Precisazioni sul Campo Nomadi di via delle Bonifiche
28-04-2015 / Punti di vista
di Chiara Sapigni *
In riferimento a quanto diffuso dai mezzi di informazione locale sul Campo Nomadi di via delle Bonifiche, si desidera precisare e descrivere alcuni elementi importanti: il terreno su cui insiste il Campo è stato acquisito dal Comune di Ferrara nel febbraio 1989 per creare un'area di sosta permanente per i Nomadi; il Campo di Ferrara, viene istituito in seguito all'emanazione della Legge regionale dell'Emilia Romagna n° 47 del 1988 (norme per le minoranze nomadi in Emilia-Romagna) e mira a tutelare rom e sinti come minoranza etnico-linguistica. In particolare la Regione Emilia Romagna disciplina e concorre alla concreta attuazione del diritto dei nomadi al transito e alla sosta e ad agevolare il loro inserimento nella comunità regionale. Tali finalità sono perseguite, oltre alla realizzazione dell'area sosta, mediante attività a tutela delle tradizioni culturali della popolazione rom e sinta, attività di formazione professionale e attuazione del diritto allo studio. A Ferrara, un regolamento approvato dal consiglio comunale il 16 novembre 1989, disciplina la gestione ed il funzionamento del Campo di via delle Bonifiche a Pontelagoscuro, indicando i criteri di accesso e di permanenza, le norme da rispettare e assicurando l'accesso ai servizi, alle cure e all'inserimento scolastico, il tutto riservato in via prioritaria a persone e nuclei familiari residenti nel comune di Ferrara.
Le utenze a carico del Comune sono l'acqua e la luce; si provvede inoltre alla manutenzione della vasca biologica e alla fornitura di Gpl. Gli impianti sono tutti strutturati per un'unica utenza e suddividerli per i singoli nuclei familiari sarà possibile con un investimento specifico.
Gli abitanti censiti a fine 2014 risultano 51 persone per 13 nuclei familiari, quindi non si tratta di un vero e proprio campo quanto di una piccola area.
L'attenzione dell'Amministrazione al campo nomadi è costante da anni sia con interventi sulle strutture sia con interventi di inclusione delle famiglie presenti. Grazie al co-finanziamento della Regione Emilia Romagna è stata completata la messa in sicurezza dell'impianto elettrico ed è stato finanziato il rifacimento del fabbricato inagibile dei bagni; dato che l'area è di proprietà Comunale è dovere del pubblico mettere in sicurezza le strutture.
I vari progetti dei percorsi di autonomia dei nuclei familiari sono seguiti oltre che dal Comune, dall'ASP minori e adulti (ricerca del lavoro e della casa) e dalla Cooperativa sociale Il Germoglio che in particolare mantiene le relazioni tra le famiglie e la scuola, costruendo con gli altri soggetti progettualità che vadano oltre l'assolvimento della scuola dell'obbligo (una ragazza è iscritta all'Ipsia e 3 si iscriveranno alle superiori l'anno prossimo).
Il Germoglio segue inoltre i ragazzi in attività pomeridiane (compiti, sport e altre attività socializzanti), integrati con coetanei del territorio al fine di prevenire ritorni alla vita chiusa del campo e aprire possibilità di vita autonoma fuori dal campo.
Le esperienze realizzate in questi anni, restituiscono un quadro lento ma irreversibile di diminuzione del numero di residenti in via delle Bonifiche:
· alcuni nuclei sono usciti acquistando un terreno di proprietà;
· alcuni hanno avuto accesso alla casa popolare;
· alcuni hanno trovato lavoro presso le aziende ferraresi.
L'obiettivo del Comune resta quello del superamento definitivo del campo aiutando le persone a costruire un percorso di autonomia, impresa difficile soprattutto per la crisi del mercato del lavoro e di molti pregiudizi che ancora accompagnano queste persone nei colloqui di lavoro.
Nel frattempo le azioni in atto consistono nel rendere idoneo il campo (le abitazioni sono case mobili e non baracche), sistemando i bagni e appena possibile, predisporre singole colonnine con relativo contatore, affinché ogni nucleo familiare possa intestarsi e pagarsi le proprie utenze.
Si tratta di interventi delicati e lenti, ma che negli anni han già portato i loro frutti.Il lavoro costantemente fatto in questi anni ha fatto sì che diverse famiglie hanno fatto richiesta di casa popolare, e siano attualmente in attesa di risposta. Un altro dato molto importante è l'aumento di richieste di opportunità di lavoro fatte dai residenti del campo al servizio sociale e all'ufficio per l'impiego.La presa di coscienza dell'importanza di trovare lavoro sta aumentando e quindi la progettazione, insieme agli operatori, dei percorsi scolastici è sempre più orientata verso il mondo professionale.
Considerando i progressi fatti negli anni, interrompere o cambiare drasticamente direzione significherebbe gettare al vento le tante energie investite nel tempo.
Se si decidesse di chiudere i campi rom - tenendo presente che le modalità di lavoro attivate rispondono alle linee guida europee e nazionali ed al disegno di legge regionale che a breve sarà esaminato dall'assemblea legislativa - bisognerebbe anche assumersi la responsabilità di proporre soluzioni alternative .
Concludo nell'affermare che, unitamente al Sindaco Tagliani, valuto positivamente la disponibilità di Fratelli d'Italia e del consigliere Paolo Spath a supportare l'azione dell'Amministrazione Comunale che è da tempo avviata in questa direzione.
Chiara Sapigni
* Assessore comunale alla Sanità e Servizi alla Persona