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2 Giugno, Festa della Repubblica: l'intervento del Sindaco di Ferrara

02-06-2019 / Punti di vista

Ferrara, domenica 2 giugno 2019


Autorità civili, militari e religiose,
Associazioni, cittadine e cittadini,
Comincio con un grazie. Grazie fra le Autorità a
chi presenzia sempre attestando il rispetto per questa
piazza, il rispetto per questa nostra città, per questo
nostro paese che oggi si ritrova attorno alla idea e per
fortuna alla realtà della Repubblica costituzionale.

Grazie anche, sopratutto, a Voi ferraresi,
concittadine e concittadini che da anni sempre siete
numerosi, presenza attenta in questa giornata, oggi
finalmente di sole, testimoniando che la Festa della
Repubblica significa innanzitutto ricordare che il 2 e 3
giugno 1946 le cittadine per la prima volta ed i cittadini
italiani - per la prima volta a suffragio davvero
universale - furono chiamati al voto.

Oggi tutto sembra banale ed acquisito, ma la storia
ci insegna che nulla è per sempre, cambiano forme,
modalità, strumenti, ma gli attacchi alla libertà critica di
ciascuno ed alla autonomia delle associazioni intermedie
che garantiscono il singolo verso il potere sono un
pericolo concreto ed attuale.
Non è un caso se La Repubblica è già un testo di
Platone del IV secolo avanti Cristo, ma anche di
Cicerone nel primo secolo, un tema quello del " bene
comune" "res pubblica" sul quale è bene continuare a
riflettere e soprattutto a partecipare le nostre riflessioni,
quelle di tutti, nessuna infatti è irrilevante o minore.

Lamentarsi dei difetti della democrazia, dolersi
quindi di un voto che pesa uguale chi ha studiato e chi
non sa nulla, chi ha interessi in gioco e chi non ne ha, fra
chi ha esperienza e chi va a tentoni, è la peggiore delle
fessure lasciate a chi della democrazia vorrebbe fare a
meno.
Scomodo un attimo Antonio Gramsci, è raro che
faccia citazioni, per ricordare che "Se proprio coloro che
si credono migliori, nonostante ne abbiano le possibilità,
non riescono a farsi ascoltare e ad influenzare la
maggioranza, imputino il risultato a loro stessi e non ad
un difetto della democrazia"

Certo oggi le tecnologie della comunicazione, la
loro disponibilità in capo a tutti in apparenza, ma a pochi
in vero dietro le quinte, la concentrazione dei gruppi
editoriali, la necessità di importanti risorse finanziarie
nel confronto, lanciano nuove pericolose sfide alla
libertà, ma alla fine siamo noi, voi qui, a decidere del
futuro a dover riconquistare una libertà di decisione
critica legata ai fatti che, volendolo davvero, restano
testimoni.
Essere ancor di più convinti testimoni del bene
comune questo è il suffragio universale.

Non posso concludere questo mio intervento di
oggi senza tenere presente che è, dopo dieci anni,
l'ultimo mio intervento in piazza, qualcuno, non pochi
tirerà anche un sospiro di sollievo ed io tra loro
credetemi, e non volendo competere con Platone o
Cicerone mi limito a segnalare, per la mia esperienza,
che chi è chiamato a servire il " bene comune" lo deve
fare con attenzione e prudenza, con la sensibilità che
esige lo sguardo di quel cittadino che, incontrando il
Sindaco, chiederà a chi governa quello che chi governa
difficilmente potrà dargli : casa, lavoro, reddito,
contributi, permessi. Se si rivolge al Sindaco è già
sintomo che qualcosa non torna, magari è una
ingiustizia, magari invece un privilegio altrettanto
ingiusto.

Oggi il tutto subito, il tutto facile, il tutto gratis, i
grandi proclami stanno portando il paese ad un
difficilissimo passaggio, il Sindaco, ogni sindaco, di
qualsiasi colore, ha un antidoto potente alla demagogia
imperante: sa che, prima o poi, in piazza o davanti a
casa, si troverà di fronte lo stesso sguardo: meglio essere
onesti e parchi nel promettere, lavorare sodo, scegliersi
collaboratori preparati, allontanare le tentazioni del
consenso facile.

Da queste parti non si ha paura della piazza, non
temiamo di perdere la nostra identità, chi abita nella
pianura, è da secoli avvezzo agli scambi, alla partenza ed
al ritorno. Ferraresi nel mondo sono ovunque ed a
Ferrara oggi si parlano tutte le lingue, così è nel mondo
nuovo quello dei nostri figli.
In fondo, la storia europea, alla quale l'Italia e
Ferrara hanno dato senso, straordinaria bellezza e
sostanza, è da sempre il racconto di un viaggio, non di
cinte murarie.
È il viaggio di Enea un medio orientale che fonda
Roma, così come a Ruggiero pagano erede del troiano
Ettore vorrebbero risalire gli Este!

Nella Festa della Repubblica, quindi, è come se
ricevessimo da chi ci ha preceduto in quel 2 giugno
1946, un timone per governare il viaggio.
Timone che, nelle nostre mani, ci impegna a
continuare quello stesso cammino, in un mondo che, per
tanti aspetti e motivi, è scosso da nuove paure e tentato
da confini, chiusure e nuovi disegni di dominio globali.
Possiamo e dobbiamo proseguire quel percorso,
perché l'Italia europea riscopra con più vigore e
convinzione di quanto sia avvenuto finora, il suo essere
spazio di scienza, tecnica, attenzione alle persone, mai
disgiunti però da libertà e giustizia parole
pericolosamente oggi assenti dal linguaggio politico.
Possiamo e dobbiamo farlo, perché chi verrà dopo
di noi possa avere l'opportunità di abitare in questo
straordinario spazio di libertà.

Viva Ferrara, viva il 2 Giugno, viva la Repubblica!

 

Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara