gli amori veri,
anche spietato e doloroso, che ferisce e recide per far crescere e dar forma."

 

Il progetto Officina Teatrale A_ctuar, nasce a Ferrara nel 2010 da un gruppo di attori diretti da
Carlos Branca, regista di teatro di prosa, lirica e attore, nato a Buenos Aires da genitori italiani.

 

Immagini scaricabili:

Barone rampante _ foto Debora Peca.jpg