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L'Oriente Padano e il Contratto di Fiume

13-01-2014 / Punti di vista

di Rossella Zadro *

 

Oriente Padano è un nome affascinante, il migliore che potesse essere coniato per  descrivere ed evocare un territorio pieno di storia, cultura, ambiente naturale, agricoltura, paesaggio, industria, ecc. Un'area ampia caratterizzata dalla presenza ingombrate di un grande fiume. Il Po. Come dice Diego Marani  il Po non è un confine, è il Po è una regione.

Vorrei in questa sede suggerirne una chiave di lettura in più, diversa ma che va nella stessa direzione,  anche alla luce dei nuovi strumenti di governo dei territori che si stanno affacciando e sviluppando in virtù delle politiche ambientali per l'acqua e per l'adattamento ai cambiamenti climatici. Ed anche alla luce delle grandi opportunità che, facendo squadra si posso originare sui territori. Oriente Padano ne è un innovativo esempio.

I CONTRATTI DI FIUME.  Cosa sono i contratti di fiume!!  Tanto per cominciare esiste una Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, documento di principi e indirizzi condiviso nel marzo 2011 dalla Commissione Ambiente e Energia della Conferenza dei Presidenti delle Regioni Italiane. Tale documento, al quale per il momento poche Regioni hanno formalmente aderito, è stato pensato, redatto e discusso al fine sia di dare quel grado di uniformità utile a rendere lo strumento il più possibile identificabile, pure nel rispetto delle peculiarità locali, sia di condividere esperienze e delineare un modus operandi che, in processi così complessi, contribuisca a dare prova concreta delle positività che si innescano nell'agire con innovativi strumenti di "governance". In questa accezione il Contratto può rappresentare realmente una nuova frontiera del governo dei territori locali.

 

Per come si stanno sviluppando i Contratti di Fiume sull'intero territorio nazionale, si fanno sempre più chiare le loro potenzialità quali strumenti in grado di realizzare a scala locale programmi e progetti trasversali e fortemente partecipati che integrano la tutela ambientale con la sicurezza e lo sviluppo partendo proprio dall'elemento fiume quale elemento identitario a cui la comunità si riferisce.  IN QUESTO CASO di un'ampia area come quella del Bacino Padano.  I fiumi al centro quali elementi che coagulano intorno a loro le strategie dei territori. In termini economici, sociali, ambientali e di risposta alle emergenze che potrebbero prefigurarsi, legate ai cambiamenti climatici, grazie a politiche di adattamento.

A tal proposito rappresenta un'opportunità proprio l'attuale lavoro che si sta realizzando per la predisposizione dei documenti di indirizzo per la programmazione dei Fondi Strutturali 2014/2020.  DOVE I CONTRATTI DI FIUME assumono un ruolo CHIAVE.

Sostenibilità ambientale, utilità pubblica e valore sociale. Sono questi i tre principi che sintetizzano più di ogni altro il valore del Contratto di Fiume, uno strumento che supera l'approccio settoriale e sviluppa processi partecipati per gestire in modo condiviso le attività necessarie alla tutela e valorizzazione di un bacino fluviale.

Gli obiettivi finora raggiunti a livello nazionale, sono frutto di uno sforzo di natura non solo istituzionale, ma anzitutto culturale, che sta portando a percepire e a governare le acque, i fiumi e più in generale i territori ad essi connessi, come "luoghi di vita" e di innovazione.

 

Partendo da un evento di portata planetaria (cambiamenti climatici e RIO+20) si possono rintracciare elementi utili ai nostri territori fluviali;

1 Green Economy, tesa alla transizione verso un paradigma economico ambientalmente responsabile, più equo e solidale verso tutti;

2.Governance dello sviluppo sostenibile per riformare l'attuale architettura di istituzioni, organismi, programmi e risorse, rendono i risultati di tale lavoro di indiscutibile valore, in un percorso di evoluzione anche di scala locale.  "Think globally, act locally".

 

Il Contratto di Fiume, in questa visione può quindi essere interpretato come una scelta vincente di carattere locale (di bacino del Po?), in quanto rappresenta un accordo che permette di declinare nei territori fluviali la ricerca di equilibrio tra la tutela ambientale e lo sviluppo economico (sviluppo sostenibile) e ben interpreta il tema della partecipazione e del coinvolgimento nelle decisioni che sempre di più pervade le politiche ambientali e territoriali a tutti i livelli. 

 

Il Contratto di Fiume è un processo decisionale che necessita di "Politiche Territoriali Integrate" per una gestione efficace ed efficiente degli strumenti di Pianificazione d'area vasta. Infatti i temi della tutela e riqualificazione fluviale devono essere supportati da una visione d'area per essere affrontati in modo efficace.

 

RIASSUMENDO:

 

Il Contratto di Fiume nasce come strumento per l'applicazione di una disciplina settoriale ma sta diventando, in alcuni bacini fluviali, la sede privilegiata di concertazione per l'applicazione armonica a scala locale delle molteplici politiche attive su un territorio. In questa visione può evolvere verso un vero e proprio strumento di sviluppo locale.

Ma quali caratteristiche deve avere il Contratto di fiume per evolvere ed essere riconosciuto come strumento di sviluppo di un territorio? (come i Piani d'Azione dei Contratti di Fiume possono attivare e sostenere un sistema di microeconomie locali? quali i comparti su cui investire e con quali priorità? Esperienze pregresse come quelle dei Patti territoriali possono essere un riferimento?..)

Quale forma di riconoscimento? (legislativo/normativo, pianificazione strategica multilivello, Piani Regolatori Comunali...)

Brevemente riporto quanto emerso nell'ambito dei lavori coordinati da Agenda 21L  durante un seminario su tale argomento:

-          I partecipanti hanno riconosciuto nel Contratto di Fiume uno strumento di sviluppo locale perché attraverso la governance persegue la realizzazione di progetti trasversali - integrati a partire dal capitale naturale;

 

-          Il Contratto di Fiume è un processo decisionale che necessita di "Politiche Territoriali Integrate" , di bacino, per una gestione efficace ed efficiente degli strumenti di Pianificazione d'area vasta. Infatti i temi della tutela e riqualificazione fluviale devono essere supportati da una visione d'area per essere affrontati in modo efficace. Si segnala come la co-pianificazione tra Bacini, Regione, Provincia, Comune sia elemento di buona pratica nelle esperienze di Contratto di Fiume dotate di un Piano d'Azione costruito attraverso la partecipazione attiva della comunità locale e di tutti i portatori d'interessi. Restano, dunque, prioritari i seguenti temi condivisi con i partecipanti:

  • Il contenimento di nuovo consumo del suolo;
  • il miglioramento dell'integrazione dell'attività agricola nel contesto di valle fluviale e di territorio;
  • l'individuazione di forme di incentivazione per l'integrazione della Rete Ecologica Locale mediante fasce tampone, nuclei boscati...,
  • la riqualificazione delle aree degradate (capannoni, edifici storici in abbandono) e infine
  • la tutela attiva dei siti natura 2000 da far oggetto di pianificazione di dettaglio con la finalità di individuare le attività antropiche compatibili con la loro conservazione/riqualificazione.

 

-          Occorre porre l'attenzione non solo alla pianificazione d'area vasta ma anche a quella a scala comunale (P.R.G.C.) e avviare sinergie proficue con i comparti dell'agricoltura, del turismo e della sostenibilità energetica per creare microeconomie a scala locale;

 

-          Si ritengono prioritari i temi della manutenzione del territorio, della difesa del suolo e della multifunzionalità in agricoltura, in quanto possono incidere nella prevenzione del rischio idrogeologico, creare occupazione e nuove figure professionali;

 

A tal fine si sottolinea come i Fondi Comunitari nella nuova programmazione possono supportare le azioni dedicate all'uso della risorsa idrica in agricoltura. Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 prevede "l'uso efficiente delle risorse idriche e si dovranno implementare meccanismi premianti nei confronti degli agricoltori che aderiscono a programmi di Buone Pratiche Agricole;

 

-                    Il riconoscimento del Contratto di Fiume è fondamentale sia a scala nazionale (Piano di gestione dei BACINI IDOGRAFICI) sia a livello Regionale (PTR, PPR, PTA, Piani di sviluppo economico, gestione fondi strutturali, Politiche agricole, gestione dei fondi PAC...) e sub-regionale (consorzi di comuni, ATO, consorzi bonifica) e a livello comunale (P.R.G.C.);

 

-                    Si condivide come le organizzazioni territoriali quali Gal Leader, Consorzi di Bonifica, Bacini Imbriferi Montani e i patti territoriali già presenti sui territori possono assolvere in modo innovativo al ruolo di coordinamento dei processi partecipati quale il Contratto di fiume.

 

-                    Importante il coinvolgimento delle imprese e dei privati che investono nella green economy quali interlocutori privilegiati nel creare occupazione e come partner nello sviluppo dei Piani d'azione dei CdF.

 

Il Coordinamento Ag21 si pone dunque come interfaccia con i Misteri di competenza (ambiente, economia, Agricoltura...) e si rende disponibile per la prossima programmazione delle attività come il prossimo Tavolo Nazionale che si terrà nel territorio della Regione Veneto nel 2014...

 

Questa lunga disamina dello strumento CdF mette in luce come territori già naturalmente segnati, attraverso la ricerca, l'innovazione e la tecnologia dispongano già di  linee e suggerimenti  importanti per la crescita delle proprie eccellenze. Oriente Padano diventa il facilitatore di queste azioni.

Per finire vorrei ricordare VENTO, l'infrastruttura ciclabile Venezia - Torino che attraversa tutti i territori attraversati dal Po, compresa Ferrara. Ferrara ha firmato e si è impegnata per la sua realizzazione. Una pista ciclabile per il turismo lento, ma non solo, lungo l'asta del PO. La natura ci ha già fornito tutti gli elementi per decidere.

Agenda 21L già oggi partecipa ai tavoli ministeriali dedicati alle strategie di adattamento. Lavora con i territori per la conoscenza, l'innovazione, la partecipazione.

Agenda 21L ha messo tra le sue priorità i Contratti di fiume e le iniziative che attorno a questi possono generarsi, di qualità, eccellenza, sviluppo.

 

Rossella Zadro, Assessore Ambiente Comune di Ferrara

Presidente Nazionale di Agenda 21 Locale