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PARCHI SICURI: VIGILANZA PRIVATA PER APRIRE E CHIUDERE LE AREE VERDI. ANCHE KRASNOPARK TRA I GIARDINI DA TUTELARE. LODI: "PIU' SICUREZZA PER I CITTADINI, MA SENZA GRAVARE SULLA POLIZIA LOCALE"

15-05-2021 / Punti di vista

PARCHI SICURI: VIGILANZA PRIVATA PER APRIRE E CHIUDERE LE AREE VERDI. ANCHE KRASNOPARK TRA I GIARDINI DA TUTELARE
IL VICESINDACO LODI: "PIU' SICUREZZA PER I CITTADINI, MA SENZA GRAVARE SULLA POLIZIA LOCALE. NELLE PROSSIME SETTIMANE L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO"

"A breve partirà per le aree verdi della città che riteniamo più fragili un servizio di vigilanza privata che garantirà l'apertura e la chiusura delle stesse. Insieme alla riqualificazione, è un modo per garantire ai parchi cittadini la sicurezza necessaria affinchè famiglie, bambini studenti e anziani possano frequentarli in piena sicurezza. L'utilizzo della vigilanza privata servirà anche ad alleggerire il carico di lavoro della Polizia Locale, che per alcune aree della città svolge questa funzione, liberando risorse che verranno così reimpiegate in altre attività sempre relative alla sicurezza". Così il vicesindaco del Comune di Ferrara, Nicola Lodi, annuncia l'impegno del Comune per utilizzare la vigilanza privata nell'apertura e la chiusura delle aree verdi cittadine individuate come aree da tutelare.

Venerdì 14 maggio Lodi, accompagnato dai tecnici del Servizio Mobilità, ha eseguito un sopralluogo finalizzato all'avvio di un'attività di guardiania per l'apertura e la chiusura delle aree verdi ritenute più a rischio, utilizzando un servizio di vigilanza, a supporto delle forze dell'ordine, per garantire il decoro dei parchi.

Le aree interessate dal sopralluogo sono state: l'area dei Giardini del grattacielo, attualmente oggetto di importanti lavori di riqualificazione tra cui l'installazione della recinzione, il completamento delle aree dedicate ai bambini e alla socialità e il campo multidisciplinare che termineranno a breve, il parco Enrico Toti già oggetto di riqualificazione e l'area di sgambamento cani di via Carlo Porta, dove si prevede di utilizzare il medesimo servizio di guardiania. Il sopralluogo si è successivamente spostato in via Krasnodar nell'area verde denominata Krasnopark.

Come per Parco Massari e Parco Pareschi, attualmente gestiti dal Corpo di Polizia Locale, le aperture delle aree negli orari stabiliti e le successive chiusure serali, avverranno prestando la massima attenzione che non rimanga nessuno all'interno degli spazi verdi e saranno gestite da una società di vigilanza a cui il servizio verrà affidato nelle prossime settimane attraverso un affidamento diretto previa indagine esplorativa di mercato.

"Anche per il parco Massari e il parco Pareschi, stiamo valutando l'utilizzo della stessa metodologia operativa liberando il Corpo di Polizia Locale da questa incombenza e ottimizzando l'utilizzo per le attività di competenza - aggiunge Lodi - mentre per quanto riguarda KrasnoPark invece (che non fa parte del progetto Parchi Sicuri) l'esigenza di un controllo è giunta all'Amministrazione a nome del Gruppo informale di pratiche KrasnoPark, che in modo chiaro ha più volte espresso la richiesta di chiudere KrasnoPark con conseguente divieto di accesso nelle ore notturne".

Sebbene KrasnoPark sia recintato e luogo di attività di diversi volontari attivi appartenenti a gruppi spontanei e Associazioni, infatti, secondo quanto segnalato dai residenti con una missiva dello scorso marzo si evidenzia che "negli ultimi mesi, causa anche la pandemia, è sotto gli occhi di tutti un diffuso disagio giovanile che si manifesta con gruppi di ragazzi che vagano per le strade, passando il tempo a cercare divertimento e realizzazione e non riuscendo a trovarlo se non fumando, bevendo, alimentando lo spaccio di droga e deturpando il quartiere con atti vandalici", un fenomeno del quale "ha sofferto molto anche KrasnoPark" con vari episodi tra cui "la distruzione del barbecue comunitario pagato con fondi comunali un anno fa", chiedendo espressamente "il divieto di accesso a KrasnoPark", nelle ore notturne.

"I volontari si erano offerti di gestire in autonomia il parco - conclude Lodi - ma è evidente che una soluzione del genere non avrebbe garantito la sicurezza dei cittadini proprio a partire da chi, da privato, avrebbe dovuto occuparsi di operazioni di vigilanza che risultano comunque delicate".