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Sui minimarket gestiti da extracomunitari

23-03-2018 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani

A seguito delle dichiarazioni del sig. Lodi sui "minimarket" gestiti da extracomunitari si desidera far chiarezza rispetto alle molteplici inesattezze citate ed alle abituali strumentalizzazioni di chi ormai fa quotidiana "mulinazza".

Gli esercenti stranieri devono avere, al pari degli italiani, requisiti morali (il cui possesso viene accertato tramite controllo presso  il casellario giudiziario) e requisiti professionali di legge.
Le sopraddette attività, generalmente gestite da cittadini bengalesi o pakistani sono di tipologia alimentare e non alimentare. Le prime espongono non di rado merce che può essere autorizzata entro la soglia negozio (quindi senza occupazione di suolo pubblico e senza conseguente pagamento di canone) purchè  sempre nel rispetto delle norme igienico sanitarie.
Per quanto riguarda i controlli, il sig. Lodi non dice che vi è uno scambio di informazioni costante tra Polizia Municipale, Questura  e Carabinieri - che non ci stancheremo mai di ringraziare - e che tale modalità operativa ha permesso di ottimizzare i controlli sia su esercizi gestiti da stranieri che su esercizi gestiti da italiani, facendo intervenire in alcuni casi  reparti specializzati di antisofisticazione e sanità.
A fronte di un numero assai ridotto di esposti nei confronti di queste attività ( n. 8 nel 2017) diversi invece sono stati i controlli congiunti che hanno portato a ​quattro ​sospensioni dell'attività, a provvedimenti di riduzioni d'orario e a diversi accertamenti con applicazione di sanzioni pecuniarie. ​
Non con delle chiacchiere da bar  ma in attuazione di norme a garanzia del vivere civile e della quiete pubblica. Le verifiche degli esercizi ci sono state e dall'anno scorso si sono intensificate.​ La sola Polizia Municipale​ nel 2017 ​ha elevato​ 74 sanzioni e già 10 nel 2018. Sono state già sanzionate proprio alcune delle irregolarità evidenziate dal sig. Lodi (n.7 sanzioni per la merce esposta fuori dal negozio senza autorizzazione; n. 8 sanzioni per attività condotta in assenza di scia; n.7 sanzioni relative all'igiene alimentare; n.5 per la vendita di alcolici ai minori, ecc.)
Verifiche e anche sfratti ove inevitabile. Come Amministrazione, in un proprio immobile di via Cortevecchia, abbiamo  proceduto allo sfratto di una attività gestita da cittadini di origine bengalese, come per altro abbiamo proceduto con un negozio gestito da italiani. Non è infatti questione di nazionalità ma di rispetto dei contratti e delle leggi e questo il rappresentante della Lega per la legalità dovrebbe saperlo.  Il sig. Lodi fa invece riferimento ad attività di riciclaggio e racket ad opera di alcuni esercenti bengalesi-pakistani, un'affermazione che sicuramente avrà ponderato e che certamente lo avrà portato a sporgere regolare e dettagliata denuncia presso le autorità competenti.
Se così non fosse o se non fosse dimostrata la corrispondenza delle sue parole, trattasi allora solo di "fuffa", di un moto atto a creare tensioni sociali al sol fine di guadagnare qualche consenso elettorale. Quello che l'Amministrazione apprende in proposito viene tutto trasmesso alle autorità competenti per le indagini.
Sulla questione peraltro non ci risultano difficoltà al confronto nel merito con le associazioni di categoria, tanto meno a rispondere in commissioni consiliari e a dibattere in pubblico, mantenendo sempre coerenza ed evitando esibizionismi. 

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara

(Nota diffusa dalla Portavoce del Sindaco)