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Sui criteri di assegnazioni delle case popolari e il "modello Bondeno"

06-02-2019 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani *

Di solito non è mai elegante farsi belli delle scelte del proprio comune paragonandole a quelle altrui per questo se fossi stato il sindaco di Bondeno come Alan Fabbri, sarei molto più cauto e molto più attento nel fare dei paralleli tra Bondeno e Ferrara .
Se però vuole fare questo confronto e proporre di trasformare Ferrara in una New Bundan allora lo deve fare con maggiore precisione e soprattutto raccontandola tutta. Deve raccontare ai cittadini ferraresi che il suo "modello Bondeno" è un modello di un comune che ha perso negli ultimi cinque anni ben il 5,6% di residenti; per fare un confronto se tale calo fosse riproducibile - in percentuale - a Ferrara vorrebbe dire che quartieri come Via Bologna o Pontelagoscuro sarebbero completamente spopolati e vuoti.
Il modello non funziona neppure se riferito alle politiche per l'immigrazione, cuore della battaglia leghista, anzi argomento unico ( Diamanti a parte) della campagna leghista, è vero invece quanto affermato dal consigliere di Bondeno Pd Corradi: gli immigrati a Bondeno non sono calati, in quanto molti di essi sono diventati cittadini italiani e questo succede a Bondeno, come a Ferrara o Portogruaro.
E cosa dire della realtà produttiva di Bondeno? Certamente, vista la crisi di quel territorio, l'industria non richiede impiego di persone, mentre a Ferrara (capoluogo tra i pochissimi in Italia a registrare, come da fonte Istat un PIL pro capite aumentato rispetto al 2008 e un reddito dichiarato IRPEF pro capite superiore alla media regionale) sono comunque al lavoro centinaia di persone immigrate - che hanno famiglia, portano i figli a scuola, pagano le tasse e lavorano nelle nostre imprese.
Basta fare un giro in alcune realtà della piccola media industria per rendersi conto di quante persone, anche immigrate, oggi sono regolarmente impiegate quasi sempre in lavori da noi rifiutati.
Queste persone sono un pezzo indispensabile per la nostra economia, non lo dico io, lo dice la Confindustria del Nord Est, che è cresciuta anche grazie a importanti nuovi investimenti industriali da Versalis a ad AMP, da Celanese a Benvic a Berluti fino all'espansione della Rexnord di Masi Torello, per restare qui vicino. Tutte realtà produttive in crescita che hanno bisogno di manodopera, non laureata, con diritti e doveri non solo gli uni o gli altri a seconda delle convenienze della propaganda.
Probabilmente a Bondeno non c'è bisogno di tutta questa occupazione, basti pensare alla riconversione dell'ex zuccherificio in Pastificio che deve ancora sfornare il suo primo maccherone!
Vogliamo discutere della vitalità e della ricchezza di iniziative culturali, sociali e turistiche della città di Ferrara?
Ricordo che a Ferrara i ragazzi di terza media non pagano l'autobus e su tutto il territorio comunale si paga, grazie al sostegno del Comune, solo un biglietto urbano. Rammento che il costo del servizio raccolta dei rifiuti a Bondeno è più caro pro capite che a Ferrara.
Quello bondenese di Fabbri è dunque un modello che non reputo vincente e che non mi sentirei di riprodurre a Ferrara; io per la verità non penso certo che la mia città sia un modello da proporre a Milano, ma ho almeno l'umiltà di non fare confronti.

* Sindaco di Ferrara

Testo diffuso dalla Portavoce del Sindaco