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Pums, alcune considerazioni e proposte

08-11-2017 / A parer mio

di Giuseppe Fornaro

Non ho potuto partecipare all'incontro sul PUMS di lunedì 6 novembre, però vorrei dire alcune cose in modo sintetico e forse anche un po' schematico per necessità di sintesi. E fare alcune proposte indicate dai numeri nel testo.
I dati sulle polveri sottili, che sono protagoniste da alcune settimane nella nostra città, come in tutta la pianura padana, impongono scelte coraggiose e tra queste la (1) predisposizione di parcheggi gratuiti fuori dalle mura della città collegati con l'entromura da bus navetta con una frequenza di non più 15 minuti per rispondere meglio ai bisogni di una mobilità veloce. Ma perché questa scelta sia efficace (2) il costo orario dei parcheggi nelle aree centrali della città deve essere almeno il doppio del prezzo del biglietto della navetta che ora è di € 1.30 e che ha il vantaggio di avere una validità di 75 minuti. Occorre scoraggiare attraverso la leva del costo dei parcheggi l'ingresso in città fornendo delle alternative vantaggiose dal punto di vista economico e comode per i cittadini. Non occorre blindare il centro, ma occorre dire chiaramente ai cittadini che parcheggiare a 200 metri dal Castello costa, non perché il centro debba essere un salotto per pochi privilegiati, ma perché il centro è il luogo dove si svolge la maggior parte delle attività umane e non è più pensabile, stante l'attuale livello di motorizzazione e la conformazione della città (che per inciso non è New York), continuare ad accedervi indisturbati. Proprio fisicamente non è più sostenibile. Finché sarà possibile parcheggiare ad una tariffa GIORNALIERA di due euro a duecento metri dal Palazzo dei Diamanti nell'omonimo parcheggio di via Arianuova, nel cuore dell'Addizione Erculea, le persone non saranno disincentivate ad usare l'auto, anzi, ad un costo così irrisorio non ci penseranno due volte a montare in auto, anche solo per coprire il percorso casa-lavoro in un raggio di cinque chilometri che possono essere tranquillamente coperti in un quarto d'ora in bicicletta da tutte le persone in buona salute.
È evidente che (4) il trasporto pubblico va potenziato, anche con nuove linee per fornire un'alternativa credibile e concreta all'auto per renderne superfluo l'uso e il bisogno di nuovi parcheggi.
Le strade del centro, concepite quando le auto non esistevano, devono essere restituite alla fruizione sicura e salubre a tutti i cittadini e non solo ad una categoria motorizzata.
I dati sul cambiamento climatico ci dicono che è urgente cambiare rapidamente i nostri stili di vita, ma è una strada dura e lunga. Cambiare i comportamenti di ciascuno di noi richiede molto tempo, consapevolezza e fatica. E ci voglio anni, a volte decenni. Ma noi non abbiamo più tempo, stante le condizioni climatiche. Per questo occorre una classe politica che abbia il coraggio di assumere delle scelte che nel breve periodo possono apparire impopolari, ma che producono effetti sul lungo periodo inducendo dei cambiamenti negli stili di vita di ciascuno con ricadute positive sul benessere individuale e collettivo. Purtroppo, però, per la nostra classe politica, non solo quella cittadina, ma in generale, l'orizzonte temporale delle scelte è molto limitato e va da un'elezione all'altra senza una visione di lungo periodo.
A Ferrara finora le risposte che sono state date sul tema traffico afferiscono più alla sfera dei lavori pubblici che a quella della mobilità. E non parlo solo delle rotatorie. Mi spiego. In via Cortevecchia è in costruzione un parcheggio multipiano, che avrebbe un senso se servisse ad eliminare gli stalli su strada nelle zone limitrofe per restituire gli spazi così liberati dall'ingombro delle auto a tutti i cittadini per muoversi in sicurezza. Invece, quel parcheggio andrà ad aggiungere ulteriori posti auto nel cuore del centro con il risultato di essere un generatore di altro traffico. Ecco una risposta puramente da lavori pubblici che nulla a che fare con la mobilità e il suo governo.
Un altro esempio di risposta tipica di una logica da lavori pubblici è la costruzione di nuovi raccordi e tangenziali esterni alla città. Per carità, assolutamente utili, ma scarsamente efficaci per ridurre il traffico di attraversamento se questo non viene governato e indirizzato. Non serve costruire nuove strade se poi si
lascia il traffico libero di decidere i percorsi con il risultato di continuare ad usare strade di quartiere come scorciatoie per entrare in città o per attraversarla. Se si vuole veramente evitare il traffico di attraversamento questo va indirizzato con un (5) uso sapiente dei sensi unici in modo da costringere il traffico motorizzato ad indirizzarsi verso i raccordi esterni. Il traffico, se lasciato libero, si comporta come i fluidi: si infila lì dove trova i varchi liberi e allora bisogna creare degli sbarramenti con i sensi unici, proprio come le chiuse dei canali. È il governo della città che deve governare, scusate il giro di parole, il traffico e non lasciarsi governare.
Si fanno, poi, scelte scellerate dal punto di vista urbanistico senza tenere in considerazione le ricadute sul traffico. In città, negli anni, sono stati autorizzati ben tre ipermercati (considerando anche la coop di via Modena). Recentemente ha aperto i battenti un altro, l'iper Tosano, tutti luoghi in cui ci si va in auto e pertanto luoghi generatori di traffico. Come per rimediare ad un senso di colpa nei confronti dei piccoli commercianti (sensi di colpa o paura di perderne il consenso?) strangolati dalla concorrenza degli iper, l'amministrazione comunale cosa fa? Lascia libero il traffico di entrare e attraversare la città. Ed è comprensibile che i piccoli commercianti protestino contro l'apertura degli iper dove si parcheggia gratis! Ma è anche dimostrato che lì dove fioriscono le ztl e le aree pedonali gli affari del commercio di prossimità reggono bene la concorrenza degli ipermercati perché fornisco un valore aggiunto che la spersonalizzazione dei grandi centri commerciali non potrà mai fornire. Si dice: ma gli ipermercati creano occupazione. Ecco, su questo, in particolare sulla qualità dell'occupazione, ci sarebbe da discutere, ma non è questa la sede.
E allora che fare? Occorre una visione complessiva dell'urbanistica della città, una prospettiva che non sia di corto respiro, una classe politica coraggiosa che metta in conto il rischio del dissenso, ma che abbia chiaro che l'obiettivo finale è la tutela della salute di tutti noi. E poi occorrono persone competenti a dirigere i settori chiave dell'amministrazione comunale, in particolare nel settore della mobilità, che è sempre più la sfida dell'epoca moderna. Magari attraverso una (6) selezione europea dei dirigenti rivolta ad esperti del settore.