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Il Giorno della Memoria 2021 e una poesia di Giorgio BASSANI, ebreo ferrarese, poeta internazionale a (quasi) 105 anni dalla nascita...

26-01-2021 / A parer mio

di Maria Cristina Nascosi Sandri

Il 27 gennaio sarà il Giorno dedicato alla Memoria della Shoah. La simbolica data fa riferimento a quel giorno di gennaio del 1945 in cui I Sovietici liberarono Auschwitz, il più grande campo di concentramento e di sterminio, il peggiore.

Riconosciuto come tale da una ventina d'anni, quale ‘miglior modo' di NON DIMENTICARE DI RICORDARE se non proponendo la rilettura de "Le leggi razziali", una lirica splendida nella sua (apparente) autoironia e malinconia infinita del nostro Giorgio Bassani, il poeta-vate per eccellenza della Ferraresità più alta che il 4 marzo prossimo compirebbe 105 anni.
Lui fu, per fortuna, sempre e per sempre proiettato nel futuro, in avanti, verso i giovani, teso a proporre del ‘nuovo' come solo gli intellettuali, i veri antesignani della civiltà e della cultura, posson offrire, i poeti ancor più. E spesso amava affermare: lo scrittore può anche dire ‘bugie', ma il poeta, no, il poeta dice sempre la verità.
Leggiamo in diretta, dunque, "Le leggi razziali", tratta dalla sua silloge Epitaffio, del 1974 e
cerchiamo di non dimenticarlo - come un po' era accaduto anni fa, mai, per davvero, né lui, Bassani, né la sua Ferrara ed il suo territorio, il suo Delta, che, come Michelangelo Antonioni, amava tanto e che tanto bene descrive con la sua poetica narrativa, con il suo stile ‘indiretto libero' anche in prosa...

Le leggi razziali

La magnolia che sta giusto nel mezzo
del giardino di casa nostra a Ferrara è proprio lei
la stessa che ritorna in pressoché tutti i miei libri.
La piantammo nel '39 pochi mesi dopo la promulgazione
delle leggi razziali con cerimonia
che riuscì a metà solenne e a metà comica
tutti quanti abbastanza allegri se Dio vuole
in barba al noioso ebraismo metastorico.
Costretta fra quattro impervie pareti
piuttosto prossime crebbe
nera luminosa invadente
puntando decisa verso l'imminente cielo
piena giorno e notte di bigi
passeri di bruni merli
guatati senza riposo giù da pregne gatte
nonché da mia madre
anche essa spiante indefessa da dietro
il davanzale traboccante ognora
delle sue briciole.
Dritta dalla base al vertice come una spada
ormai fuoresce oltre i tetti circostanti ormai può guardare
la città da ogni parte e l'infinito
spazio verde che la circonda
ma adesso incerta lo so lo vedo
d'un tratto espansa lassù sulla vetta d'un tratto debole nel sole
come chi all'improvviso non sa raggiunto
che abbia il termine d'un viaggio lunghissimo
la strada da prendere che cosa fare
(Da: Epitaffio, Milano, Mondadori, 1974)

Immagini scaricabili:

Antonioni e Bassani al circolo del tennis la Marfisa