Il Parco del Delta del Po candidato Unesco quale sito MAB "Man and Biosphere"
07-04-2015 / Punti di vista
di Tiziano Tagliani
E' apparsa troppo fugacemete in questi giorni la notizia che il Parco del Delta del Po verrà ufficialmente candidato dal nostro Paese l'8 aprile a Venezia presso l'UNESCO quale sito MAB "Man and Biosphere" ovvero un'area oggetto di protezione per le sue valenze bio-naturali e paesaggistiche che si offre al mondo ad una sfida di valorizzazione dell'insediamento socio economico dell'uomo ed assieme della biodiversità in una ottica di sostenibilità.
A me pare una "grande" notizia ed assieme una grande opportunità. Forse l'occasione per recuperare il valore culturale di questa area immensa ed unica: l'area delle radici etrusche, di quella fiorente esperienza economica e straordinaria stagione artistica, nota in tutto l'adriatico che fioriva a Spina 500 anni prima di Cristo, ma anche l'area dove l'Abate Guido di Pomposa, a pochi chilometri di distanza sulla "Romea", accese attorno al Mille da quella abbazia un "faro" di civiltà noto in tutta l'Europa, esperienza di fede e speranza in anni quelli davvero bui, cardine tra cultura classica ed umanesimo, origine della scrittura della musica. E' in sostanza il "luogo" del nostro immaginario e della nostra plurisecolare storia di lotta fra terre ed acqua, fra uomo e natura.
Metteremo dunque assieme « la città ch'in mezzo alle piscose paludi, del Po teme ambe le foci, dove abitan le genti disiose che il mar si turbi e sieno i venti atroci.» (L. Ariosto, Orlando furioso, III, 41), aspirazione arditamente richiamata ancora oggi nella Chiesa dei Cappuccini a Comacchio, con le immani opere di ripristino delle coste dopo le mareggiate invernali ? Risolveremo le periodiche crisi gestionali di pesca in valle, memori che: " il pesce colà dove impaluda / ne i seni di Comacchio il nostro mare, / fugge da l'onda impetuosa e cruda / cercando in placide acque ove ripare, / e vien che da se stesso ei si rinchiuda / in palustre prigion né può tornare/ che quel serraglio è con mirabil uso / sempre a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso» (T. Tasso Gerusalemme Liberata VII, 46) capaci di fondere le esigenze di ua moderna e razionale itticoltura rispettosa della natura e del lavoro? Ma è pure tra quelle acque "brulicanti" e quei canneti che Lazzaro Scacerni "trovò" la fortuna che gli permise l'acquisto del "mulino del Po", lì che "Agnese andò a morire" per i riscatto di una generazione, lo stesso luogo dove Bassani fece cadere "l'Airone" ucciso ed il suo protagonista.
Con questi presupposti a me pare legittimo chiedere che tutti noi, assieme, ci si metta al lavoro, per una diversa e più efficace norma sul Parco che ne delinei competenze e risorse, per una collaborazione vera con i "veneti" che quel Parco e quel Delta, davero interregionale, condividono da sempre, per una valorizzazione del meglio che possiamo offrire scordando che i campanili odierni hanno qualche decennio e quello di Pomposa mille anni. Se MAB Unesco significa davvero offrirsi come esperienza di rapporto fra l'uomo e l'ambiente, rapporto che ha generato e genera cultura e bellezza, poesia e lavoro, dall'8 il Parco del Delta del Po diventerà il nostro palcoscenico più impegnativo.
Presidente Provincia di Ferrara
(A cura della Portavoce del Sindaco di Ferrara)