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Covid, "Aumentati solitudine, aggressività, sfiducia, ma piú voglia di mettersi in gioco". Ricerca Comune Ferrara su 21mila studenti dell'Emilia-Romagna. Assessore Guerrini: "Dati inducono riflessioni da parte di tutti. Attivate risposte"

30-10-2021 / Punti di vista

 

COVID, "AUMENTATI SOLITUDINE, AGGRESSIVITÀ, SFIDUCIA, MA PIÚ VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO". RICERCA COMUNE FERRARA SU 21MILA STUDENTI DELL'EMILIA-ROMAGNA. ASSESSORE GUERRINI: "DATI INDUCONO RIFLESSIONI DA PARTE DI TUTTI. ATTIVATE RISPOSTE"

Ferrara, 30 ott - Aumento di aggressività, maggiori assunzioni di alcol e fumo, chiusura in se stessi, disturbi del sonno, difficoltà relazionali e, nei casi più estremi, anche atti di autolesionismo. E poi: insicurezza, ansia, attacchi di panico, calo della fiducia nel sistema formativo, aumento della consapevolezza di dover espatriare per costruirsi un futuro. Ma anche: tanta voglia di informarsi e di mettersi in gioco, di contribuire alla costruzione del mondo che verrà, col lavoro e con la solidarietà. Sono, in sintesi, alcuni dei risultati di un'indagine sull'impatto del Covid realizzata dall'Osservatorio Adolescenti del Comune di Ferrara (l'unica realtà in Emilia-Romagna che si occupa di ricerca sociale sugli adolescenti e una delle pochissime a livello nazionale) su un campione di 20.750 studenti in tutta la regione, di cui 1.393 stranieri. 11-19 anni la fascia di età considerata.
La ricerca - presentata in questi giorni nel corso di una call tra esperti delle diverse province - è stata condotta con questionari in forma anonima e ha messo in luce evidenti criticità indotte dalla pandemia, soprattutto sulla parte emotiva. "Dati che fanno riflettere e che mettiamo a disposizione dell'intero territorio regionale - dice l'assessore Micol Guerrini -. Come unità operativa 'Nuove generazioni' del Comune di Ferrara, che ringrazio, stiamo lavorando per dare pieno protagonismo ai ragazzi, realizzando momenti di ascolto e confronto. Altri interventi, d'intesa con la collega Kusiak e con i fondi dell'ufficio di piano, sono rivolti all'organizzazione di spazi di ascolto contro l'abbandono scolastico. Abbiamo promosso, anche durante i mesi di restrizione, webinar aperti anche ai genitori, per acquisire esigenze, criticità, proposte cercando di corrispondere alle necessità che questo particolare periodo manifesta, coinvolgendo giovani e famiglie. Continueremo a lavorare per stare al fianco di ragazze e ragazzi, traendo stimoli a superare gli effetti che la fase pandemica ha portato con sé".
"Le restrizioni sociali imposte dall'emergenza sanitaria hanno limitato fortemente le attività del tempo libero e hanno prodotto: un aumento esponenziale di senso solitudine, noia, rassegnazione, tristezza demotivazione. Effetti questi che si sono riscontrati in particolar modo nella fascia 18-19 anni, tra quei ragazzi che, avendo superato la maggiore età, avrebbero potuto sperimentare maggiore autonomia", ha detto Sabina Tassinari dell'Osservatorio adolescenti del Comune di Ferrara, coordinatrice dell'indagine. Tra i dati più indicativi che ha messo in evidenza la ricerca: l'aumento della consapevolezza che la pandemia abbia negato la possibilità di vivere esperienze (63,8%), l'importanza dell'aiuto reciproco (53,5%), la convinzione, tra i ragazzi, di aver pagato il prezzo più alto di chiusure e restrizioni (44,3%), l'idea che sia stato un anno sprecato.
L'emergenza sanitaria ha inoltre cambiato le abitudini, aumentando - in primis - l'utilizzo di chat (segnalato nel 65,1% dei casi), e lo 'stare da soli' (nel 58,7%), mentre il 64,9 per cento segnala la propria maggiore presenza in famiglia (64,9%). Si evidenzia inoltre una riduzione dell'attività sportiva (-55,5%) e il ricorso ai videogiochi come elemento per colmare il tempo libero (39,5%). Nella fascia 18-19 anni sono aumentate le tensioni familiari, come indicato dal 39,7% degli intervistati. L'eccesso di cibo è percepito come particolarmente problematico da oltre il 35% dei 18-19enni, mentre l'80,3% dei giovani hanno ammesso di aver incrementato il fumo e il 65,9% l'assunzione di alcolici. L'aggressività è indicata come effetto della pandemia dal 29,5% dei 16-17enni. Negli stranieri di seconda generazione nel 6,6% dei casi addirittura si rivela la spinta a praticare atti di autolesionismo. Il dato scende al 6,3% nel caso delle prime generazioni e al 4,5% per gli italiani. In generale la prima paura espressa è per i propri cari (73,7%). Il senso di solitudine è particolarmente percepito dalle ragazze (65,1%, è il 43,8% per i maschi) e - con tristezza e rabbia - coinvolge soprattutto la fascia di età dei 18-19enni. Confidenze, sfoghi sono riservati per lo più agli amici (63,6%) e nel 43% dei casi ai genitori. Aumenta l'interesse e l'informazione. Il 36,7% - la maggior quota - segue regolarmente i Tg, il 10,7% attinge le news dal web. Il confronto sui temi di attualità avviene anche in famiglia nel 19,8 per cento dei casi. Dopo la pandemia il 34,2%, sul totale del campione di ragazze e ragazzi sentiti, vorrebbe lavorare all'estero e il 52,2% progetta di costruire una famiglia. Ed è più forte la spinta alla solidarietà: il 31,6% delle studentesse e il 25,1% degli studenti la indicano come prioritaria.
In generale, il primo obiettivo (54,6%) per il proprio presente e per il futuro è completare gli studi, anche se cala la fiducia nel sistema scuola (-45,5% per le femmine e -37,5% per i maschi), aumentano le assenze nel 17,9% dei casi e nel 22,3% si segnala un peggioramento del rendimento scolastico. Tra gli effetti della didattica a distanza la 'noia' viene indicata come principale scoglio (61,4%).
Alla presentazione dei dati della ricerca ha partecipato, tra gli altri, anche Mariateresa Paladino, della Regione Emilia-Romagna e la docente di sociologia della famiglia dell'Università di Torino Chiara Saraceno.

 

(Ferrara Rinasce)

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