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Un ricordo di Arnoldo Foà

13-01-2014 / A parer mio

di M.Cristina Nascosi Sandri

Arnoldo Foà, mancato l'11 gennaio, venne a Ferrara, tra le ultime volte, per partecipare alla seconda edizione della Festa del Libro Ebraico nel chiostro di San Paolo di Ferrara, a maggio del 2011. Uomo d'arte e di spettacolo a tutto tondo, ospite insieme con un altro eclettico entertainer, come lui di origine ebraica del '900, Teddy Reno - al secolo Ferruccio Merk Ricordi - fu, quel pomeriggio, come sempre, all'altezza della situazione, tra battute e rampogne tipiche della sua incisiva coscienza burbera e civile.

Ho avuto, fortuitamente e fortunatamente, l'occasione di conoscerlo di persona a Ferrara durante un'altra delle sue capatine di ritorno al luogo natìo, alcuni anni fa, a Palazzo dei Diamanti. C'era un concerto di rilievo quella sera: durante l'intervallo, vagando in quelle splendide sale piene d'arte immortale ferrarese, ebbi modo di parlargli brevemente, anche in dialetto ferrarese, idioma che lui ancora ben rammentava: una grande emozione - l'avevo provata così solo un'altra volta, nel corso di un altro indimenticabile incontro, quello con Giorgio Bassani - mi prese.
Ricordo che avrei voluto baciargli la mano. No, non certo per piaggeria, bensì per stima, riconoscenza, riconoscimento d'aver di fronte, per alcuni minuti, un grande essere umano, oltreché una grande personalità artistica a tutto tondo, piena, come quella di Bassani, di ineludibile ed unico wiz ebraico d'altri tempi, ormai impossibile da ritrovare nell' eredità estense d'oggi.