La gestione dei rifiuti, i bacini regionali e nazionali, Hera e il Sindaco
22-11-2013 / Punti di vista
di Valentino Tavolazzi *
Appena inglobato, ad opera di Errani, il bacino ferrarese dei rifiuti urbani in un unicum regionale, ora è il Pd a Roma a dare l'ultima spallata alla gestione virtuosa dei rifiuti. Il gioco di squadra del partitone non perde un colpo. Prima Errani apre al mercato unico emiliano romagnolo la circolazione e la combustione dei rifiuti urbani e speciali, autorizzando il via vai di camion da una città all'altra della regione. Nel frattempo Hera, con la complicità di sindaci e presidenti di provincia (Pd e satelliti), si prepara chiedendo e ottenendo revisioni delle autorizzazioni (AIA), garante la Regione. La quale, pur di liberarsi degli ostacoli, non esita a far rotolare teste, come quella dell'assessore Freda, mentre Tagliani, Zappaterra e Bratti applaudono.
Poi arriva il ministro Orlando Pd, che con un collegato alla finanziaria supera i bacini regionali, per integrarli in un unicum nazionale. Se passerà, i rifiuti urbani potranno scorrazzare da un angolo all'altro del bel paese.
Immediata finta rivolta dei sindaci emiliani, con Tagliani in testa, che tuttavia candidamente confessano: "gli impianti emiliano romagnoli (quindi anche quelli di Hera) sono stati finanziati attraverso le tariffe". Era ovvio fosse così! Ma se i cancrovalorizzatori sono nostri, perché non possiamo decidere della loro sorte? Secondo Tagliani, eletto per fare gli interessi dei cittadini e non quelli dei soci privati di Hera (gigantesco conflitto di interesse dei sindaci soci!), dovremmo pagare tariffe in crescita per garantire dividendi ai privati e per avvelenarci! Naturalmente ciò accade rottamando la politica virtuosa di gestione dei rifiuti imposta dall'Europa. Ma torniamo alla ipocrita messa scena del Pd.
Mentre Errani lanciava il nuovo deal della combustione unica regionale, Hera e soci gongolavano per l'aspettativa di dividendi e la Freda andava a casa, Tagliani rilanciava la bufala della geotermia ad acqua tiepida, inadatta anche a cuocere la salamina da sugo. Tutti capiscono che il vero obiettivo di quell'operazione è incatenare la città all'inceneritore per altri vent'anni. Come? Lo si rende indispensabile, come è, al nuovo progetto di teleriscaldamento (chi mai, a cose fatte, metterebbe al freddo anziani e bambini per spegnere il forno di Cassana?), allo scopo di consentire la combustione a Ferrara di rifiuti provenienti dalla regione (deal Errani) e dall'Italia intera (deal Orlando). Profitti giganteschi nelle casse di chi brucia. Cassana e Porotto applaudono. Sindaci, presidenti di provincia e regione, ministri, aziende a capitale pubblico, votate al profitto e dagli scandalosi compensi ai manager (non pochi di provenienza politica), tutti insieme sotto il controllo del partitone, che fa il regista qui e a Roma.
In verità ieri Fassina (Pd) confessava: "l'equilibrio tra potere politico ed economico è fortemente sbilanciato sul secondo". Dunque chi sia il vero regista è tutto da scoprire. L'unica cosa certa è che questo sistema è marcio! I cittadini pagano bollette stratosferiche per essere inquinati, per mantenere oligarchie controllate da privati (ricordiamo che pezzi di tariffa finiscono nelle tasche dei soci privati delle multiutility), per garantire stipendi folli a dirigenti che faticano a "competere" in ambienti monopolistici, come acqua e rifiuti, garantiti dalla politica. E alla fine, chi paga, viene pure preso per i fondelli in questo ipocrita e scandaloso gioco delle parti. Poi ci si lamenta se aumenta l'astensione dal voto.
In Emila il Pd ha inventato questa macchina infernale. Ppf lavora da anni perché i cittadini la demoliscano e riprendano nelle loro mani le scelte strategiche delle loro comunità.
* - consigliere comunale Ppf