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Ferrara, team femminile studia cura ad atassia. Domani dj set di Joe T Vannelli per la raccolta fondi

24-02-2021 / Punti di vista

FERRARA IN CAMPO PER LA RICERCA CONTRO L'ATASSIA. TEAM FEMMINILE STUDIA LA CURA: "CON L'AIUTO DI TUTTI VINCEREMO SULLA MALATTIA". DOMANI DJ SET CON JOE T VANNELLI DALLA TORRE DEL CASTELLO PER LA RACCOLTA FONDI

Ferrara, 24 feb - "Con l'aiuto di tutti vinceremo sulla malattia". Da Ferrara parte uno stimolo alla ricerca contro l'atassia, malattia neurodegenerativa rara.
L'iniziativa promossa vede in campo anche il celebre deejay e producer Joe T Vannelli e unisce musica, associazioni, università. Domani, giovedì 25 febbraio, alle 18,30 rigorosamente online (www.facebook.com/joetvannelliofficial) Vannelli trasmetterà un djset dalla Torre dei Leoni del Castello Estense, con raccolta fondi online - dedicato all'amico, ferrarese d'adozione, Patrick Tabellario - il cui ricavato sarà destinato al finanziamento di un dottorato di ricerca all'Università di Ferrara, per dare continuità ai progetti in corso per la ricerca di una cura per l'atassia. Promotrice dell'evento è la "Fondazione A.C.A.R.E.F, uniti per il sostegno a disabili, anziani e malati di atassia", a cui l'Amministrazione comunale ha recentemente stanziato un contributo di 2mila euro per sostenerne l'attività. "Stiamo sviluppando strategie di terapia genetica. Abbiamo lavorato dal 2016 iniziando praticamente da zero e provenendo da ambiti diversi - spiega la docente a contratto e assegnista di ricerca Unife Francesca Salvatori -. In questi anni abbiamo sviluppato diverse strategie terapeutiche. Di recente siamo anche entrati in contatto con l'università del Minnesota, con la quale stiamo portando avanti collaborazioni importanti, tanto che l'intenzione è dare la possibilità (restrizioni Covid permettendo) a una nostra dottoranda di acquisire esperienza e competenze proprio in quell'ateneo". "La ricerca necessita di fondi per avere continuità e per portare avanti progetti. La atassia ha un'incidenza di circa 1 caso su 100mila persone. Si tratta quindi di una malattia molto rara e per questo le risorse sugli studi sono più difficili da reperire. La ricerca è inoltre molto onerosa. A volte un solo esperimento può arrivare a costare anche 600 euro. E gli esperimenti necessitano di essere ripetuti diverse volte per avere la garanzia della congruità statistica". Inoltre - spiega Salvatori - "il fattore tempo non è indifferente, soprattutto rispetto a malattie come l'atassia, che dal momento dell'insorgenza del sintomo dà dai 10 ai 20 anni di vita e che, nel giro di pochi anni, inibisce le potenzialità motorie dei pazienti". E' un team tutto femminile quello che in ateneo a Ferrara da anni studia soluzioni per curare la malattia. Oltre alla dottoressa Salvatori ne fanno parte anche la professoressa Peggy Marconi e la dottoressa Mariangela Pappadà. "Un tempo la scienza sembrava essere dominio maschile, negli ultimi anni la tendenza si sta fortemente ridimensionando. Penso che in questo campo le donne possano dare un valore aggiunto, soprattutto per la grande empatia che, in generale, manifestano verso i pazienti", dice Salvatori. Il messaggio di questo team femminile è di speranza: "Sono assolutamente convinta - dice la dottoressa - che la ricerca scientifica stia, in generale, facendo passi da gigante. Sono anche sicura però che questo percorso sarà possibile solo con l'aiuto di tutti e con il lavoro di squadra. Tassello dopo tassello completeremo il mosaico".
Chi volesse, già oggi, può dare il proprio contributo economico per sostenere il progetto di ricerca contro l'atassia con una donazione al seguente Iban: IT54P0200813000000105096187, causale ‘Donazione Patrick'.

Foto in allegato da sito UniFe

 

(Ferrara Rinasce)

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