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Ebrei ferraresi alla Grande Guerra, la storia di Magrini. Allestimento in Comune

02-11-2020 / Punti di vista

A PALAZZO DUCALE ALLESTIMENTO PER RICORDARE SILVIO MAGRINI E I 15 EBREI FERRARESI PARTITI VOLONTARI PER LA GRANDE GUERRA. I TESTAMENTI DEL 1915 E DEL 1942, L'AMAREZZA PER LE LEGGI RAZZIALI. SINDACO: " E' DOVERE PORTARE ALLA LUCE STORIA DEL NOSTRO TERRITORIO E DEL PAESE"

Ferrara, 2 nov - Dalla partecipazione, come soldato volontario, alla prima guerra mondiale, spinto dal "sacro dovere di partecipare alla lotta per quegli ideali che già diedero la libertà agli ebrei italiani", all'amarezza per le leggi razziali e alla tragica fine ad Auschwitz. E' dedicato alla storia di Silvio Magrini, già presidente della comunità ebraica ed esponente di una delle famiglie ebraiche più antiche di Ferrara, l'esposizione in tre bacheche che il Comune di Ferrara, con l'Istituto di storia contemporanea, ha realizzato a palazzo Ducale, in vista del 4 novembre, giornata dell'unità nazionale e delle Forze armate (che quest'anno si terrà in forma ridotta a causa delle limitazioni anti-Covid). Si tratta di alcuni estratti di una mostra che si intende realizzare il prossimo anno. I documenti di Magrini sono dell'archivio dei nipoti Andrea e Silvia Pesaro. L'esposizione è curata dal professor Giorgio Rizzoni, collaboratore dell'Istituto. Vi si trovano, tra le altre cose: i testamenti del 1915 e del 1942, le lettere dal fronte alla famiglia (Magrini partì volontario come tenente del Genio prima in Friuli poi sul Monte Grappa), le foto. "Accanto alla conoscenza della storia e al doveroso tributo ai caduti e alle nostre forze armate, è fondamentale che tutte le generazioni conoscano la storia di Silvio Magrini e degli ebrei ferraresi che partirono volontari, parte integrante della storia locale e nazionale che deve essere messa in luce, soprattutto in occasione della ricorrenza del 4 novembre - dice il sindaco Alan Fabbri -. Per questo abbiamo dedicato loro alcuni spazi in Comune, con l'obiettivo di allestire nel 2021 una mostra dedicata, dal titolo: ‘Gli ebrei ferraresi nella Prima Guerra Mondiale. L'ufficiale Silvio Magrini". "Grazie all'Isco, grazie ai fratelli Pesaro per aver messo a disposizione testimonianze toccanti e preziosissime che custodiremo in Municipio cercando, non appena sarà possibile, di condurre a palazzo visitatori e scolaresche", dice il sindaco. Quelli esposti in municipio - ha precisato la presidente dell'Istituto di storia contemporanea Anna Quarzi - "sono documenti di grande rilevanza. Nelle parole di Magrini c'è la testimonianza del desiderio di diversi ebrei, per la prima volta cittadini italiani, di difendere la loro patria, 50 anni dopo la chiusura dei ghetti. Gli ebrei ferraresi che, come Magrini, partirono volontari per la prima guerra mondiale furono 15". In esposizione anche le lettere che Magrini inviava alla famiglia, direttamente dal fronte. "Nelle sue parole - aggiunge Quarzi - c'è tutta la cura, la dedizione, l'attenzione e l'interesse per la propria famiglia. Chiedeva addirittura che gli venissero inviati i temi dei figli". Poi il 1938, le leggi razziali, il dolore e l'amarezza: "Dopo una vita di dedizione al bene della patria e del social convivere - scrive Magrini nel successivo testamento, del primo dicembre 1942, un anno prima di essere deportato ad Auschwitz, da cui non fece ritorno - proditoriamente colle leggi razziali fui bandito e ferito nei più cari sentimenti ed ideali: ma è di tutte le migliori religioni che ‘più forte dell'odio non c'è che l'amore".

 

(Ferrara Rinasce)

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