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150° UNITÀ D'ITALIA - Sabato 26 febbraio alle 11 in via Lollio

La Ferrariae Decus presenta il ripristino della lapide dedicata a Carlo e Francesco Aventi

25-02-2011 / In primo piano

(Comunicato a cura dell'associazione Ferrariae Decus)
Sabato 26 febbraio alle 11 in via Alberto Lollio 15 l'associazione Ferrariae Decus presenterà, come contributo al programma per i 150 anni dell'Unità d'Italia, il ripristino della lapide dedicata agli eroi risorgimentali Carlo e Francesco Aventi. Alla manifestazione, inserita nel calendario delle celebrazioni promosse dall'Amministrazione comunale per l'anniversario nazionale, interverrà il vicesindaco Massimo Maisto, assieme a qualificati relatori e discendenti della famiglia.
La stampa e i cittadini sono invitati.

Il testo della lapide restaurata:

FRANCESCO CONTE AVENTI
ALLA CAUSA DELLA LIBERTA'
CONSACRO'
VITA, DOVIZIE

CARLO CONTE AVENTI
VOLONTARIO A CORNUDA
CADDE COMBATTENDO NEL 1848

A MEMORIA ED ESEMPIO
LA SOCIETA' DEI REDUCI
POSE
16 - 3 - 1903

LA SCHEDA a cura di Francesco Scafuri
Palazzo Aventi (detto di Laura Dianti)
Cenni storici sul palazzo di via Lollio 15 sul cui prospetto si trova posizionata la lapide restaurata

Il palazzo fu fatto costruire nella prima metà del XVI secolo dal duca Alfonso I d'Este in luogo di alcune case preesistenti per farne la residenza di Laura Dianti, divenuta la sua amante dopo che la moglie Lucrezia Borgia nel 1519 era passata a miglior vita.
Alla fine del '500 l'immobile passò da Cesare d'Este ai Bentivoglio, che nel 1604 lo vendettero ai Bellagrandi, mentre dal 1629 e per i secoli successivi risulta di proprietà dei conti Aventi di Sorrivoli. Lo storico fabbricato ora appartiene agli eredi di quest'ultima nobile famiglia, cioè ai fratelli Ghini.
La facciata del palazzo è il risultato delle trasformazioni operate soprattutto a partire dal XVIII secolo, epoca a cui secondo alcuni studiosi appartiene il portale marmoreo. Anche gli ambienti interni, dove rimarrebbero soltanto due soffitti originari (di cui uno pesantemente ridipinto), sono stati ristrutturati nel tempo, come testimoniano le decorazioni ottocentesche di alcune stanze del piano nobile.
Tuttavia, le origini rinascimentali del palazzo sono leggibili, tra l'altro, nel soffitto ligneo dell'androne, che dà accesso ad un'ampia corte interna circondata da alti muri di cinta.