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Lettera aperta del sindaco Tiziano Tagliani a Fabrizio Gatti in merito all'articolo su Ferrara pubblicato dal settimanale L'espresso

12-02-2018 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani

Caro Gatti,
il suo articolo di domenica scorsa sull'Espresso mi ha aperto finalmente gli occhi: pensi che io mi figuravo che le "Frecce" e Italo si fermassero da qualche anno a Ferrara per via della nostra crescita turistica, centinaia di migliaia di visitatori da tutta Italia e dall'estero! Invece no: si fermano per imbarcare una folla smarrita di ferraresi derelitti che fuggono da questa città un tempo felice! Certo questa è la spiegazione più convincente. Dopo la lettura del suo "pezzo" mi risulta altrettanto coerente l'inaugurazione nel 2016 della circonvallazione ovest e l'anno prima del ponte su via del Lavoro: si tratta evidentemente di nuove vie di fuga, opere che dieci anni fa non c'erano perché allora eravamo tanto contenti da non sentirne il bisogno.
Pensi quanto sono distratto, non mi ero accorto di quanto splendido fosse il vecchio ospedale S.Anna: grandi camerate con tanti letti e un unico bagno a favorire le relazioni interpersonali, i corridoi a latere che riproducevano l'atmosfera pittoresca dei quartieri spagnoli tratteggiati da Giuseppe Marotta, tra padelle, pappagalli, amici e parenti, infermieri, barelle e carretti con la cassa per i deceduti. Quanto era fascinoso, ancorché non antisismico! Peccato che oggi sia stato sostituito da un nuovo ospedale con stanze al massimo da due letti e tutte con il proprio bagno, dotato di orribili macchinari ad alta tecnologia, che debacle caro Gatti!
A proposito di periferie: Lei non immagina quanto già mi manchi il purpureo riflesso del tramonto sui vetri di quell'esempio di sintesi politico-affaristica che fu il Palaspecchi, tanto bello che nessuno lo ha mai abitato (almeno ufficialmente). Oggi, evidentemente compiendo l'ennesimo errore inconsapevole, abbiamo convinto imprenditori pubblici e privati ad investire 50 milioni di euro per demolire quello splendore e realizzare edilizia sociale, biblioteca e comando dei vigili urbani.
Nel suo articolo, tuttavia, ci sono due cose che non capisco.
Perché quando parla del piano periferie cita il Grattacielo? Intanto, quel piano non è di 2 milioni come Le hanno riferito ma di 18, e poi non ha nulla a che vedere col Grattacielo, che invece è interessato da un altro piano di recupero per una ragione che Lei non ha citato nel suo articolo, forse perché banale e priva di appeal per i lettori: le due torri non sono in regola rispetto agli standard minimi antincendio, il Comando dei vigili del fuoco giustamente pretende un adeguamento e l'ipotesi dell'esproprio da parte del Comune sarà l'unica via percorribile se i condomini (quelli che Lei definisce "ostaggi") non si decideranno a fare quanto già da molto tempo avrebbero dovuto fare per ripristinare le condizioni di sicurezza. Ahimè, quanto era meglio il passato quando tutto andava bene e certi problemi venivano spazzati sotto il tappeto!
La seconda cosa, caro Gatti, riguarda la lineare operazione aritmetica che Lei esegue senza sbavature tra le somme trasferite all'ASP per i "bisognosi" e il numero importante di costoro, frazione che dà un risultato che definire modesto è dir poco; tuttavia prima di dividere Lei avrebbe dovuto, a mio modesto avviso, aggiungere gli importanti finanziamenti attribuiti direttamente all'ASP dalla Regione, dall'azienda sanitaria locale e dai piani di zona, e la realizzazione e gestione degli alloggi ERP (nei bei tempi felici si chiamavano case popolari) a canone simbolico da parte dell'ACER, oltre all'impegno (traducibile facilmente in termini finanziari) dell'Istituzione Scuola che a Ferrara si fa carico autonomamente della integrazione e del sostegno dei bambini e dell'aiuto alle famiglie. Lascio giudicare a Lei se anche questo sia welfare oppure no!
Devo certamente farLe i complimenti per quella foto ripresa dal "bassissimo" con in primo piano una cisterna abbandonata. E' suggestiva e ci ha illuminato, abbiamo un gran bisogno di professionisti creativi che non si fanno intimidire dal potere, e in fondo anche quel filo di verità che una volta si riteneva indispensabile appartiene ormai ai bei tempi andati! Comunque, caro Gatti, occorrerà trovare un altro luogo dove dare sfogo alla creatività, perché quella cisterna che Lei ha utilizzato è così proprio perché dopo 20 anni di abbandono finalmente una ditta sta per iniziare le demolizioni e il recupero dell'area; a proposito, certamente Lei sa che l'area è privata, e che anche recentemente ci sono stati episodi di ingresso abusivo che hanno generato oggettive situazioni di pericolo, tanto che la proprietà ha sporto denuncia.
Sui temi della sicurezza e del contrasto alla criminalità (organizzata o meno che sia, e a prescindere da quale sia il colore di chi delinque) non ho certo intenzione di nascondermi dietro un dito, visto che sono anni che mi sgolo - ad ogni livello - per segnalare la necessità che le forze dell'ordine siano dotate di più uomini e più risorse, e che forse servirebbero leggi che non consentano ai criminali di tornare a piede libero dopo poche ore dall'arresto. Però, caro Gatti, il suo articolo suona per Ferrara come una sentenza, per di più sbagliata perché ha affrontato i fatti e tratto le conclusioni in modo a mio avviso parziale e frettoloso, influenzata - temo - dal desiderio di suscitare nei lettori una particolare sensazione piuttosto che di dar conto con equilibrio e completezza dei problemi (che ci sono, ci mancherebbe altro, e non lo nego), ma anche delle cose positive. Perciò, siccome di mestiere faccio l'avvocato, provo a ricorrere in appello, e La invito a tornare a Ferrara e a trattenersi qualche giorno, nostro graditissimo ospite: potrebbe visitare le nostre scuole, il nuovo ospedale, fare shopping nei negozi (sì, ce n'è ancora qualcuno aperto), vedere i nostri musei e le nostre mostre (da marzo a giugno ne avremo tre in contemporanea), visitare i cantieri che - dopo il sisma - renderanno i nostri palazzi più belli di prima, andare in bicicletta sulle nostre piste ciclabili da Bondeno sino a tutta la Destra Po passando per le Mura Estensi e il parco urbano, ma anche visitare le strutture per l'assistenza, le nuove case popolari e le biblioteche, le scuole di musica e di teatro; avrebbe ovviamente accesso a tutti i dati, e certamente potrà poi continuare a sottolineare i problemi vecchi e nuovi, ma forse con maggiore cognizione di causa. Mi dispiacerebbe molto se Lei non accettasse il mio invito, in primo luogo perché non avrei il piacere di conoscerLa personalmente, e poi perché mi rimarrebbe il dubbio che anche il miglior giornalismo si sia irrimediabilmente piegato allo spirito dei tempi e alle parole d'ordine più in voga (piove, governo ladro!), perché certamente è più facile, veloce e immediato (e forse fa anche più audience) dare in pasto ai lettori una luna spenta piuttosto che affrontare la fatica di un'analisi (complessa perché completa) fatta a 360 gradi.

Con stima,
Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara.