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Intervento del Prefetto Michele Campanaro sulla celebrazione del 4 Novembre

04-11-2020 / A parer mio

Oggi, quattro novembre, ricorre la festa dell'unità nazionale, la giornata tradizionalmente dedicata alle Forze Armate della Repubblica, una ricorrenza che ci rimanda ad eventi grandiosi e, insieme, dolorosi della nostra storia. Questa festività fu istituita nel 1919 in ricordo della vittoria italiana nella Prima guerra mondiale e dell'armistizio di Villa Giusti - entrato in vigore il 4 novembre 1918 - che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. La Grande Guerra fu una tragedia che causò enormi sofferenze all'intero continente europeo e provocò lutti in ogni città e contrada della nostra penisola.

Il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo mandato, ha ricordato più volte che coltivare la memoria di tutti coloro che si sono sacrificati sull'Altare della Patria e della nostra libertà per l'edificazione di uno Stato democratico e unito significa comprendere l'inestimabile ricchezza morale che ci hanno trasmesso.

Le sue parole sono ancora più vere e dense di significato quest'anno in cui siamo così duramente colpiti da questa terribile e inarrestabile pandemia. Abbiamo il dovere di affrontare e superare questa emergenza che sembra non avere fine e ci sta fiaccando nella mente e nello spirito. Ora come allora, è necessario stringerci uniti intorno alla nostra Patria e attorno all'Europa che abbiamo costruito sulle ceneri di due guerre mondiali ma sulla speranza di un futuro di pace, coesione e solidarietà tra popoli.

Dopo la disfatta di Caporetto, l'Italia seppe reagire con l'orgoglio e la determinazione di una giovane Nazione. Furono numerose, in quei giorni difficili, le testimonianze di eroismo e di sacrificio dei nostri soldati. Intere unità vennero chiamate a resistere fino all'estremo sacrificio, soccombendo di fronte a forze soverchianti. Tantissimi eroi sono rimasti ignoti, ma a tutti loro e a quanti ci donarono il compimento del disegno risorgimentale deve andare ancora oggi la gratitudine del Paese.

Il quattro novembre significa per noi italiani la conclusione vittoriosa di uno sforzo durissimo che, per la prima volta, vide fianco a fianco nelle trincee giovani provenienti da tutte le regioni e di diversa estrazione economica e sociale e li trasformò in fratelli, cementando con il sangue l'irreversibile scelta di un'Italia unita.

Oggi più che mai, in questo momento in cui la tenuta del sistema Paese è messa a dura prova da un nemico subdolo e invisibile, occorre ritrovare quello spirito di fratellanza e sacrificio, occorre rinnovare un patto tra le generazioni e tra le diverse realtà territoriali e sociali per superare insieme l'emergenza sanitaria e anche quella economica, che attanaglia moltissimi.
Sconvolge in questa pandemia la morte di tanti anziani, che interrompe bruscamente e inesorabilmente il necessario travaso di conoscenze e saperi verso i più giovani. Difendiamoli, loro sono le nostre radici, la nostra storia, le nostre tradizioni, ci hanno trasmesso il senso di appartenenza a una Patria.

Allora si reagiva ai lutti, alle sofferenze e alle distruzioni della guerra.

Oggi ci troviamo a contrastare un avversario imprevedibile e ancora sconosciuto per molti aspetti, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate. Ci ha costretto a interrompere relazioni sociali e familiari, a sospendere la cultura chiudendo scuole e musei, a serrare molte delle attività che hanno fatto grande il nostro Paese. I progetti di vita e di lavoro di molti, troppi, di noi sono stati messi a rischio. Le strutture ospedaliere del nostro Paese e tutta la rete sanitaria stanno attraversando una prova durissima. Ma, ora come allora, vi sono moltissimi italiani che compiono atti di grande valore e coraggio, gesti di toccante solidarietà.

E' necessario avere piena consapevolezza dei problemi complessi che abbiamo di fronte. La risalita sarà lunga, la ricostruzione impegnativa e sofferta. Proprio come gli italiani in trincea ebbero il coraggio di resistere e di riuscire a scavalcare quei recinti di morte e disperazione, oggi siamo chiamati ad avere il coraggio di guardare oltre i limiti dell'emergenza, e proiettarci verso un futuro di rinascita.

Non dobbiamo piegarci alle difficoltà ma, facendo leva sullo spirito di solidarietà ed unità che ci accomuna, offrire sostegno e risposte a chi è stato colpito più duramente. Occorre anche pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che permettano di dare prospettive solide alla ripresa del Paese.

Purtroppo questo terribile virus non è l'unica minaccia che ci troviamo davanti in questo momento storico. Negli ultimi giorni, nelle ultime ore sono stati sferrati durissimi attacchi terroristici al cuore dell'Europa, che abbiamo il dovere di contrastare e sconfiggere attraverso una rinnovata collaborazione tra popoli, costruendo ponti e rinforzando la solidarietà tra le diverse comunità, sociali e religiose. Dobbiamo unirci e reagire alle sfide che abbiamo davanti con intelligenza e sentire comuni, con unità di intenti.

Il quattro novembre, raccogliamoci intorno alla nostra Patria rendiamo omaggio alla bandiera tricolore che racchiude in sé tutti i valori fondanti del nostro Paese. Uniamoci sotto questo simbolo, per ricostruire insieme il futuro delle prossime generazioni.

Viva le Forze Armate!
Viva la Repubblica!
Viva l'Italia!

Michele Campanaro, Prefetto di Ferrara