Ferruccio Mazza, un uomo semplice che ha saputo sognare e dire di no
06-01-2014 / A parer mio

di Daniele Civolani, Anpi Ferrara
Ferruccio Mazza se n'è andato. Era nato nel ‘21 in una famiglia poverissima ed era cresciuto con la passione della ginnastica artistica, sino a diventare un vero campione, sino alla soglia delle olimpiadi del 1940. Ma era scoppiata la guerra e tutto era svanito. Dopo l'8 settembre del '43 si era rifiutato di entrare nelle file dell'esercito fascista ed era stato a lungo braccato sino alla cattura e alla deportazione. Prigioniero prima a Ludwigschafen e poi ad Annweiler, sopportò la fame e la fatica spendendosi spesso per aiutare quelli più deboli di lui. Tornato dalla guerra riprese la sua vita facendo l'operaio: il sogno della ginnastica era svanito, restava la sua famiglia, la moglie, i figli.
L'ho conosciuto a scuola in occasione di una celebrazione del 25 aprile e poi insieme abbiamo scritto la sua storia. Da allora mi ha sempre accompagnato, sempre al mio fianco a portare il medagliere dell'ANPI, sempre al mio fianco a parlare con centinaia di ragazzi per ricordare che la guerra è un male assoluto ma evitabile, per ricordare che dobbiamo difendere la Costituzione e la democrazia.
Ferruccio se n'è andato.
Un uomo semplice, uno che ha saputo sognare, che ha saputo dire di no.
Un uomo insomma.
Daniele Civolani - presidente Anpi Ferrara
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